MONTMAJOUR
Y. Esquieu
(lat. Mons Maior)
Località della Francia meridionale (dip. Bouches-du-Rhône) nota per l'omonima abbazia. Posta a km 4 a N-E di Arles, M. si trova oggi su una collina sovrastante [...] ha una serie di archeggiature che insistono su colonne incassate nella muratura, sormontate da capitelli con elementi di derivazione dallo stile corinzio, nei quali la zona destinata tradizionalmente ai girali d'acanto è occupata da intrecci vegetali ...
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CIALDIERI, Girolamo
Laura Tardini
Figlio di Bartolomeo e di Chiara Maggiotti, nacque ad Urbino il 28 ott. 1593.
Bartolomeo risulta citato dalle fonti come "pittore e egregio indoratore", attivo ad Urbino [...] paesaggistico. La scelta coloristica particolarmente vivace rivela, accanto all'influsso della pittura del Barocci, la stretta derivazione dal Ridolfi e conferisce unità e omogeneità alla decorazione.
Altre opere del C. sono conservate nelle chiese ...
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Vedi SOVANA dell'anno: 1966 - 1997
SOVANA (Suana)
P. E. Arias
Frazione del comune di Sorano in provincia di Grosseto, che presenta una continuità di vita nell'alto Medioevo degna di nota (oratorio rupestre [...] le tombe a tempio si impongono all'attenzione la Ildebranda (chiamata così dal Rosi, a ricordo della non sicura derivazione sovanese del celebre Ildebrando da S.) con un vero e proprio tempio ad alae, a trabeazione architettonica decorata di figure ...
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FANCIULLACCI, Giovanni Battista
Chiara Briganti
Figlio di Iacopo, non si conoscono i suoi estremi anagrafici; lavorò dal 1759 al 1825 presso la manifattura di Doccia, come gli altri componenti della [...] se alcuni pezzi non sono di grande qualità pittorica, sotto la direzione del Fanciullacci. La decorazione sembrerebbe di derivazione francese, dato che si conoscono motivi molto simili in servizi prodotti dalla manifattura di Sèvres, tuttavia dovette ...
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Vedi APPENNINICA, Civilta dell'anno: 1958 - 1994
APPENNINICA, Civiltà
S. M. Puglisi
La civiltà a. prende nome dalla sua area di diffusione lungo la catena appenninica, dal Bolognese fino all'estrema [...] ) sotto forma di "piccole specchie"; il diametro di questi monumenti si aggira sui 10-15 m. Gli Italici derivarono verisimilmente dalla tradizione appenninica, insieme ai caratteri generali della cultura, anche le tombe con circoli di pietre e tumulo ...
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Vedi BRESCIA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BRESCIA (Brixĭa)
E. Lissi
Città della Lombardia, nodo stradale naturale nella fertile pianura ai piedi della catena montuosa, Di fondazione gallica, fu sottomessa [...] il Capitolium (1826) di un grande complesso di antichi bronzi, di cui fanno parte, oltre alla famosa statua della Vittoria, derivazione romana dell'Afrodite del tipo di Capua, sei teste di bronzo appartenenti ad altrettante statue, un raro esempio di ...
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DANESE, Bernardino
Rosella Carloni
Mancano notizie biografiche di questo fonditore, attivo a Roma nella seconda metà del XVII secolo con il fratello Bonaventura (Ventura), insieme al quale lavorava [...] romano, oltre al busto di Paolo Giordano Orsini, anche altri due bronzetti, raffiguranti Sansone e il leone (di chiara derivazione dal più noto gruppo del Pollaiolo) conservati al museo di Plymouth (senza alcun piedistallo) e al Victoria and Albert ...
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IWAN
G. Ambrosetti
IWĀN. − Con tale nome si indicano abitualmente, nell'arte persiana, elementi architettonici diversi. Il termine sta propriamente ad indicare una sala chiusa per tre lati da muri, [...] Duktar, Sarvistan). Più tardi (secondo palazzo di Kish, Imarat-i Kosrau di Qasr-i Shirin, Damghan) appare lo schema di derivazione occidentale delle due file di colonne disposte lungo le pareti lunghe, a sostenere la vòlta, creando una specie di sala ...
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LUCCA
C. Baracchini
(lat. Luca)
Città della Toscana, capoluogo di provincia, situata al centro di una pianura alluvionale, compresa tra l'Appennino tosco-emiliano e il monte Pisano.La posizione e la [...] ). Nella successiva generazione delle chiese romaniche lucchesi, iniziata alla metà del sec. 12°, si avvertono sempre più i motivi derivati dalla cultura pisana. Archeggiature e loggette cieche nelle facciate e nei fianchi di S. Michele in Foro, di S ...
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SALTERIO
K. Corrigan
Libro in cui sono raccolti i centocinquanta salmi dell'Antico Testamento, recitati nella liturgia cristiana nel corso della settimana secondo le varie ore canoniche.Tradizionalmente [...] 12° il legame storico e tipologico tra Davide e Cristo fu reso da un'immagine dell'albero di Iesse, che mostrava la derivazione di Cristo dal padre di Davide, immagine che spesso precedeva Sal. 1, per es. nel citato s. di Shaftesbury (c. 15r), oppure ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...
derivazione2
derivazióne2 s. f. [dal fr. dérivation; v. derivare2]. – Deviazione del proietto di un’arma rigata dal piano di tiro, dovuta al moto di rotazione impresso al proietto dalla rigatura dell’arma.