Ciascuno dei figli nati dagli stessi genitori, nel reciproco rapporto dell’uno con gli altri.
Con riferimento a una comune filiazione divina, già nell’antichità si designarono come f. gli appartenenti [...] il centro di una congregazione monastica assai diffusa. Lì si affermò il particolare tipo di spiritualità detto devotiomoderna di cui fu espressione caratteristica l’Imitazione di Cristo.
F. delle scuole cristiane Congregazione religiosa di laici ...
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Genericamente ogni aspirazione, di individui e di gruppi, a praticare la vita religiosa secondo lo spirito del Vangelo. In particolare, nella storiografia (P. Imbart de la Tour e H. Jedin), l’orientamento [...] e non ha definizioni programmatiche, ma è piuttosto un atteggiamento spirituale, le cui origini si possono far risalire alla devotiomoderna, al messaggio di G. Savonarola e di altri mistici (da Juan de Valdés agli Alumbrados), fino all’aspirazione ...
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Scrittore olandese ascetico e mistico (Dordrecht 1360 circa - Beverwijk 1430). Entrato in contatto con l'orientamento spirituale della "devotiomoderna" tramite l'influenza di G. Groote, si ritirò a Deventer [...] tra i "Fratelli della vita comune" e quindi (1395 circa) nella congregazione di Windesheim come professo, senza divenire mai sacerdote. Miniava manoscritti e conduceva vita ritirata e ascetica: lasciò ...
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Umanista e teologo (Groninga 1419 - ivi 1489); discepolo dei Fratelli della vita comune, studente a Colonia, Heidelberg e Parigi, maestro a Colonia (1449), a Parigi (1454-56; 1458-74) e a Heidelberg (1456-58); [...] lux mundi, ma dagli avversarî, magister contradictionis; fu attratto, in età matura, dall'occamismo; fu uno dei propugnatori della cosiddetta devotiomoderna, intensa vita interiore fondata sulla Bibbia presa come criterio della verità. ...
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Comunità di sacerdoti e laici, sorta nel 1381 a Deventer (Olanda) sotto l'ispirazione di G. Groote (1340-1384). Attiva fino al 19° sec., la comunità si caratterizzò per un particolare tipo di spiritualità [...] detta devotiomoderna, e si dedicò a opere di pietà e alla diffusione di testi di ascetica e di teologia. Divenne una congregazione monastica nel 1387. ...
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Fratello della vita comune (Zutphen 1359 - Deventer 1419). Fu uno dei fedelissimi di Geert Groote, e l'erede delle sue dottrine e della sua attività organizzativa. Fu lui a fondare la congregazione di [...] Windesheim, e a rinnovare talune delle fondazioni del Groote. Le sue prediche, tutte in olandese, sono tra i documenti più significativi della devotiomoderna. ...
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Scrittore ascetico (Zutphen 1367 - Colonia 1398). Appartenne al movimento religioso della devotiomoderna. Diresse a Deventer la biblioteca della casa dei fratelli della vita comune, fu amico e consigliere [...] di Florent Radewijns. Scrisse: De reformatione virium animae; De spiritualibus ascensionibus; Scriptum pro quodam inordinate gradus ecclesiasticos et praedicationis officium affectante, e, forse, Super ...
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Mistico (Deventer 1378 - Windersheim 1411); canonico regolare di s. Agostino, discepolo di Ruysbroeck, è autore di due scritti ascetici e mistici (Breviloquium e Soliloquium ignitum), presto tradotti in [...] molte lingue, e di due lettere in nederlandese antico sulla vita spirituale, che lo pongono tra i più insigni rappresentanti della "devotiomoderna". ...
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Predicatore tedesco (Münster 1431 o 1432 - Niesink 1504); entrato nella casa dei "Fratelli della vita comune" a Münster (1451), fu poi a Rostock, quindi rettore a Deventer (1475) e nel monastero femminile [...] di Niesink (1481). Per i suoi sermoni e trattati è uno dei migliori rappresentanti della Devotiomoderna. ...
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Mistico (n. forse a Leerdam 1350 - m. Deventer 1400), uno degli iniziatori, con G. Groote, della Devotiomoderna e dei Fratelli della vita comune. Importante il suo Tractatus devotus de extirpatione vitiorum, [...] in cui sviluppa il tema della contemplazione come "via regia" alla riforma interiore ...
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stòria (ant. o letter. istòria) s. f. [dal lat. historia, gr. ἱστορία, propr. «ricerca, indagine, cognizione» da una radice indoeur. da cui il gr. οἶδα «sapere» (e ἴστωρ «colui che sa») e il lat. vid- da cui vĭdēre «vedere»]. – 1. Esposizione...
uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale...