Scienza indiana: periodo vedico. L'analisi linguistica come paradigma della scienza vedica
George Cardona
L'analisi linguistica come paradigma della scienza vedica
'Śikṣā' ('fonetica')
Ai Veda sono [...] . sing.) in 4.2.33 (agner ḍhak) si riferisce al tema nominale agni-, al quale si applica il suffisso ḍhaK (=-eya) per formare il derivato āgneya-, 'la cui divinità è Agni'; invece, guṇavṛddhī in Aṣṭādhyāyī, 1.1.3, dhātoḥ in 3.1.91 e karmaṇi in 3.4.69 ...
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La formazione delle parole riguarda l’insieme dei meccanismi e dei procedimenti di cui una lingua si serve per costruire parole (dette più tecnicamente lessemi), e permette quindi il continuo arricchimento [...] parole impossibili (le quali violano le regole di formazione delle parole: ad es., *ri-tavolo e *bello-zione non sono derivati possibili perché il prefisso ri- non si premette a nomi, e il suffisso -zione non si aggiunge ad aggettivi).
Un principio ...
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Beth, Evert Willem
Logico-matematico olandese (Almelo 1908 - Amsterdam 1964). Dal 1946 insegnò nell’univ. di Amsterdam. Dopo studi di storia della logica e della matematica (De wijsbegeerte der wiskunde [...]
Sistema di Beth
Sistema di deduzione (➔) naturale, noto come sistema F: può essere descritto come il sistema in cui una derivazione formale di una conclusione Z dalle premesse H1, H2, ..., è una tavola di B. chiusa le cui espressioni iniziali sono ...
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raccorgersi
Federigo Tollemache
Una sola occorrenza in Pd XII 45 lo popol disvïato si raccorse. Il Landino e il Wiese, indotti certo dall'aggettivo disviato, interpretarono " si raccolse ", derivando [...] di conseguenza interpretare " si ravvide del fallo ", " riconobbe l'errore ".
Il Parodi (Lingua 283) cita a conforto di questa seconda derivazione, che anch'egli accoglie, oltre a un passo del Tesoretto (v. 1058." Ma doppo la sua morte / si son gente ...
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Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e città metropolitana (Comune di 1.287,4 km2 con 2.813.365 ab. nel 2021).
Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato [...] dato in antico al Palatino (ma l’etimo di questo nome è incerto). All’inizio del 20° sec. (1904) W. Schulze ha fatto derivare il nome della città dal gentilizio etrusco dei Ruma, cui del resto sarebbe affine l’antico nome del Tevere. È la tesi oggi ...
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Fisica
È la grandezza cinematica che descrive la variazione della velocità di un punto P nel tempo. Detta v la velocità istantanea di P, si definisce il vettore a. a come la derivata temporale del vettore [...] se il moto è rettilineo e uniforme. In ogni caso a è contenuto nel piano osculatore alla traiettoria. A. angolare La derivata prima rispetto al tempo della velocità angolare (➔ moto).
Economia
Il principio di a. è la relazione che indica come la ...
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RELATIVITÀ, Teoria della (XXIX, p. 15; App. II, 11, p. 681; III, 11, p. 597)
Carlo Cattaneo
La fisica classica era dominata dalla nozione di tempo assoluto, al quale tutti i fenomeni s'intendevano subordinati. [...] in forma tensoriale lorentziana resta valida in r. g. purché alle operazioni ordinarie di derivazione parziale e di differenziazione si sostituisca la derivazione covariante e la differenziazione assoluta: ∂i → ???i, d → D.
Si tratta di una regola ...
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È la dea greca dell'amore, nel significato più largo della parola; poiché essa impersona l'attrazione delle singole parti dell'universo l'una verso l'altra, per conservare e per procreare; simboleggia [...] figura di Eros, che prende il posto del vaso e del delfino. Il tipo dell'Afrodite in piedi, come si è detto, di derivazione più o meno diretta dalla Cnidia, non è il solo tipo di figura nuda che abbia prediletto l'arte ellenistica. Il tema della dea ...
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Già individuata e descritta da Galeno, che ne riconobbe la natura ghiandolare, ritenuta successivamente da Descartes - perché organo mobile e impari - sede dell'anima, l'epifisi cerebrale o glandula pineale [...] posteriore, da un'estroflessione cava in comunicazione col 3° ventricolo, essa è stata, per tale sua derivazione embrionale, considerata come organo rudimentale, da ricollegarsi a quel cosiddettó terzo occhio, che è particolarmente sviluppato in ...
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SUSTERMANS, Iustus
Odoardo Hillyer Giglioli
Pittore, nato in Anversa il 28 settembre 1597, morto a Firenze il 23 aprile 1681. Dedicatosi al ritratto, venne al servizio della corte granducale di Toscana. [...] di Franz Pourbus II, se subì l'influenza del Van Dyck e nel Cosimo III fanciullo della Galleria Pitti mostrò la derivazione diretta dal gruppo dei figli di Carlo I d'Inghilterra di Windsor e di Torino, seppe anche affermarsi con uno stile personale ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...
derivazione2
derivazióne2 s. f. [dal fr. dérivation; v. derivare2]. – Deviazione del proietto di un’arma rigata dal piano di tiro, dovuta al moto di rotazione impresso al proietto dalla rigatura dell’arma.