Scrittrice tedesca (Danzica 1713 - Lipsia 1762); moglie di J. C. Gottsched, collaborò alle sue iniziative culturali, in particolare alla riforma teatrale da lui promossa. Scrisse commedie di scarsa originalità [...] , de La femme docteur ou La Théologie janseniste tombée en quenouille del gesuita G. Bougeant; Die ungleiche Heirat, 1743; Die Hausfranzösin oder die Mamsell, 1744; Das Testament, 1745). Per la Deutsche Schaubühne del marito tradusse, in parte anche ...
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Filosofo tedesco (Baruth, Slesia, 1858 - Lipsia 1922); si occupò soprattutto di problemi sociali e di pedagogia. La sua opera principale, Die Elemente der Erziehungs- und Unterrichtslehre, ebbe dieci edizioni [...] (10a ed. 1923); fu prof. nell'univ. di Lipsia dal 1897 e diresse inoltre (1902-15) la rivista Vierteljahrschrift für wissenschaftliche Philosophie ...
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Filologo classico e giurista (Hagenau 1886 - Berlino 1954), professore in varie università tedesche e direttore di due note riviste filologiche: Die Antike (1937-44) e Philologus (1929-54). Tra le sue [...] opere più importanti: Summum jus summa iniuria (1926); Römische Rechtswissenschaft und Rhetorik (1949). Socio straniero dei Lincei (1947) ...
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Germanista tedesco (Grossthiemig 1850 - Heidelberg 1926), prof. (1888-1919) all'univ. di Heidelberg. Da rilevare, fra le sue opere filosofiche, Die Handschriftenverhältnisse des Nibelungenliedes (1900); [...] fra le linguistiche, Gotische Grammatik (1880). Nel 1874 fondò e diresse (con H. Paul) i Beiträge zur Geschichte der deutschen Sprache und Literatur ...
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Giurista (n. Tondern, Schleswig-Holstein, 1825 - m. 1887), professore di diritto romano a Greifswald e Kiel. Tra le sue opere: Die Transmission Justinian's, insbesondere das Wissen und Nichtwissen des [...] transmittirenden Erben (1859); Novella Iustiniani XCIX (1857); Der Justinianeische Libellprozess (1865), fondamentale per la storia del processo romano ...
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Scrittore austriaco (Vienna 1905 - ivi 1966). Lavorò nella biblioteca universitaria di Vienna. Autore di racconti (Der Dämon, 1930) e romanzi (Die vermählten Junggesellen, 1931; Der Fremde, 1940), si segnala [...] soprattutto come lirico: Herbstgesang (1949), Wir Lebendigen. Gedichte (1952), Schritt im Unendlichen (1953), Alles Atmende (1955) ...
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Giurista (Amburgo 1797 - Bonn 1874), prof. a Halle, Gottinga, Bonn. Storico del diritto romano e germanico, nel suo studio Über die Ordnung der Fragmente in den Pandektentiteln (1820) riuscì a chiarire [...] il metodo tenuto dai compilatori nel Digesto. Scoprì in Italia manoscritti giuridici (di cui diede notizia nell'Iter italicum, 1824-36) e pubblicò edizioni della Lex Dei (1833) e di leggi (nei Monumenta ...
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Scrittore tedesco (Danzica 1927 - Lubecca 2015). Premio Nobel per la letteratura (1999), autore tra i più significativi della Germania del dopoguerra, fin dai suoi esordi (la raccolta di liriche Die Vorzüge [...] in un forte impegno sociale e politico, di cui attesta anche una variegata produzione teatrale. Ha ottenuto successo mondiale con Die Blechtrommel, 1959 (trad. it. Il tamburo di latta, Milano 1962), una delle opere che per prime fecero parlare di un ...
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Scrittore e letterato tedesco (Amburgo 1923 - Tubinga 2013). Tra i primi autori tedeschi affermatisi nel secondo dopoguerra, ottenne fama già con il suo primo romanzo Nein. Die Welt der Angeklagten (1950; [...] , 1961; Zueignungen, 1962; Von deutscher Rede, 1968; ecc.). Si è affermato anche nella narrativa, con il già citato romanzo Nein. Die Welt der Angeklagten (1950), utopia negativa sotto l'influenza di Koestler e Orwell, ma anche di Kafka; nelle opere ...
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Scrittrice tedesca (Alzey, Assia-Renania, 1899 - Rheinzabern, Palatinato, 1950). A Berlino dal 1929, si accostò al gruppo dei poeti espressionisti legati alla rivista Die Kolonne. Nel 1936, in quanto nata [...] terrestri o celesti. Scrisse poesie (Der Wendekreis des Lammes. Ein Hymnus der Erlösung, 1924; Die Tierkreisgedichte, 1935; Der Laubmann und die Rose, 1947; Kölnische Elegie, 1948), racconti (Triptychon des Teufels, 1932; Das Labyrinth, 1949; Glück ...
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die
s. m., invar. – Variante ant. e poet. di dì (giorno): tra l’ultima notte e ’l primo die (Dante); Come una larva del supremo die (Carducci). Anticam. fu in uso anche la variante dia, masch. o femm.
pro die
〈… dìe〉 locuz. lat. (propr. «al giorno»), usata in ital. come avv. – Espressione usata talvolta nelle prescrizioni mediche o farmaceutiche: 20 milligrammi pro die.