Si chiamano dimostrativi tutti quegli elementi ➔ deittici la cui interpretazione presuppone necessariamente il riferimento a componenti della situazione comunicativa (➔ contesto). Della categoria dei dimostrativi [...] si parla allora di deissi emotiva (Lakoff 1974) o empatica (Lyons 1977). Il dimostrativo (sia distale che prossimale) rafforzato ha ad es. un chiaro valore spregiativo nei casi seguenti:
(3) a. lo ha detto quello là
b. questo qua pretende di avere ...
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L’aferesi (lat. aphaeresis, dal gr. aphairéo «sottrarre») è un fenomeno fonetico che consiste nella caduta di uno o più foni all’inizio di parola (Del Popolo 20042).
L’aferesi è diffusa soprattutto nel [...] , specie in quello trascurato, informale, rapido (che taluni chiamano parlato allegro), oppure popolare o regionale. È frequente, per es., la caduta della vocale atona iniziale di parola, in particolare prima di un nesso nasale + consonante e negli ...
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intensità Il grado di forza con cui si produce o manifesta un fenomeno.
Fisica e tecnica
Intensità del campo elettrico
Grandezza vettoriale, di solito indicata con E, definita come il rapporto tra la [...] si può, a norma di definizione, misurare con un adatto dispositivo (per es., un dinamometro o una bilancia di torsione) la forza F agente su muscolare, con conseguente maggiore i. sul piano acustico (per es., nel t di dato rispetto al d di dado). L ...
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In grammatica, parti del d., le varie categorie nelle quali la grammatica tradizionale suole dividere il corpo lessicale di una lingua, in base alla funzione che le singole parole adempiono nella frase. [...] diretto, in cui le parole sono riprodotte nella forma originale (per es.: Mi disse: «Tornerò domattina») e un d. indiretto, nella forma voluta dalle leggi della dipendenza sintattica (per es.: Mi disse che sarebbe tornato l’indomani mattina). Si ...
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semantema In linguistica, elemento della parola portatore del significato, in quanto separato dal morfema, cioè dal suffisso flessionale, che ne determina la funzione sintattica nella frase. Una volta [...] irriducibile di un vocabolo, portatrice del significato generico che è alla base dell’eventuale famiglia lessicale dei derivati (per es., in it. cant- in canto cantare cantore ecc.). Il s. tematico esprime la pura nozione lessicale e coincide con ...
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In linguistica strutturale, l’ analisi in c. immediati è la teoria secondo cui la frase non è una semplice successione di termini connessi l’uno all’altro, ma è formata da una combinazione di sintagmi, [...] in c. immediati permette di mostrare come enunciati diversi per il loro aspetto esterno abbiano una medesima struttura: per es., il ragazzo lancia la palla, il padre legge il giornale sono frasi riconducibili a uno stesso schema sintattico del ...
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Nella storia della lingua letteraria italiana Gabriele D’Annunzio (Pescara 1863 - Gardone Riviera, Brescia, 1938) occupa un posto di primo piano, per due ordini di ragioni. Innanzi tutto, si tratta di [...] da autori lontanissimi per gusto e sensibilità, come, per es., Montale (Mengaldo 1975: 13-106). Ma anche per a volte anche i non molti neologismi dannunziani, come, per es., il fortunato velivolo, raro aggettivo poetico (riferito alla velocità delle ...
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L’area abitata dagli slavi alpini, un tempo più estesa verso ovest, è attualmente ristretta alla fascia di confine con la Slovenia, nella parte orientale del Friuli-Venezia Giulia (fig. 1). La colonizzazione [...] posto nella frase (con perdita della cosiddetta legge di Wackernagel): per es., sa diwa muko «si mette la farina», ga ublikla? « e vede»;
(d) il fenomeno della ripresa pronominale dell’oggetto: per es., mlë to mi plaža «a me mi piace», mene me na nič ...
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Botanica
È detto ovario m. l’ovario quando sta in fondo alla coppa del ricettacolo fiorale, senza aderire alle pareti di questa; si ha nei fiori perigini.
Linguistica
Diatesi o forma verbale considerata, [...] ha per sé significato positivo o negativo o che in genere annuncia un modo d’essere senza implicare la determinazione di esso (come per es., in lat., fortuna, ars ecc.).
Matematica
Termini m., e più spesso i medi, in una proporzione a:b=c:d, il 2° e ...
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In grammatica, articolo d. (o anche determinato), quello che determina l’oggetto, lo indica cioè con più esattezza e lo individua (➔ articolo); aggettivi d. (o indicativi), gli aggettivi pronominali, [...] si dice d. l’ideogramma che precede un nome per indicare la classe tipologica in cui rientra l’oggetto nominato; è destinato a facilitare la lettura della parola seguente, ma non è letto. I d., per es., erano numerosi nel sistema cuneiforme. ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...