zero
zèro [Der. del lat. mediev. zephyrum, adatt. (Leonardo Fibonacci nel Liber abbaci, 1202) del-l'arabo sifr "nulla", calco del sanscrito sunyá "vuoto"] [ALG] Numero cardinale che indica la mancanza [...] altre nove cifre utilizzate già da vari secoli; l'introduzione dello z. fu un complemento essenziale al sistema di numerazione decimale, fondato sul valore posizionale delle cifre. Le proprietà dello z. nell'aritmetica ordinaria sono: (a) lo z. è ...
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Primo numero della successione naturale 0, 1, 2, 3 ecc., unico numero naturale che non sia il successore di un altro; come numero cardinale indica la mancanza di ogni unità, cioè il numero cardinale dell’insieme vuoto (o privo di elementi). Il simbolo per lo z. è 0.
Nella maggioranza delle civiltà antiche ... ...
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nel contesto numerico, è il numero cardinale, indicato con il simbolo 0, associato a un insieme privo di elementi (→ insieme vuoto); è un numero intero, pari (perché divisibile per 2), né positivo né negativo. È l’elemento neutro rispetto alla operazione di addizione perché, qualunque sia il numero ... ...
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Walter Maraschini
Un numero che non vale nulla, ma conta molto
I numeri indicano quantità di oggetti, mentre lo zero ne segnala l’assenza. È davvero un numero? Quando si conta, si comincia da uno e pertanto lo zero non si usa, e anche nel linguaggio quotidiano si adopera raramente: chi non ha soldi ... ...
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(fr. zéro; sp. cero; ted. Null; ingl. zero)
Michele Cipolla
Lo zero è da riguardarsi come numero nel senso cardinale (v. numero), quando risponde alla domanda "quanti sono gli oggetti (di una data classe)?" nel caso in cui la classe sia vuota. In tal senso è, ad es., adoperato in aritmetica, nel sistema ... ...
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Ciascuno dei movimenti ritmici e alterni degli arti mediante i quali, nella deambulazione, si compie la traslazione del corpo in avanti (o indietro) sia nell’uomo sia negli animali.
La distanza (ca. 70 [...] e 1/2, era pari a circa 73,5 cm, il passus era un doppio passo (cinque piedi).
In Italia, prima dell’adozione del sistema metrico decimale, il p. valeva, nelle varie località, tra 1 e 2 m. Come unità di volume, si usavano a Parma il p. di 4,860 m3 e ...
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periodico
periòdico [agg. (pl.m. -ci) Der. del lat. periodicus, dal gr. periodikós, che è da períodos "periodo"] [LSF] Di fenomeno o di grandezza che presentino periodicità (←) e quindi siano rappresentabili [...] quale l'equazione oraria è una funzione p. del tempo: v. cinematica: I 592 b. ◆ [ALG] Numero decimale p.: un numero non intero la cui parte decimale sia costituita da un gruppo di cifre che si ripete indefinitamente (periodo, spesso indicato con una ...
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candela
candéla [Der. del lat. candela, da candere "essere bianco, splendere"] [MTR] [OTT] Unità di misura fotometrica dell'intensità luminosa, pari al-l'intensità luminosa, in una data direzione, di [...] c. Violle, alla quale, risultando troppo grande, fu poi sostituita la sua ventesima parte, detta c. Vernon-Harcourt, o anche c. decimale, in quanto pari a un decimo della c. Carcel (cioè a 1.019 cd), che, per quanto non ufficiale, seguitava a essere ...
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binario
binàrio [agg. Der. del lat. binarius, da bini "a due a due", e quindi "composto di due unità, di due elementi"] [ELT] [INF] Alfabeto, o codice, b.: codice basato sul sistema di numerazione b. [...] sole cifre 0 e 1, secondo lo stesso principio (posizionale per potenze di 2) che è alla base della numerazione decimale ordinaria (per potenze di 10); è il sistema di numerazione usato nei calcolatori elettronici digitali (in qualche caso, con alcune ...
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Sedicesima lettera dell’alfabeto greco (maiuscolo Π, minuscolo π) corrispondente al p latino.
Fisica
Il teorema π è il teorema fondamentale della similitudine meccanica, noto anche come teorema di Buckingham [...] ai poligoni di 96 lati egli ottenne la disuguaglianza 22/7<π<223/71. Il primo calcolo di un notevole numero di cifre decimali (35) di π è però dovuto a C. van Ludolph, per cui π era anche detto numero di Ludolph.
Sono qui elencati alcuni metodi ...
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VENTURI, Giovanni Battista
Fisico, nato l'11 settembre 1746 a Bibiano nel ducato di Reggio, morto a Reggio nell'Emilia il 10 settembre 1822. Fu professore a Modena e a Pavia, e occupò. anche altre cariche, [...] e finanziarie. Tra le sue opere in questo campo vanno ricordati un rapporto illustrante i vantaggi del sistema decimale (Rapporto della commissione di commercio... sopra il sistema da adottarsi nelle nuove misure, monete e pesi della repubblica ...
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Misura
Pietro Dominici
Il termine misura indica il valore numerico attribuito a una grandezza, ottenuto ed espresso come rapporto tra la grandezza data e un'altra della stessa specie assunta come unità, [...] 4, 8, 16 ecc.) e loro combinazioni con sistemi a base 5 (le dita di una mano), che poi portarono al sistema decimale (10, 20, 80, 100 ecc.). Un rudimentale sistema digitale romano può forse ritenersi quello a base 6, consistente nel contare cinque ...
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numero
nùmero [Der. del lat. numerus] [LSF] Oltre che nei vari signif. propri della matematica, alcuni dei quali sono ricordati oltre, il termine è usato in varie discipline fisiche anche come sinon. [...] d'oro: → ORO. ◆ [ALG] N. illimitato: n. costituito da infinite cifre; possono essere tali n. sia razionali (i n. decimali periodici) che irrazionali (per es., π, exp 1, ecc.). ◆ [ALG] N. interi: estensione dei n. naturali, ottenuta considerando anche ...
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ternario
ternàrio [agg. Der. del lat. ternarius "composto di tre elementi", da terni "a tre a tre"] [CHF] Asse t., o trigiro: nella cristallografia, elemento di simmetria di ordine tre che caratterizza [...] in cui quindi ogni numero è costituito mediante le dette cifre, con valore posizionale in potenze di 3; per es., il numero t. 201 equivale, nella numerazione decimale, a 2✄32+0✄3✄1+1✄30=18+0+1=19. ◆ [TRM] Sistema t.: v. fasi termodinamiche: II 542 d. ...
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decimale
agg. [der. di decima, decimo]. – 1. Relativo alla decima, come sistema di tassazione: rendite decimali. 2. In aritmetica e nelle sue applicazioni, che ha per base il 10: numerazione d. (v. numerazione); numero d., numero reale scritto...
frazione
frazióne s. f. [dal lat. tardo fractio -onis, der. di fractus, part. pass. di frangĕre «spezzare»]. – 1. letter. L’atto di frangere, di spezzare: f. di un legno o di un altro solido (Galilei); la f. del pane (v. fractio panis); f....