Poeta e pensatore tedesco (Marbach, Württemberg, 1759 - Weimar 1805). Figlio di un medico militare, seguì il padre nei continui cambiamenti di residenza, finché (1773), per iniziativa del duca del Württemberg, [...] positivista. Sennonché in questa cornice di alta nobiltà del sentire, di eloquenza travolgente e categorica, con il sussidio di un linguaggio smagliante, filosoficamente esatto, e di un ritmo serrato nel verso e nella prosa, S. fu maestro ...
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Scrittore russo (Mosca 1821 - Pietroburgo 1881). Frequentò a Pietroburgo la scuola militare d'ingegneria. Terminati gli studî nel 1843, fu promosso ufficiale, ma preferì dedicarsi alla letteratura. Il [...] stanze muffite, osterie, vicoli sudici alla luce appannata di rari fanali. Il linguaggio è frettoloso, febbrile, esasperato. Nemico del dogmatismo filosofico e del gioco dialettico, ansioso sempre di personificare, D. delinea una galleria di figure ...
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Filosofo (Dysert, Irlanda, 1685 - Oxford 1753). Studiò a Dublino presso il Trinity College, dove fu anche lettore (dal 1707 al 1724), insegnando di volta in volta greco, ebraico e teologia. Ministro della [...] di Newton. B. guardò alla filosofia di Malebranche come a un precedente della che non sono altro che un linguaggio divino in cui gli scienziati rintracciano numerose occasioni a difendere i principî politici del partito tory. Su questa linea sono i ...
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Benedettino (Magonza 784 circa - ivi 856). Enciclopedista, organizzatore e divulgatore di cultura tra i più importanti dell'alto Medioevo, operando alle frontiere della cristianità, R. portò avanti, con [...] esprimersi con chiarezza ed eleganza di linguaggio, secondo il modello degli autori sua prospettiva, la conoscenza della filosofia pagana e delle arti liberali imperatore Ludovico il Pio e al papa, copie del 9º sec., nella Biblioteca Vaticana, nella ...
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Scrittore tedesco (Heidelberg 1895 - Wilflingen 1998). Figura tra le più complesse e discusse della cultura tedesca del 20° sec., in provocatorio disprezzo della politicizzazione delle lettere si pose [...] stile elevato sino alla ricercatezza e per il linguaggio spesso volutamente cifrato che reclama una disagevole della filosofia. Fino al 1933 fu in contatto con circoli rivoluzionarî d'ispirazione nazionalistica, ma all'avvento del nazismo si ...
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Artista e scrittore italiano (Roma 1926 - ivi 2009). Personalità complessa, ha affrontato con modalità espressive diverse (dalla scrittura alla pittura, dall'installazione alla performance) tematiche legate [...] . In questi anni elabora libri d'artista (Linguaggio è guerra, 1975); del 1975 sono le prime azioni con proiezioni su oggetti , 1980, L'Aquila, Teatro Comunale; Che cosa è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo, 1980, L ...
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Storico ateniese (430-354 a. C. circa), figlio di Grillo e di Pandora, del demo di Erchia; di famiglia aristocratica, militò (404) contro i democratici di Trasibulo. Fu discepolo di Socrate senza però [...] appieno l'altezza morale del maestro; del resto non ebbe reale disposizione alla filosofia, né attitudini critiche che potessero farne un vero storico. Fu scrittore piacevolissimo, di grande nitidezza e purità di linguaggio, benché talvolta manchi di ...
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Filosofo e storico della filosofia tedesco (Breslavia 1874 - New York 1945); dal 1919 fu prof. e poi rettore nell'univ. di Amburgo; esule per le persecuzioni razziali naziste, fu prof. a Oxford (1934), [...] nel pensiero filosofico e scientifico . 1961-66) C. concepisce anche il mito, il linguaggio, la religione, l'arte, ecc., come forme simboliche ; trad. it. 1950). All'elaborazione del concetto di forma simbolica corrispose un ampliamento dell ...
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Filosofo francese (El Biar, Algeri, 1930 - Parigi 2004). Di formazione fenomenologica, studioso di Nietzsche, Heidegger e Levinas, della psicoanalisi e dello strutturalismo, D. fu uno dei protagonisti [...] di Filosofia all'Ecole Normale Supérieure di Parigi, tra i fondatori del Collège International del logocentrismo metafisico si accompagna la revisione del "fonocentrismo", in particolare del tentativo dello strutturalismo di concepire il linguaggio ...
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Filosofo greco (6º-5º sec. a. C.), soprannominato per il suo stile ὁ σκοτεινός ("l'oscuro, il tenebroso"). Autore dell'opera in prosa ionica Περί ϕύσεως ("Intorno alla natura"), che si riallaccia, almeno [...] , il pensiero in cui la realtà è concepita e il linguaggio in cui si esprime il pensiero della realtà. "Nome" e che è la madre di tutte le cose, il lògos del mondo. Che poi in questa filosofia, anche per la sua opposizione a quella di Parmenide, si ...
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filosofia
filoṡofìa s. f. [dal lat. philosophĭa, gr. ϕιλοσοϕία, comp. di ϕιλο- «filo-» e σοϕία «sapienza»]. – 1. Nella tradizione occidentale, termine che, a partire da un primo sign. di desiderio di cultura e di conoscenza in generale, si...
linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...