L’ossimoro (dal gr. oksýmōron, comp. di oksýs «acuto» e mōrós «stolto, folle») è un procedimento retorico (➔ retorica) che consiste nell’unire due parole o espressioni che sono inconciliabili nel significato [...] La bufera e altro, vv. 44-45); ovvero, come in Giuseppe Ungaretti, si rivela disponibile a mescolarsi con altre figure, ad es. con l’➔ epifonema («La morte / si sconta / vivendo»: “Sono una creatura”, in Il porto sepolto, vv. 12-14).
A metà Novecento ...
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Sedicesima lettera dell’alfabeto greco (maiuscolo Π, minuscolo π) corrispondente al p latino.
Fisica
Il teorema π è il teorema fondamentale della similitudine meccanica, noto anche come teorema di Buckingham [...] è R2π; c) metodo degli isoperimetri: fissata una lunghezza, per es. 2, si osserva che i raggi e gli apotemi dei poligoni è 1/π; d) metodo degli equivalenti: fissata un’area, per es. 1, si osserva che i quadrati dei raggi e degli apotemi dei ...
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Quarta lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
Deriva, attraverso il delta greco (Δ), dal dalet fenicio. Dall’originaria capitale si sono svolte, tanto nell’alfabeto latino quanto nel greco, le varie [...] ’esito normale della d latina; nel grado tenue, inoltre, ha preso il posto della t in molte parole più o meno popolari (es. strada, lat. strata). Davanti a i semiconsonante si può trovare d quasi soltanto nei latinismi e nei grecismi.
Chimica
D è il ...
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La scrittura e la lingua. - I più antichi esempi di scrittura del mondo cretese-miceneo sono stati trovati a Creta e risalgono a circa il 2000 a. C.: si tratta in generale di pochi segni isolati in scrittura [...] sede in grotte, luoghi all'aperto recinti o no da muri, o in vani. Alcune grotte, poi dedicate al culto (ad es. Arkalochori), furono occupate fin dal minoico primitivo, ma le prime sicure tracce di culto si hanno solo nel minoico medio nelle grotte ...
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La d. nasce nel 19° secolo con ritardo rispetto alla linguistica tout court, e non soltanto perché ne forma un sottoinsieme ancillare, dedito all'indagine sulle varietà (di frequente segnate da inferiorità [...] ottica, dialetto veniva impiegato senza connotati sociali: cfr., per es., Les dialectes indo-européens, fortunata sintesi con cui A , New York 1867, p. 175 (e persiste ancora oggi, per es., fin nel titolo Ancient indo-european dialects, a cura di H. ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] che solo un uso vivo e comune avrebbe potuto determinare (Patota 1987: 154): e quindi coesistono forme come, per es., nella fonetica romore / rumore, nutrire / nodrire, devo / debbo / deggio; nella morfologia ei, eglino, elleno; il tipo in -a della ...
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Il termine appellativo è usato in grammatica e in linguistica con vari significati:
(a) come sinonimo di nome comune, in opposizione a nome proprio, all’interno della classe dei nomi (➔ nomi);
(b) come [...] generica di figure professionali ‘basse’ titoli come capo (che si usa però anche per rivolgersi a personale in divisa, ad es. capistazione e controllori) o maestro, non privo quest’ultimo di una lieve coloritura ironica.
Sebbene, come già detto, gli ...
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Nella fenomenologia dell’➔interferenza linguistica un posto particolare è occupato dalle condizioni di sostrato, adstrato e superstrato. In senso ampio, tali nozioni fanno riferimento al prestigio linguistico, [...] , si attribuiscono voci come machĭna, che continua mākhaná e non lo ionico-attico mēkhanḗ. Lo stesso tratto riaffiora, per es., nel calabrese e siciliano nasida, -ita «striscia di terra coltivata lungo un fiume» < nāsida (accusativo) e non nēsida ...
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Sono in generale definiti substandard gli elementi che, nell’architettura sociolinguistica di una lingua (➔ varietà), stanno al di sotto dello standard (➔ italiano standard), vale a dire occupano i settori [...] due favori, non mi ha detto neanche grazie
può, per es., essere considerata tipica sia di un registro informale trascurato sia di è in presenza di una varietà primariamente diastratica. Per es., se nella stessa frase sopra riportata si avesse una ...
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Termine coniato da J.W. Goethe (ted. Morphologie) nel 1785 per indicare l’anatomia comparata; significa, in generale, studio, descrizione delle forme.
Biologia
Studio della forma e della struttura degli [...] vivente nel tempo.
La m. esterna si sviluppò lentamente dal Rinascimento fino al 19° sec., in confronto, per es., alla sistematica, essendo i botanici interessati più che altro al lavoro minuzioso, ma necessario, della descrizione dei diversi organi ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...