DONDI DALL'OROLOGIO, Giovanni
Tiziana Pesenti
Nacque a Chioggia (prov. di Venezia) intorno al 1330, secondogenito del medico Iacopo e della nobile Zaccarota di Daniele Centrago.
Le origini della famiglia [...] torre e ruotante in ragione di un anno comune e da altre ruote verticali di 60 0 72 denti ingrananti con essa. Le facce inferiori della torre erano occupate da un quadrante orario, un quadrante per le feste liturgiche fisse, un terzo per le mobili e ...
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DE SARLO, Francesco
Patrizia Guarnieri
Nacque a San Chirico Raparo, paese dell'Appennino calabro-lucano in provincia di Potenza, il 13 febbr. 1864 da Luigi e da Stella Durante. Alle idee di rinnovamento [...] .
Nello stesso anno stampò un articolo sopra un soggetto che da tempo lo affascinava, come un "prisma a parecchie facce", difficile da comprendersi in tutta la sua complessità. Ne I sogni. Saggio psicologico (Napoli 1887), riassunse le ricerche già ...
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GUGLIELMINI, Domenico
Anna Rita Capoccia
Nacque a Bologna, da Giulio e da Gentile Neri, il 27 sett. 1655. A Bologna studiò matematica con G. Montanari e medicina con M. Malpighi: dal primo fu introdotto [...] in fisica), formulata da B. Cavalieri. A proposito della cristallizzazione dei sali, il G. afferma che gli angoli formati dalle facce dei cristalli sono costanti e la forma del cristallo grosso è analoga a quella delle minime particelle dello stesso ...
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BOLLÈA, Giovanni
Matteo Fiorani
Nacque a Cigliano, in provincia di Vercelli, il 5 dicembre 1913 da Gelsomino e da Rosa Gaida.
Il padre, già emigrato negli Stati Uniti nel 1904 ma costretto a tornare [...] apprese la definizione di neuropsichiatria infantile come scienza di ogni forma di disadattamento infantile e giovanile a due facce: somato-psichica e pedagogico-sociale. Dall’aprile 1949 cominciò a lavorare presso la stessa clinica per conseguire il ...
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faccenda
faccènda s. f. [lat. facienda «cose da farsi», gerundivo neutro pl. di facĕre «fare»]. – 1. Cosa da fare, da sbrigare: essere in faccende, essere occupato in varie cose da sbrigare; si usa per lo più al plur., e al sing. soltanto...