GROSCH, Christian Heinrich
Astrid Schjoldager Bugge
Architetto, nato a Copenaghen il 21 gennaio 1801, morto a Oslo il 4 maggio 1865. Finita l'educazione all'Accademia di Copenaghen, per alcuni anni [...] lavorò al palazzo reale di Oslo sotto la direzione dell'architetto Linstow. Nominato architetto municipale di Oslo nel 1828, gli fu affidata la costruzione d'un gran numero di edifici pubblici tra i quali ...
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peak oil
Carlo Mari
Picco di produzione del petrolio. Il petrolio (➔ ) è una fonte energetica primaria, non rinnovabile e disponibile in quantità finita. Il tasso di produzione di ogni risorsa limitata [...] ne espose i fondamenti nel saggio Nuclear energy and the fossil fuels. L’evoluzione del tasso di produzione di una risorsa finita è descritto da una ‘curva a campana’, in cui si possono distinguere più fasi. La prima è caratterizzata da una crescita ...
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Klein, bottiglia di
Klein, bottiglia di superficie chiusa unilaterale, cioè senza un interno e un esterno, ottenuta da una superficie cilindrica finita e aperta agli estremi (un tubo) che viene deformato [...] con continuità, in modo che un estremo penetri nella superficie e vada a saldarsi con l’altro estremo. Questa operazione, condotta nello spazio euclideo tridimensionale, comporta che un estremo del cilindro ...
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rettificabile
rettificàbile [agg. "che può essere rettificato" Der. di rettificare (→ rettifica)] [ALG] Curva r.: curva tale che ogni suo arco ammetta una lunghezza finita. ...
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Doge di Venezia (m. 1400); distintosi nella guerra contro Genova, era capitano a Candia quando (1382) fu eletto come successore di Michele Morosini. Finita la guerra di Chioggia contro Genova, poté riconquistare [...] Corfù e allargare i dominî dell'Egeo; svolse un'accorta politica di alleanza nel Veneto, ottenendo in pegno dagli Estensi (1395) la contea di Rovigo ...
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Misura e integrazione
M. Evans Munroe
Introduzione
La nozione di integrale viene spesso introdotta considerando il problema di determinare l'area racchiusa da una curva, prendendo un limite di somme [...] a μ se, dato un qualsiasi ε>0, esiste un δ>0 tale che μ(E)〈δ implica ∣σ(E)∣〈ε. Se σ è finita dappertutto ed è numerabilmente additiva, essa è assolutamente continua rispetto a μ se, e soltanto se, μ(E)=0 implica σ(E)=0. Quest'ultima condizione ...
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salto
salto [Der. del lat. saltus -us "atto ed effetto del saltare", dal supino saltum di salire "saltare"] [LSF] (a) Generic., variazione finita di una grandezza fisica, come, per es., il s. idraulico [...] e il s. termico (v. oltre). (b) Specific., variazione discontinua di una grandezza fisica o di un fenomeno, spec. nell'ambito quantistico, dove il principio classico della continuità fisica è sistematicamente ...
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indice di Fredholm
Giacomo Bergamini
Si dice Fredholm un operatore limitato tra due spazi di Banach che ha nucleo e conucleo di dimensione finita. L’indice di un tale operatore viene definito come la [...] differenza tra la dimensione del nucleo e quella del conucleo.
→ Geometria non commutativ ...
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ROSTOVCEV, Jakov Ivanovič
Antonij Vasiljevic Florovskij
Uomo di stato russo, nato a Pietroburgo il 29 dicembre 1803, ivi morto il 6 febbraio 1860. Finita la scuola militare dei paggi, iniziò il servizio [...] nella guardia imperiale. Le sue tendenze letterarie lo avvicinarono a un cerchio di uomini colti, che avevano dei rapporti con la società dei futuri dekabristi, fra i quali il principe E. P. Obolenskij, ...
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Wikicrazia
(wiki-crazia), s. f. Democrazia collaborativa e interattiva, potenziata dalle risorse della rete telematica.
• Se qualcuno si sta ancora chiedendo dove è finita la straordinaria onda emotiva [...] che in primavera ha determinato gli esiti delle elezioni amministrative e dei referendum, la risposta è: sul web. Qui, senza grandi proclami e praticamente senza soldi, si sta sperimentando una nuova forma ...
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finita
s. f. [der. di finire], ant. – Fine: mise mano in altre novelle, e quella che cominciata avea e mal seguita, senza f. lasciò stare (Boccaccio); anche nel senso di morte: Però forse v’aggrada mia f. (Cino da Pistoia).
finita
finità s. f. [dal lat. mediev. finitas, foggiato su infinĭtas «infinità»]. – Nel linguaggio filos., lo stesso che finitezza, nel sign. 2: all’essere finito è essenziale la f., e all’essere infinito la infinità (Rosmini).