INDOVINO (lat. divinari "presagire")
Umberto Fracassini
Indovino si chiama colui che pretende di svelare le cose attualmente e per sé stesse occulte, specie se lontane di tempo o di luogo, non con mezzi [...] fungeva ancora da indovino; come apparisce chiaro per la religione araba antica da ciò, che il sacerdote era detto kahin (cfr. ebr. kohen), cioè "veggente" e, per lo stadio più antico della religione ebraica, da ciò, che la Bibbia ci presenta esempî ...
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Rabbino spagnuolo, nato a Barcellona verso il 1235-40, morto verso il 1310. Capo del rabbinato della sua città, fu uno dei più celebrati e dei più autorevoli rabbini del suo tempo, e a lui si rivolgevano [...] , Perles, R. Salomo b. Abraham b. Adereth, sein Leben u. seine Schriften, Breslavia 1863-79-81, n. 6, Perles, pp. 82-83, e part. ebr., pp. 24-56; n. 7, Perles, parte ebr., pp.1-24.
Bibl.: Perles, op. cit.; Steinschneider, Cat. Bodl., coll. 2268-2275. ...
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Atto religioso con cui si cerca di calmare l’ira e di conciliare il favore della divinità.
In storia delle religioni, il presupposto della p. è che il soggetto (che può essere sia un individuo sia una [...] eventuali malcontenti divini, anche inavvertitamente accumulatesi nel corso di un determinato periodo di tempo.
Era detta propiziatorio (ebr. kappōret) la lastra rettangolare d’oro incastrata sul coperchio dell’antica arca dell’alleanza ebraica. Si ...
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TEBE
Giulio Farina
. La più grande e famosa città dell'antico Egitto (long. 32°,6, lat. 25°,7), da Θῆβαι secondo la chiamarono i Greci. La città sorgeva sulle due rive del Nilo in corrispondenza della [...] a noi pervenute. A quel tempo risale la denominazione Nî'e "la città" per eccellenza (njw.t, trascr. assira Ni'i, ebr. N' male vocalizzato No). Quali abbellimenti avesse Tebe sotto il medio regno è quasi oscuro. Un po' le nocque che i sovrani ...
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ebraismi
Giovanni Battista Pellegrini
Le voci di origine ebraica usate da D. risalgono tutte al latino medievale e in particolare al filone liturgico. Oltre ai pochi appellativi, saranno da tenere in [...] sabaòth (Pd VII 1), tratto dal Sanctus, nella vulg. Dominus exercituum, gr. σαβαόθ", ebr. (Jĕhōvāh) c̦ĕbāōth, " (Dio) delle schiere celesti ", plurale di c̦ābā', lat. eccl. Satan, gr. Σατα̃ν, l'ebr. Sātān " avversario " ed è assai verosimile che ...
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TARGŪM (aramaico e neoebraico targūm: plurale neoebraico targūmīm "traduzione", poi la "traduzione" per eccellenza)
Umberto Cassuto
Questo nome designa le traduzioni della Bibbia in aramaico giudaico.
A [...] dei Maccabei esse erano indubbiamente già in uso. Certo è che la traduzione veniva fatta oralmente: dopo che l'anagnoste (ebr. qōrē) aveva letto dal rotolo scritto che teneva davanti un versetto o alcuni versetti del testo originale, un apposito ...
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Libro dell'Antico Testamento, così chiamato dai Latini fin dal sec. III, ma dai Greci e dagli Ebrei più rettamente detto Sapienza (o Sentenze) di Gesù figliuolo di Sirac o semplicemente Sirac, uno di quelli [...] visto egli stesso in quella lingua e col titolo (non confermato da altro documento, ma certo acconcissimo) di "?Parabole" (ebr. mishlē) come i Proverbî di Salomone. Nel Talmud e dagli antichi rabbini ne sono citate molte sentenze, ora in ebraico ...
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Il fondatore del cristianesimo e della Chiesa; secondo la fede cristiana, il Redentore del genere umano e, conforme alle definizioni dei primi quattro concilî ecumenici, il Figlio di Dio, Verbo incarnato, [...] parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo" (Ebr. 1,1-2). E ancora: "Dio nessuno l'ha mai visto; proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato ...
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. Allorché gli astri divennero oggetto d'adorazione (vedi astrolatria), lo stesso caelus aeternus (cfr. Cicerone, Somn. Scip., 4), anzi la stessa eternità (cfr. Proclo, In Timaeum, 248 D), in greco ὁ ᾿Αιών, [...] 8, ecc.); ma non è ignorata l'idea spaziale nel senso di "mondo" (cfr. il doppio senso, temporale e spaziale, del lat. saeculum e dell'ebr. ‛olām), o di parti del mondo (I Cor., III, 18; Ebrei, I, 2; XI, 3 e forse Matt., XIII, 22; Marco, IV, 19), e l ...
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SISTI, Gennaro
Alessandro Catastini
Nacque a Melfi nel 1700.
Studiò presso il seminario arcivescovile della città natale sotto la guida del canonico Alessio Simmaco Mazzocchi. Attorno al 1742 ottenne [...] le cognizioni ulteriori, e pratica di que’ precetti; nella Terza, taluni passi Ebr. confermanti i Dogmi di nostra Religione; e copiosa Sintassi della Gram. Ebr... Seconda edizione più corretta, con ordine assai più chiaro, e con notabili ...
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kibbuz
kibbùz (o kibbùtz) s. m. – Adattamento grafico del sost. ebr. qibbūṣ, che significa propr. «raccolta, adunanza» e indica, nell’ebraico moderno, le comunità agricole a gestione collettiva sorte in Palestina in seguito alla colonizzazione,...
siclo
(o sciclo) s. m. [dall’accadico shiqlu, ebr. sheqel]. – 1. Antica unità di misura di peso (corrispondente a 1/60 o 1/50 di mina: v. mina2), usata dai Babilonesi e dagli Ebrei. Presso questi ultimi era così chiamata anche una moneta d’argento...