Per Cesare Pavese, nato e cresciuto nelle Langhe, tra colline e vigneti, il mare non costituisce un’immagine-simbolo scaturita dalle esperienze dell’infanzia, come lo sono invece il prato, la casa, la [...] greco). Già tra la fine del 1945 e gli inizi del 1946 (cfr. Pavese 2000, 306: «1 genn. ’46. Anche questa è finita. Le colline, Torino, Roma. Bruciato quattro donne, stampato un libro [Feria d’Agosto, n.d.r.], scritto poesie belle, scoperta una nuova ...
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Il 3 novembre 2023, nell’introduzione alla conferenza stampa che illustrava le decisioni del Consiglio dei ministri, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato così la proposta di riforma [...] le riforme”. Da dove viene questa definizione? Vi ricordate la madre di tutte le battaglie di Saddam Hussein, no? Come è finita male per luiOmnibus, La 7, 6 luglio 2020 Già. I politici che usano, anche con frequenza e soddisfazione questa espressione ...
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«L'Archivio storico del quotidiano «l’Unità» è al sicuro presso l'Archivio di Stato di Milano». L’agenzia di stampa Ansa ha dato la notizia il 7 dicembre 2023. I ventenni di oggi, ammesso e non concesso [...] Dc) erano diventati Pd – chiesero all’allora segretario Pier Luigi Bersani (ex dirigente comunista) di farla finita con certi epiteti nostalgici. Scrissero Luca Candiano, Veronica Chirra, Matteo Cinalli, Sante Calefati e Mariano Ceci:Vorremmo ...
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“Finita la seduta incontrai salone sottosegretario che attaccommi bottone tre quarti d’ora. Liberato corsi caffè. Vuoto. Perdonatemi, dandomi modo rintracciarvi” (Baldini 1956 [1920]: 122-123). Si tratta [...] di un passo contenuto in una sorta di saggio, ...
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C’è una variante grillina della salviniana «la pacchia è finita»: è il tormentone «la mangiatoia è finita». Il suo carattere di tormentone non è sfuggito a Maurizio Crozza (o, forse, è stato attribuito [...] all’espressione proprio da Crozza), che nell’ot ...
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finita
s. f. [der. di finire], ant. – Fine: mise mano in altre novelle, e quella che cominciata avea e mal seguita, senza f. lasciò stare (Boccaccio); anche nel senso di morte: Però forse v’aggrada mia f. (Cino da Pistoia).
finita
finità s. f. [dal lat. mediev. finitas, foggiato su infinĭtas «infinità»]. – Nel linguaggio filos., lo stesso che finitezza, nel sign. 2: all’essere finito è essenziale la f., e all’essere infinito la infinità (Rosmini).
finita
Bruno Basile
. Il termine, con il valore di " fine ", " morte " (per cui v. FINIRE), compare due volte, solo nelle Rime: LXXXIX 9 Destinata mi fu questa finita / da ch'un uom convenia esser disfatto, / perch'altri fosse di pericol...