L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il De vulgari eloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] . Il De vulgari eloquentia, appena menzionato da ➔ Giovanni Boccaccio, cominciò a essere considerato solo nel Cinquecento, negli studiosi più diversi, da Vittore Pisani a Devoto, GiovanniNencioni e Antonino Pagliaro (cfr. Ancillotti 1983). Contini ( ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] L. (1954), Parole al vaglio. Prontuario delle incertezze lessicali e delle difficoltà grammaticali, Roma, A. Signorelli.
Nencioni, Giovanni (2000), Identità linguistica e identità nazionale, in Id., Saggi e memorie, Pisa, Scuola Normale Superiore, pp ...
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Per politica linguistica si intende ogni iniziativa o insieme di misure attraverso cui le istituzioni esercitano un influsso sugli equilibri linguistici esistenti in un Paese; tale etichetta ricopre in [...] , con una premessa di V. Orioles, «Plurilinguismo. Contatti di lingue e culture» 10, pp. 13-25.
Nencioni, Giovanni (2000), Plurilinguismo in Europa, in Plurilinguismo in Europa. Atti del LXXIII congresso internazionale della Società Dante Alighieri ...
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Per variazione diamesica si intende la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico) (➔ lingua parlata; ➔ lingua [...] di Giovan Battista Pellegrini, a cura di P. Benincà et al., Pisa, Pacini, 2 voll., vol. 1º, pp. 495-517.
Nencioni, Giovanni (1976), Parlato-parlato, parlato-scritto, parlato-recitato, «Strumenti critici» 10, pp. 1-56 (poi in Id., Di scritto e parlato ...
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