SPENCER, John
Teologo anglicano, nato a Bocton presso Bleane (Kent) nel 1630, morto a Cambridge il 27 maggio 1693. Studiò nel Corpus Christi College di Cambridge; fellow del collegio circa il 1655, dottore [...] rivelazione; e col dire che suo scopo era "to clear the Deity from arbitrary and fantastic humour", dimostra chiaramente di muoversi già nell'atmosfera spirituale del deismo (v.); era quindi naturale che fosse combattuto da molti come eterodosso. ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Vincenzo Gioberti
Marcello Mustè
Fin dall’inizio l’opera di Gioberti appare indirizzata alla ricerca del punto di intersezione tra una metafisica concreta e un pensiero politico capace di guidare il [...] che segnò la giovinezza di Gioberti, e che, come si è visto, arrivò ad assumere forme diverse e disparate (dal deismo al panteismo), ruotava intorno a un nucleo teorico unitario e ben definito che riguardava la relazione tra la natura finita dell ...
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La Mennais (dal 1837 Lamennais), Felicite-Robert de
La Mennais
(dal 1837 Lamennais), Félicité-Robert de Pubblicista e filosofo francese (Saint-Malo, Ille-et-Villaine, 1782 - Parigi 1854). Sulla sua [...] en matière de religion (1817-23; trad. it. Della indifferenza in materia di religione) in cui attacca ateismo, deismo, relativismo, protestantesimo come causa di ogni disordine civile, e a essi contrappone la fede e la piena sottomissione alla ...
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Pubblicista e filosofo (Saint-Malo 1782 - Parigi 1854). Schierato dapprima su posizioni cattolico-tradizionaliste (ispirate al pensiero di J. de Maistre e L.-G.-A. de Bonald), divenne a partire dagli anni [...] fideistica e ultramontana, e nell'Essai sur l'indifférence en matière de religion (4 voll., 1817-23) attacca ateismo, deismo, relativismo, protestantesimo come causa d'ogni disordine civile, e a essi contrappone la fede e la piena sottomissione alla ...
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Filosofo (Edimburgo 1711 - ivi 1776). Rimasto orfano di padre a tre anni, trascorse l'infanzia a Ninewells con la madre. Successivamente fu di nuovo a Edimburgo e studiò in quella università. Nel 1734 [...] . Non vi è alcuna possibilità razionale di risalire al divino; le proposizioni tradizionali della teologia, quelle stesse del deismo, non hanno fondamento. H. fornì anche contributi in estetica, in politica, in economia. Le teorie estetiche si basano ...
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Uomo politico e scrittore (Londra 1678 - ivi 1751). Libertino, di vasti interessi, durante un viaggio continentale (1698-99) ebbe larghi incontri con la cultura europea. Deputato tory (1701), fu con Harley [...] opera soprattutto di Voltaire, che di B. fu amico e di lui fece un ideale personaggio polemico - è confuso col deismo, ma rappresenta invece un motivo di polemica civile di tipo anticattolico e l'avviamento verso quella religione pratica e funzionale ...
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HELVÉTIUS, Claude-Adrien
Rodolfo Mondolfo
Filosofo, nato a Parigi nel gennaio 1715, morto ivi il 26 dicembre 1771. È uno dei tipici rappresentanti del pensiero francese del sec. XVIII. Nobile e ricco, [...] alla morale del sentimento e al naturalismo di Rousseau; del quale tuttavia qualche eco talvolta risuona in H., con echi del deismo di Voltaire, nella difesa della libertà contro il fanatismo e l'intolleranza.
Per H. un sol principio spiega il mondo ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Giacomo Di Fiore
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La storia del protestantesimo nel XVIII secolo si caratterizza per tre diversi aspetti: [...] della cultura del razionalismo, del primo Illuminismo e del deismo: i Due trattati e il Saggio sulla tolleranza di John Con la seconda fase – la “neologia” – influenzata dal deismo, i teologi non rinnegano la rivelazione, ma vogliono dimostrare come ...
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GUASCO, Francesco Eugenio
Cesare Preti
Nacque ad Alessandria il 3 nov. 1725 da Guarnerio Lorenzo, marchese di Castelletto d'Erro, e da Maria Violante Turinetti, dei conti di Perego. Secondo di quattro [...] di usare la scienza contro la religione istituzionale nonché di propagandare concetti e dottrine, quali quello di tolleranza e il deismo, giudicati il prodotto di un'incapacità di comprendere il vero messaggio evangelico.
A Roma il G. fu annoverato ...
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Pensatore tedesco, nato a Monaco il 27 marzo 1765 e ivi morto il 23 maggio 1841. Figlio di un medico, si addottorò in medicina, ma fu poi condotto dai preferiti studî di chimica e di mineralogia alla professione [...] e della teosofia. Scolasticizzante infatti, nel suo complesso, gli sembra tutta la filosofia moderna: o nel senso di un "deismo", che ponga il principio assoluto delle cose al di là delle cose stesse, e con loro non intimamente connaturato; o ...
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deismo
s. m. [dal fr. déisme, der. del lat. deus «dio»]. – In generale, orientamento di pensiero che riconosce l’esistenza di un Dio come prima causa, creatore e ordinatore del mondo: tale credenza (che, stabilita dalla ragione naturale, costituisce...
teismo1
teismo1 s. m. [der. del gr. ϑεός «dio»]. – 1. Termine filosofico designante in generale ogni dottrina che riconosce l’esistenza di Dio; nel senso più ampio, si contrappone perciò all’ateismo, che è la negazione, comunque compiuta,...