La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] 1525. Le Prose di Bembo, però, non sono esclusivamente un trattato grammaticale, e anche il titolo ne dichiara il contenuto più ampio: dei forma discorsiva e mai schematica, calata com’è nel genere dialogico. Molte norme che si sono imposte nell’ ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] dedicato a Vincenzo ➔ Monti; i quattro Sermoni, ascrivibili al genere satirico; il carme In morte di Carlo Imbonati; il poemetto Urania sua evoluzione una precoce tendenza all’uniformazione grammaticale e un adeguamento alla fonologia del fiorentino ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] (1654, 1670). Al pedantismo e al dogmatismo grammaticale si contrappone un’idea della lingua come entità libera , del napoletano Giulio Cesare Cortese). In prosa si coltivavano il genere favolistico, con Lo cunto de li cunti del napoletano Basile ( ...
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Il panorama dei quotidiani italiani a stampa è molto ricco, contando, oltre alle principali testate nazionali, più o meno indipendenti, ai quotidiani politici e a quelli sportivi, un elevato numero di [...] comune accoglie termini dello sport, e così via). Genere trasversale in netta espansione è l’intervista.
Se uso medio o neostandard i giornali mostrano adesione all’innovazione grammaticale e distacco dalla norma tradizionale, in altri si evidenzia ...
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Si chiama dislocazione (cioè «spostamento») un tipo di costruzione tipica della lingua parlata (ma riscontrabile, fin dall’italiano antico, anche in alcune varietà di quella scritta: vedi oltre; ➔ lingue [...] un complemento oggetto. In questo caso il pronome oggetto si accorda in genere e numero con il nome dislocato:
(19) questo favore, non te produce «un conflitto sistematico tra il soggetto grammaticale inanimato e il soggetto logico rappresentato dall’ ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] della lingua. A spiegare tale regime di variazione e innovazione Cesarotti ricorre ai concetti di «geniogrammaticale» e «genio retorico», il primo corrispondente alla struttura profonda della lingua, il secondo mutevole, disponibile alle variazioni ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] commessi a scuola nei primi anni di apprendimento delle regole grammaticali. Un esempio significativo è la prima persona plurale del passato 164), ma anche nello scritto di autori (in genere settentrionali, ma anche romani o marchigiani) solitamente ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] attestazioni provengono da volgarizzamenti, vale a dire il genere più tendente all’uso latineggiante. Solo in un un nome si suddividono in due categorie principali, per ragioni grammaticali e semantiche. In particolare, la frase infinitiva o funge ...
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I pronomi allocutivi sono forme di pronomi personali, atoni e tonici (➔ clitici; ➔ personali, pronomi), usate per rivolgersi a un destinatario, per interloquire con lui e per richiamare la sua attenzione [...] congruenti sul piano interazionale (ciao, ehi) e sul piano grammaticale (l’accordo del verbo alla seconda persona singolare saluti ... sono elevate ci si rivolge agli interlocutori con voi e in genere si riceve il tu, se invece l’asimmetria o la ...
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Si può definire gesto qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle. Ma esistono gesti pratici (quelli che si fanno per afferrare o per costruire un oggetto, aprire una porta, appoggiarsi [...] gesti simbolici non ci sono vere e proprie categorie grammaticali, come nome o verbo, ma tuttavia è possibile il capo è leggermente inclinato da una parte, e in genere non c’è aggrottamento delle sopracciglia né espressione di curiosità. ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante una nozione che comprende in sé più specie...
neutro
nèutro agg. [dal lat. neuter -tra -trum]. – 1. Che non è né l’uno né l’altro di due fatti o stati che si considerano antitetici o contrapponibili. In partic.: a. In grammatica, genere n. (o semplicem. neutro come s. m., dal lat. neutrum...