Il nostro lettore non ha inventato niente. In area settentrionale (soprattutto in Piemonte: una testimonianza scritta anche in Primo Levi), appena finita la Seconda guerra mondiale, era già diffuso il [...] gergalismo giovanile truschino, nel senso di ‘tr ...
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La principale è costituita da “(lui/lei) pensava”, che regge la completiva oggettiva esplicita “avrebbe guadagnato molto”. Tutto bene, anche per il modo e il tempo della completiva, in cui il tempo composto del condizionale indica il cosiddetto “fut ...
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Francesca RigaIl termine pacchia è un deverbale di pacchiare, «mangiare con ingordigia», usato per indicare una condizione di vita facile e spensierata. L’etimo di pacchiare è incerto, anche se molto probabile è un'origine onomatopeica da collegarsi ...
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finita
s. f. [der. di finire], ant. – Fine: mise mano in altre novelle, e quella che cominciata avea e mal seguita, senza f. lasciò stare (Boccaccio); anche nel senso di morte: Però forse v’aggrada mia f. (Cino da Pistoia).
finita
finità s. f. [dal lat. mediev. finitas, foggiato su infinĭtas «infinità»]. – Nel linguaggio filos., lo stesso che finitezza, nel sign. 2: all’essere finito è essenziale la f., e all’essere infinito la infinità (Rosmini).
finita
Bruno Basile
. Il termine, con il valore di " fine ", " morte " (per cui v. FINIRE), compare due volte, solo nelle Rime: LXXXIX 9 Destinata mi fu questa finita / da ch'un uom convenia esser disfatto, / perch'altri fosse di pericol...