Come termine specifico di logica, la c. è il rapporto vigente tra un’affermazione e una negazione di egual soggetto e di egual predicato. In questa antitesi, vero essendo un termine, l’altro deve essere [...] del principio di c. s’incontra in Aristotele, dove esso appare strettamente connesso con la concezione del pensiero come attività ‘dianoetica’, cioè operante per mezzo della sintesi del giudizio. Ma non di rado, nello stesso Aristotele, il problema è ...
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Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia [...] rinchiudono in quella dell'esperienza pratica o del "costume" (εϑος), a queste sovrastano d'altro lato le virtù dianoetiche, o virtù della διάνοια, del retto "esercizio intellettuale". E così, culmine della possibile perfezione e felicità dell'uomo ...
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dianoetico
dianoètico agg. [dal gr. διανοητικός, der. di διανόησις «pensiero»] (pl. m. -ci). – Nel linguaggio filos., relativo alla dianoia: pensiero d., nella gnoseologia aristotelica, l’attività mentale che viene messa in atto dal pensiero...
contraddizione
contraddizióne (o meno corretto contradizióne) s. f. [dal lat. contradictio -onis, der. di contradicĕre «contraddire»]. – 1. a. Il contraddire, il contraddirsi: cadere in c.; cogliere in c.; spirito di c., tendenza abituale...