TERRACINI, Benvenuto
Glottologo, nato a Torino il 12 agosto 1886. Nel 1925 fu nominato alla cattedra di glottologia a Cagliari, passò poi a Padova (1926) e successivamente a Milano (1929), dove rimase [...] di alcune particolarità del latino ad un sostrato prelatino di tipo etruscoide (Su alcune congruenze fonetiche fra etrusco e italico, in Studi etruschi, III, 1929, e V, 1931), e rimstruì le vicende del ligure antico (Spigolature liguri, in Archivio ...
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Linguista, nato a Trento il 2 aprile 1888. Compiuti gli studî universitarî a Vienna, Parigi e Firenze, ottenne nel 1924 la libera docenza a Roma e nel 1928 a Bonn. Insegnò dal 1925 al 1931 all'università [...] , Parigi 1931), sia indagando il concetto generico di mediterraneità preariana nei suoi varî aspetti: etrusco (Nomina Tusca in Dioscoride, in Studî Etruschi, VII, 1936), ligure e sicano (Contatti e conflitti di lingue nell'antico Mediterraneo, in ...
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Semerano, Giovanni. – Filologo, linguista e bibliotecario italiano (Ostuni 1911 - Firenze 2005). Allievo del filologo E. Bignone, dopo la laurea in Lettere conseguita all'Università di Firenze nel 1934 [...] pubblicazioni occorre citare L'infinito: un equivoco millenario: le antiche civiltà del Vicino Oriente e le origini del pensiero greco (2001), Il popolo che sconfisse la morte: gli Etruschi e la loro lingua (2003) e La favola dell'indoeuropeo (2005). ...
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L’area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione geografica, è stata interessata da vicende storiche piuttosto complesse, sebbene la geografia non le abbia assegnato confini naturali rigidamente [...] , di stirpe italica, a sud), con una bipartizione simile a quella che allora si poteva osservare anche nella vicina Umbria (abitata dagli Etruschi, stanziati a ovest del corso del Tevere, e dagli Umbri, di stirpe italica come i Piceni, a est), e che ...
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Lingua e lingue
Luisa Mattia
Le parole dei bambini
Tutti i bambini imparano a comunicare. Molto rapidamente arrivano a capire e a usare il linguaggio del proprio gruppo sociale attraverso diverse fasi [...] a ogni suono emesso. In breve tempo, il sistema dell'alfabeto si diffuse in tutta l'area del Mediterraneo. Greci, Etruschi, Umbri e Latini lo assunsero come sistema di scrittura, cambiandone alcune lettere.
Suoni e segni
I Fenici vivevano lungo le ...
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X
. Lettera estranea all'alfabeto italiano; era la ventunesima e ultima dell'alfabeto latino sino al sec. I a. C.; come forma essa corrisponde alla Χ χ dell'alfabeto greco, ma come suono corrisponde [...] sistema di numerazione latina il valore di 10, non sembra che abbia connessione con la lettera; esso esiste infatti presso gli Etruschi, nel cui alfabeto la lettera mancava; sembra che il segno sia originato dall'accostamento di due V, segno del 5. ...
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CECI, Luigi
Tullio De Mauro
Nacque ad Alatri (Frosinone) il 27 febbr. 1859 da Vincenzo e Maria Minocci.
Restò sempre molto legato alla sua terra: diventato accademico famoso, ad Alatri acquistò e restaurò [...] si era volto a indagare i rapporti tra latino e ambiente linguistico non indoeuropeo, in particolare tra latino e lingua degli Etruschi e, secondo la linea che gli fu propria di integrazione del dato linguistico nella sua base storica, tra Roma e gli ...
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L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il De vulgari eloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] parlata in Italia, ma il toscano era anche nato da una corruzione più antica, prodottasi nel contatto tra il latino e l’etrusco.
Questa è sembrata un’anticipazione dei concetti moderni di ➔ sostrato e superstrato, ma non si deve calcare troppo sulle ...
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L’Emilia-Romagna è formata da due parti di estensione equivalente, l’una piana e l’altra collinare e montuosa, unite da un asse che va da Cattolica, sull’Adriatico, a Stradella, presso il Po. Il territorio [...] ’archeologia, e la fase gallica – con l’arrivo di popolazioni prive di scrittura – responsabile del lento tramonto degli Etruschi.
La colonizzazione di una delle regioni dove si è manifestata più intensamente la romanizzazione rientra nel modello di ...
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BOTTIGLIONI, Gino
Tullio De Mauro
Nacque a Carrara, il 15 sett. 1887, quinto figlio di Francesco, che dirigeva un modesto laboratorio di scultura, e di Marcella Fabricotti. Studiò a Carrara e Pisa, [...] D e R nell'alfabeto umbro), in Silloge linguistica dedicata alla memoria di G. I. Ascoli, Torino 1929, pp. 241-70; L'ermeneutica etrusca, in Annuario della R. Università di Pavia per l'anno accad. 1933-34, pp. 15-45.
Nell'ambito indoeuropeistico il B ...
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etrusco
agg. [dal lat. Etruscus] (pl. m. -chi). – 1. Dell’antica Etruria, regione dell’Italia centrale corrispondente all’odierna Toscana e Lazio settentr.: il popolo e.; l’arte, la civiltà, la lingua e.; museo e.; antichità etrusche; riva...
toscano
agg. e s. m. [lat. Tuscanus, der. di Tuscus, pl. Tusci, altro nome con cui furono indicati gli Etruschi, cioè gli abitanti dell’Etruria: v. tósco e etrusco]. – 1. agg. Che appartiene o si riferisce alla Toscana e ai suoi abitanti:...