Matematico francese (Beauvais, Oise, 1875 - Parigi 1941), prof. all'univ. di Parigi, socio straniero dei Lincei (1925). Uno dei maggiori esponenti dell'indirizzo critico nella teoria delle funzioni di [...] appare necessario introdurre il concetto che oggi porta il nome di integrale di L.; interessante è anche il teorema secondo il quale ogni funzione continua e a variazione limitata ha derivata finita, eccetto nei punti di un insieme di misura nulla. ...
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Diritto
M. cautelari
Provvedimenti provvisori e immediatamente esecutivi miranti a evitare che il trascorrere del tempo possa provocare un pericolo per l’accertamento del reato, per l’esecuzione della [...] , la regione limitata dall’asse x, dalla retta x=1 e dalla curva y=1/x2, pur estendendosi all’infinito, ha m. finita pari a 1.
La definizione di m. secondo Peano-Jordan, sebbene abbastanza generale, non resse a lungo alle critiche, anche perché si ...
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logica intuizionista
Silvio Bozzi
La più studiata rivale della logica classica sin da quando fu assiomatizzata da Arend Heyting nel 1930. Già Anchei M. Kolmogorov nel 1925 e Vasili I. Glivenko nel 1929 [...] pure i quantificatori ∀,∃. Nel 1932, Kurt Gödel dimostra che il calcolo intuizionista non ha matrice caratteristica finita (non ha cioè una matrice finita che renda veri tutti e soli i teoremi) e nel 1936 Stanislaw Jaskowski dimostra che è possibile ...
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Complessità algoritmica
Fabrizio Luccio
Gli studi di complessità di calcolo si sono sviluppati essenzialmente nella seconda metà del ventesimo secolo. Basati sulla formalizzazione del concetto di algoritmo, [...] Formalmente la macchina di Turing corrispondente a un algoritmo di decisione è una collezione di entità (S,s′,Σ,Π,b,F,∂) ove:
S è un insieme finito di stati; s′∈S è lo stato iniziale; Σ è l'alfabeto d'ingresso; Π è l'alfabeto del nastro, Σ⊂Π; b∈Π−Σ è ...
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Reynolds Osborne
Reynolds 〈rènolds〉 Osborne [STF] (Belfast 1842 - Watchett 1912) Prof. di scienza tecnica nell'Owens College di Manchester (1868). ◆ [FTC] [MCF] Condizione di R. ed equazione bidimensionale [...] del numero di R. (v. oltre). ◆ [ACS] Numero acustico di R.: grandezza adimensionale che compare nell'equazione delle onde elastiche di ampiezza finita, pari a Rea=2εRe, dove Re è il numero di R. fluidodinamico (v. oltre), e ε= (γ+1)/2, con γ=cv ...
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ellittico
ellìttico [agg. (pl.m. -ci) Der. di ellisse "che riguarda l'ellisse"] [ALG] [ANM] Qualifica che in vari casi discende dalla proprietà dell'ellisse, che la distingue dalle altre coniche, di [...] : II 443 c. ◆ [ANM] Funzione e.: una funzione doppiamente periodica che non abbia altre singolarità che poli nella parte finita del piano complesso e sia analitica altrove: v. funzioni di variabile complessa: II 782 b. ◆ [ANM] Funzioni jacobiane e ...
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Quarta lettera dell’alfabeto greco (δ, Δ), corrispondente alla d dell’alfabeto latino.
Fisica
La lettera δ è usata come simbolo di distanze o lunghezze relativamente piccole, di deviazioni e deflessioni, [...] esatto di una funzione; il Δ è spesso usato come simbolo operatorio (operatore di Laplace ecc.) e come simbolo di differenza finita: Δf, Δx ecc.
Medicina
In neurofisiologia, il ritmo d. è, accanto al ritmo alfa e a quello beta, uno dei ritmi ...
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Lebesgue Henry-Leon
Lebesgue 〈lëbèg〉 Henry-Léon [STF] (Beauvais 1875 - Parigi 1941) Prof. di matematica nell'univ. di Poitiers e poi di Parigi; socio straniero dei Lincei (1925). ◆ [ANM] Decomposizione [...] L., o teorema di derivazione di L.-Vitali: afferma che ogni funzione continua e a variazione limitata ha derivata finita per tutti i valori della variabile indipendente eccettuati quelli appartenenti a un sottoinsieme a misura nulla dell'insieme di ...
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(v. topologia, App:. III, 11, p. 960; algebra omologica, App. IV, I, p. 87)
Introduzione. - L'a.o. ha le sue origini nella teoria d'omologia di gruppi astratti che fu coinvolta nello studio di certi spazi [...] Sia A un anello con unità e M un A-modulo a sinistra. Se X=(xi)iεI è un insieme di generatori di MεAℳ e I è finito con n elementi, allora esiste una sequenza esatta An→M→0, e si dice che M è finitamente generato (scriveremo f.g.); se esiste anche una ...
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L'Ottocento: matematica. Le origini della teoria dei gruppi
Jeremy Gray
Le origini della teoria dei gruppi
La teoria di Galois e la soluzione algebrica delle equazioni algebriche
La teoria di Galois [...] dei gruppi. Le idee di Lie lo allontanarono dai gruppi finiti, ma alcune informazioni su ciò di cui Frobenius si stava la possibilità di sviluppare un polinomio su una data base finita. Egli adottava la terminologia di Gauss per l'aritmetica modulare ...
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finita
s. f. [der. di finire], ant. – Fine: mise mano in altre novelle, e quella che cominciata avea e mal seguita, senza f. lasciò stare (Boccaccio); anche nel senso di morte: Però forse v’aggrada mia f. (Cino da Pistoia).
finita
finità s. f. [dal lat. mediev. finitas, foggiato su infinĭtas «infinità»]. – Nel linguaggio filos., lo stesso che finitezza, nel sign. 2: all’essere finito è essenziale la f., e all’essere infinito la infinità (Rosmini).