Poeta arabo (m. 629 circa) più noto col soprannome di al-A῾shā, uno dei maggiori dell'epoca di Maometto, del quale cantò le lodi pur senza farsi musulmano. ...
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Uomo politico e scrittore portoghese (Cartaxo, Santarém, 1856 - Lisbona 1919), uno dei più fecondi drammaturghi della sua epoca. Oltre a numerosi drammi in versi (Leonor Teles, 1879; A pérola, 1885; Os [...] Castros, 1893; Dor suprema, 1896; O regente, 1897; ecc.), scrisse anche poesie (Meridionais, 1882; O grande amor, 1918), racconti (Na Azenha, 1896) e romanzi storici (Os quatro reis impostores, 1908) ...
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Umanista (Zurigo 1388 circa - Lucerna 1458 circa), cantore del capitolo di Zurigo. Scrisse tra l'altro, all'epoca del Concilio di Basilea, il De libertate ecclesiastica, il Dialogus de nobilitate et rusticitate [...] e il De credulitate daemonibus adhibenda, opere di polemica politico-religiosa nelle quali già si rivela il libero spirito critico del Rinascimento umanistico ...
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Attrice e scrittrice (Copenaghen 1812 - Bonderup, Ringsted, 1890), moglie di Johan Ludvig. Dominò le scene danesi nell'epoca che precede Ibsen e fu grande interprete di quel realismo poetico-romantico [...] di cui il marito era il massimo teorico. Scrisse dei vaudevilles (tra cui En söndag paa Amager "Una domenica ad A.", 1848), una biografia di P. A. Heiberg e di Th. Gyllembourg (1882), un'autobiografia ...
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Poeta romeno (Târgovişte 1810 o 1812 - Bucarest 1885). Partecipò ai tentativi rivoluzionarî e alle congiure patriottiche dell'epoca. Esordì a venti anni con poesie romantiche d'imitazione francese: le [...] sue migliori liriche (ediz. completa, 1863) che, per l'elevatezza dei concetti e l'eleganza della forma, sono considerate come classiche nella letteratura romena, sono ispirate alla storia romena e ai ...
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Scrittore lettone (1839-1920). Insieme col fratello Matīss (1848-1926) scrisse il romanzo satirico Merniēku laiki ("L'epoca degli agrimensori", 1879) e dei volumi di ricordi su un viaggio nell'Europa occid. [...] (Balss) e sulla vita popolare lettone (Vija "Corona di fiori", I-IV, 1893-1904). I K. possono essere considerati i creatori del romanzo lettone. Contadini di origine, hanno creato tipi e scene popolari ...
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Notaio (n. Gemona sec. 13º); insegnò nello studio di Padova dal 1290 circa a dopo il 1307, epoca in cui pare si sia trasferito per un certo tempo in Lombardia presso i Della Torre. Appartenne al cenacolo [...] padovano di poeti latini e scrisse verso il 1300 un poemetto in distici sulla Festa delle Marie, nel quale descrive la cerimonia veneziana dello sposalizio del mare, e verso il 1304 un poema, in esametri ...
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Scrittore greco, di cui sono incerti il nome, l'origine (forse di Laerte in Cilicia) e l'epoca (ma probabilmente verso la metà del 3º sec. d. C.). Di lui ci è pervenuta una raccolta delle vite dei più [...] illustri filosofi, il cui titolo è incerto.
Opere
La sua opera è composta di un proemio, in cui si fa la storia dell'origine della filosofia presso i più antichi popoli, e di dieci libri di biografie, ...
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ALFIERI, Alberto
Giuseppe Oreste
Nato ad Albano, presso Vercelli, nella seconda metà del sec. XIV, emigrò in epoca imprecisata a Genova, ove prese la cittadinanza genovese e visse sino ai primi anni [...] del sec. XV. Quindi si trasferì a Caffa nel Mar Nero, ove insegnò grammatica. A Caffa, intorno al 1421, scrisse l'Ogdoas,opera in prosa latina, divisa in otto capitoli e in altrettante giornate (di qui ...
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Soprannome del poeta arabo Ḥammām Ibn Ghālib (n. 640 circa - m. Bassora 732), uno dei tre maggiori dell'epoca omayyade. Scrisse poesie amorose, encomiastiche, elegiache, ma è soprattutto famoso per le [...] invettive poetiche scambiate col suo rivale Giarīr (Naqā'iḍ, poesie amebee dello stesso metro e rima) ...
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epoca
època s. f. [dal gr. ἐποχή, propr. «sospensione, fermata», der. di ἐπέχω «trattenere»]. – 1. Propr., punto fisso nella storia, segnato da qualche avvenimento memorabile, da cui si comincia a contare una nuova serie di anni; o spazio...
epoche
epochè s. f. [traslitt. del gr. ἐποχή (v. epoca)]. – In filosofia, la sospensione dell’assenso e, più in generale, del giudizio, considerata dagli scettici antichi come necessaria, data l’assoluta incertezza di ogni conoscenza concernente...