(ar. Alf laila wa laila) Titolo di una celebre raccolta anonima di novelle in arabo, ma di lontane origini indo-persiane, conosciuta in Europa ai primi del 18° sec. attraverso la libera traduzione francese [...] secolo. Entro questo strato arabo si suole distinguere a sua volta un fondo iracheno (con la figura del califfo abbaside Ḥarūnar-Rashīd) e uno più recente egiziano, formatosi al Cairo in epoca mamelucca (13°-16° sec.).
Le M., oltre a presentare una ...
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Poeta arabo di origine persiana (Ahwāz 758 - Baghdād 813 circa). Visse alla corte degli Abbasidi, e godé il favore dei califfi Hārūnar-Rashīd e al-Amīn. La sua poesia leggera e spesso cinica, dedicata [...] soprattutto al vino e all'amore, è insigne per intrinseco valore d'arte e per aver inaugurato un nuovo stile, discostandosi dall'imitazione delle forme antiche. In vecchiaia, compose rime ascetiche ...
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Poeta arabo (m. 864 d. C.), vissuto alla corte dei califfi abbasidi Hārūnar-Rashīd, al-Amīn e al-Mutawakkil. Fu compagno di Abū Nuwās, e come lui poeta bacchico. ...
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