BENAMOZEGH, Elia
Renzo De Felice
Nacque a Livorno, dove trascorse tutta la sua vita, il 24 apr. 1823 da Abraham e da Clara Curiat, ebrei marocchini stabilitisi da vari anni nella città toscana. La famiglia [...] Em la-Miqrà (il B. replicò loro con una lettera apologetica in ebraico pubblicata a Livorno nel 1865). Ciò non toglie che il B. sia all'ebraismo e conciliare al tempo stesso ragione, civiltà e fede. Questa posizione del B. fu ampiamente ripresa da A. ...
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inferno
Maria Pia Ciccarese
Il luogo dell'eterna punizione dei malvagi
L'inferno, secondo il significato dell'aggettivo latino infernus ("che sta sotto", "inferiore"), è il luogo sotterraneo e tenebroso [...] .
Un oltretomba indifferenziato è lo se'ol di cui parla la Bibbia ebraica, una "fossa profonda" (Salmo 88, 7) "dove la luce i defunti viene affiancata, e ben presto sostituita, dalla fede nella retribuzione ultraterrena, secondo cui dopo la morte l' ...
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AMATO Lusitano
Bruno Nardi
Medico portoghese della famiglia israelitica Chabib (cognome latinizzato Amatus), nato nel 1511 di a Castel-Branco in provincia Beira; è detto anche Ioannes Rodericus, in [...] per il suo carattere di sleale marrano che disonorava la fede avita non meno della cristiana. Ai primi accenni di Centuria di curationes, che sarà l'ultima.
Raggiunta la comunità ebraica di Salonicco, riprese a praticare la religione dei suoi padri, ...
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angoscia
Termine che in campo psicologico designa uno stato doloroso di ansietà. Dopo una lunga elaborazione nel campo della religione e della teologia gnostica, ebraica e cristiana, a partire soprattutto [...] . Questa costante coscienza della morte ci stacca da ogni finitezza e ci rende veramente infiniti aprendoci alla fede, che è, dice Kierkegaard riferendosi esplicitamente a Hegel, «la certezza interiore che anticipa l’infinito».
Jaspers
Rifacendosi ...
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Berlin, Isaiah
Stefano De Luca
Filosofo e storico delle idee inglese, di famiglia ebraica di origine lettone, nato nel 1909 a Riga e cresciuto a Pietrogrado, B. si trasferì in Inghilterra nel 1921 e [...] (ebraica, russa, anglosassone), si mescolano differenti esperienze formative (tradizione ebraica, vero e proprio «shock», perché scosse la sua «vecchia fede» filosofica, incentrata sulla convinzione – largamente dominante nella cultura occidentale ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Marcella Raiola
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel Cinquecento, la storia degli ebrei è caratterizzata dall’espulsione della comunità [...] avvio alla politica di segregazione nei ghetti. La cultura ebraica, scossa dagli eventi, dà forma a nuove correnti fenomeno del “marranesimo” (dove marrano è l’ebreo convertito alla fede cattolica ma che continua a professare in segreto anche il rito ...
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Dio
Raffaele Savigni
Essere sovrumano venerato dalle diverse religioni
In ogni tempo uomini delle più diverse culture hanno creduto all'esistenza di forze superiori. Greci e Romani credevano in numerose [...] 'uomo, che risponde affidandosi alla divinità con un atto di fede.
Le religioni orientali presentano per lo più la Divinità come , ma vivesse felice della sua solitudine. Nella religione ebraica invece Dio era concepito come una persona pronta a ...
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sinagoga
Elena Loewenthal
Il luogo di preghiera degli ebrei
La sinagoga è il luogo dove gli ebrei si riuniscono a pregare, ma è molto diversa da una chiesa cristiana: questo in ragione della sua storia, [...] cui appartiene, della fede che lo tiene unito. La sinagoga è qualche cosa di meno di una chiesa, perché non è un luogo sacro, ma al tempo stesso è qualche cosa di più, perché è un’autentica protagonista della vita ebraica
La voce della preghiera ...
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ascetismo
Emanuela Prinzivalli
Purificazione interiore e distacco dal mondo
L'ascetismo è una delle pratiche spirituali attraverso cui gli uomini tentano di migliorare sé stessi e, se sono credenti, [...] di ricongiungersi con Dio.
Nel cristianesimo, che riprende dall'ebraismo la fede nella creazione del mondo da parte di un Dio unico, l della letteratura ebraica di quel periodo ‒ molto autorevoli, ma che non vennero inseriti nella Bibbia ebraica ‒ il ...
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Buber, Martin
Storico del giudaismo e filosofo austriaco della religione (Vienna 1878 - Gerusalemme 1965). Di famiglia ebrea proveniente dalla Galizia (od. Polonia), fu seguace del sionismo dal 1898 [...] si dedicò allo studio della tradizione ebraica a partire dai tempi biblici fino al movimento sionistico contemporaneo. Nelle sue opere sul giudaismo volle anzitutto rispondere alla sfida lanciata alla fede dal pensiero e dalla cultura occidentali ...
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osservante
agg. e s. m. e f. [part. pres. di osservare]. – Che osserva, cioè rispetta, una regola, una disposizione e sim.: essere o. dei regolamenti, delle prescrizioni, delle leggi, dei precetti, degli impegni assunti, dei trattati, delle...
paganesimo
paganéṡimo (ant. paganésmo, paganismo) s. m. [der. di pagano; cfr. lat. paganismus]. – 1. a. La religione dei pagani, con riferimento alle concezioni politeiste del mondo greco-romano, spec. considerate in opposizione al cristianesimo;...