Grammatico ebreo (n. Fez fine sec. 10º - m. inizî 11º), vissuto a Cordova. Rilevò, partendo dall'arabo, il trilitterismo delle radici ebraiche, chiarendo i fenomeni della coniugazione verbale. Le sue opere [...] sono specialmente dedicate ai verbi deboli e alla vocalizzazione. È a ragione considerato il fondatore della grammatica ebraica. ...
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PACANOWSKI, Davide
Giovanni Duranti
PACANOWSKI, Davide. – Nacque il 29 dicembre 1904 a Łodz (Polonia) in una famiglia di antiche origini ebraiche, primogenito di Hermann, industriale del settore tessile, [...] e di Augusta Roth, scultrice; ebbe due sorelle: Felicia, pittrice dell’École de Paris, ed Erna, pianista e concertista, morta in un campo di concentramento in Germania, insieme ai genitori.
Compì gli studi ...
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Storico arabo (m. 728 d. C.); fu tra i primi a raccogliere tradizioni sulle origini dell'Islam, e soprattutto sulle credenze cristiane ed ebraiche. Le sue opere ci sono giunte in frammenti presso autori [...] più tardi ...
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Pensatore ebreo (1565-1630). Nella sua opera più importante, Shne Luhoth ha Berith ("le due tavole del Patto"), esposizione di riti e dottrine ebraiche in chiave cabbalistica, sottolineò il valore della [...] gioia nel servizio divino; ebbe grande influenza sull'ebraismo europeo, anticipando temi fondamentali del movimento hasidico ...
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Baron, Hans
Storico tedesco (Berlino 1900-Urbana, Illinois, 1988), allievo di W. Goetz ed E. Troeltsch. Costretto a emigrare a causa delle sue origini ebraiche, ha insegnato a Oxford (1939-42) e successivamente [...] alla Johns Hopkins university (1946-47). Naturalizzato statunitense nel 1945, è stato research fellow and bibliographer della Newberry library di Chicago (1949-65). Si è dedicato in partic. al Rinascimento ...
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DA ZARA, Giuseppe
Luciano Segreto
Nacque a Padova il 3 febbr. 1855 da Mosè e Carolina Trieste. Apparteneva ad una di quelle ricche famiglie ebraiche che si erano stabilite nel Veneto ed avevano raggiunto [...] contatto fra loro personaggi, ambienti sociali ed economici (si pensi ai suoi legami con il mondo della finanza ebraica) ed aree geografiche altrimenti piuttosto "distanti", se non addirittura incomunicanti, fece di lui un prezioso protagonista della ...
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Lessicografo, grammatico e commentatore ebreo della Bibbia (sec. 10º), di setta caraita; per primo rilevò la parentela tra l'ebraico e l'arabo e divise le radici ebraiche secondo il numero delle radicali. ...
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Nome con il quale è noto in Occidente il medico musulmano di Spagna Abū Marwān ibn Zuhr (Siviglia 1090 circa - ivi 1162), le cui opere, attraverso versioni ebraiche e latine, esercitarono notevole influenza [...] sulla medicina europea sino al sec. 17º. Anche suo padre Abūl-῾Alā' Zuhr ibn Abī Marwān fu distinto medico ...
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Teologo (Valenza 1711 - Madrid 1794), prof. di ebraico a Valenza e a Salamanca, umanista, filologo, storico della letteratura e dell'arte. Fu anche profondo conoscitore delle monete ebraiche, intorno alle [...] quali scrisse varie dissertazioni. Fra le opere: Damasus et Laurentius hispani asserti et vindicati (1766); De numis hebraeo-samaritanis (1781-1790) ...
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PAGGI, Mario
Luca Polese Remaggi
PAGGI, Mario. – Nacque a Murlo, in provincia di Siena, il 10 febbraio 1902, figlio di Edoardo, medico condotto di origini ebraiche, e da Ines Sadun.
Compì gli studi [...] di giurisprudenza sotto la guida di Piero Calamandrei, che ne influenzò la maturazione politica nel clima della fascistizzazione dell’ateneo senese.
Il 29 maggio 1923, nel cortile del rettorato, celebrò ...
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ebraicista
(o ebraista) s. m. e f. [der. di ebraico] (pl. m. -i). – Conoscitore, studioso della lingua ebraica, o, più genericam., esperto di storia, cultura, tradizioni e costumi ebraici.
ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...