MODELLI, Teoria dei (App. III, 11, p. 139)
Giulio Supino
Alberto Pasquinelli
Aldo Marruccelli
In questi ultimi 15 anni (1960-75) la t. dei m. si è sviluppata secondo due ordini di idee del tutto opposti. [...] ∈ S è definibile in termini di S in T se esiste una formula H i cui simboli non logici appartengano a S tale che sia derivabile in T l'equivalenza
Siano U(α) e U(β) le strutture relative a due interpretazioni per il linguaggio L di una teoria T, sia ...
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paranoia
Sintomo psichiatrico caratterizzato dallo sviluppo di un delirio cronico (di grandezza, di persecuzione, di gelosia, ecc.), coerente, sistematizzato, dotato di una propria logica interna, non [...] di handicap. Un altro psichiatra tedesco, Ernst Kretschmer, nel 1918 considerò il delirio paranoide come derivabile da aspetti caratteriali patognomonici, come l’essere sensibile, sospettoso, scrupoloso e con un’accentuata ipersensibilità ...
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MUSCOLARE, SISTEMA
Massimo ALOISI
(XXIV, p. 89; App. II, 11, p. 371).- Notevolissimi progressi sono stati compiuti recentemente nella conoscenza del tessuto muscolare, grazie ai moderni sviluppi della [...] degli alimenti (per le piante con clorofilla va tenuto conto anche dell'energia luminosa solare). Dai materiali nutritivi è derivabile energia o per semplice scissione fermentativa di questi o per combustione più o meno completa, con intervento dell ...
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coefficiente angolare
coefficiente angolare numero che indica una direzione in un sistema di riferimento cartesiano. In una retta di equazione y = mx + q è il valore del parametro m che appare come coefficiente [...] angolare non è definito per le rette parallele all’asse delle ordinate. Nel caso di una funzione derivabile y = ƒ(x), la sua derivata per x = x0 ha una interpretazione che coinvolge il concetto di coefficiente angolare: essa infatti indica il ...
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Matematico (Osterfeld, Münster, 1815 - Berlino 1897). Prof. all'univ. di Berlino, membro dell'Accademia di Berlino, fu celebrato dai matematici contemporanei come il più grande analista vivente. Portano [...] ellittiche, funzioni abeliane, calcolo delle variazioni, ecc.; presentò un interessante esempio di funzione ovunque continua e non derivabile in nessun punto. La sua opera è raccolta nei sette volumi di Mathematische Werke (1894-1927), pubblicati a ...
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Matematico francese (Parigi 1661 - ivi 1704). Scienziato, allievo di Bernoulli - da cui apprese il calcolo infinitesimale - e corrispondente dell'Accademia delle scienze di Parigi (1693), è ricordato essenzialmente [...] lignes courbes). In essa si trova il teorema comunemente chiamato oggi teorema di L'H. o regola di L'H: se f (x) e g(x) sono due funzioni derivabili in un intorno di x0, e si ha lim f(x)=
x→x0
lim g(x)=0, essendo g(x)≠0 perx≠x0, ovvero
x→x0
f′(x)
lim ...
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POTENZIALE
Giovanni GIORGI
Roberto MARCOLONGO
Sin dal 1777 G. L. Lagrange, sviluppando la dottrina matematica dei campi di forza newtoniani, ebbe a rilevare che questa trattazione si può semplificare [...] una funzione U del punto P, cioè delle sue coordinate x, y, z, la quale, oltre ad essere uniforme, finita e derivabile (almeno nel campo spaziale che si considera), sia tale che, per qualsiasi spostamento dP del punto P, il lavoro elementare compiuto ...
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OPERATORI; OPERAZIONALE, CALCOLO (od operatorio, calcolo)
Tullio Viola
Riteniamo opportuno aggiungere alle considerazioni svolte nelle voci: operatori (App. III, 11, p. 317) e simbolico, calcolo (App. [...] tende al suo limite finito F′ ∣ [f (x), ξ], uniformemente al variare sia di ξ in [a, b], sia di f (x) in C.
IV) La derivata F′ ∣ [f (x), ξ] è continua sia rispetto alla f (x) in C, sia rispetto alla ξ in [a, b].
Sotto tali ipotesi, Volterra dimostra ...
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QUANTISTICA, MECCANICA (XXVIII, p. 592).- Teoria delle forze nucleari
Piero CALDIROLA
Generalità. - Per la spiegazione del complesso di fatti sperimentali osservati nelle esperienze di fisica nucleare, [...] varie particelle elementari. Esse si basano sull'ipotesi fondamentale che fra due particelle nucleari si eserciti una forza derivabile da una funzione potenziale V (r) e che, per di più, le due particelle interagendo possano eventualmente scambiarsi ...
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giustizia, teorie della
Marco Boccaccio
Teorie che hanno per oggetto l’identificazione delle condizioni necessarie per l’esistenza di una società giusta. Possono essere ricondotte ad alcune grandi correnti [...] fondatore V. Pareto e conduce all’idea per cui l’utilità che i soggetti traggono dal consumo dei beni è derivabile solo in via induttiva, osservando le scelte dei soggetti economici (teoria delle preferenze rivelate; ➔ rivelate, preferenze). La non ...
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derivabile
derivàbile agg. [dal lat. tardo derivabĭlis]. – Che si può derivare (nelle varie accezioni di derivare1). In matematica, funzione d., funzione che ammette derivata.
derivare1
derivare1 v. intr. e tr. [dal lat. derivare tr., propr. «trarre l’acqua da un ruscello», der. di rivus «ruscello, corso d’acqua»]. – 1. intr. (aus. essere) Scaturire, aver origine, provenire (detto di un corso d’acqua): il Po deriva...