In forma più completa, Muḥyī ad-dīn ‛Abd al-Qādir ibn Abī Ṣāliḥ Genkī Dōst al-Gīlānī (\arabo\ od \arabo\), famoso santo dell'islamismo, nato in un villaggio della provincia persiana del Gīlān (lungo le [...] fu aggiunto quello di al-Baghdādī ("il baghdadino"). Sotto la guida dei più reputati maestri, vi studiò la filologia araba, il diritto secondo la scuola o sistema ḥanbalita, e tutto il complesso delle scienze religiose musulmane, incluso il ṣūfismo ...
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Famiglia persiana che diede ai primi califfi ‛abbāsidi una serie di uomini di stato. La tradizione li vuole discesi dal sommo sacerdote di un tempio buddhistico della Battriana; il primo di essi che rivestì [...] dei loro avversarî, tra i quali il più influente era Faḍl ibn ar-Rabī‛, più tardi nominato vizir al posto di Yaḥyà; forte e di favorire i Persiani contro gli Arabi.
Numerosissimi sono, nelle letterature araba e persiana, gli aneddoti sui Barmecidi, ...
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Scrittore arabo, nato ad al-Baṣrah, ove studiò; fiorì soao i califfi da al-Ma'mūn ad al-Mutawakkil e morì in tardissima età nel 255 èg. (868-869 d. C.). Fu uomo di genio che riassunse esemplarmente, nella [...] Giāḥiẓ si riattacca alla tradizione per quanto era di vivo e di forte nell'espressione letteraria araba del passato; ma, con la nuova scuola di prosa (v. ibn al-muqaffa‛), sentì il bisogno di dare a questa l'agilità necessaria per esprimere una nuova ...
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Càrmati furono dei settarî eretici musulmani, seguaci delle dottrine bāṭinite (v.), che parteciparono all'insurrezione suscitata da Ḥamdān ibn al-Ash‛ath (detto Qarmaṭ) nella Bassa Mesopotamia e poi continuata [...] ) e poi altri (incluso il citato articolo Karmaṭes, p. 813) furono indotti a parlare d'uno speciale tipo di scrittura araba, modificazione del naskhī, chiamato carmatico e che sarebbe stato inventato e usato dai Carmati. Già nel 1828 l'orientalista C ...
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Famoso medico arabo musulmano di Spagna, nato a Siviglia fra il 484 ed il 487 èg. (1091-1094 d. C.), vissuto ora in Spagna ed ora nel Marocco e colmato di onori dalla dinastia degli Almohadi (v.); morì [...] prima di lui. Fu il primo degli Arabi ad ammettere la tracheotomia; conosce l'alimentazione artificiale -‛Alā' Zuhr ibn Abī Marwān ‛Abd al-Malik ibn Muḥammad ibn Marwān ibn Zuhr, che fu anche ministro (wazīr) dell'almohade Yūsuf ibn Tāshufīn, morì ...
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Città cananea ricordata fin dalla più remota antichità, posta sopra un anfiteatro roccioso, a non grande distanza dal mare e a N. di Gaza. È menzionata nelle tavolette di Tell el-‛Amarna. Spesso ribelle [...] abbia trovato luogo per qualche secolo ancora un modesto villaggio, donde trasse l'origine il celebre poligrafo Ibn Hagiar al-‛Asqalānī (v. arabi: Letteratura, p. 864 a).
Dopo l'occupazione della Terra Santa, fatta dagl'Inglesi, in seguito agli scavi ...
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Città del Turkestān afghāno, situata presso il fiume omonimo, a 550 m. s. m., su di un'importante via commerciale che collega i passi del Kōh-i Bābā al guado dell'Āmūdaryā. La città moderna ha appena 500 [...] abbāsidi di Baghdād, nei secc. VIII-IX d. C. L'invasione araba, iniziatasi con scorrerie sporadiche alla metà del sec. VII, riuscì solo sec. I dell'ègira (90 d. C.), con Qutaibah ibn Muslim, a spezzare le ultime velleità di resistenza e indipendenza ...
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Vocabolo reso popolare in Europa dai libri di viaggi in Turchia a partire almeno dagl'inizî del sec. XVII: Pietro della Valle nelle lettere del 1614 già usa deruisc (al plur. deruisci) per designare gli [...] fin dal sec. III èg. (IX d. C.), dal suo sinonimo arabo faqīr (al plur. fuqarā'), ossia di persona data al ṣūfismo (v applicato anche ai seguaci dell'altro presunto Mahdī della Somalia, Muḥammad ibn ‛Abd Allāh (dagl'Inglesi detto "il Mad Mullah" cioè ...
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Città ed emirato arabi sulla costa nord-occidentale del Golfo Persico fra l'Irāq e il Neǵd. L'emirato abbraccia una superficie di circa 5000 kmq., costituita da una steppa sabbiosa che declina verso il [...] esercita la pastorizia; gli abitanti sedentarî, in gran parte Arabi sunniti, poi Negri (4000), Persiani (1000) ed Ebrei emirato dello Shammar e sostituitasi a essa quella della famiglia di Ibn Sa‛ūd, la minaccia all'esistenza dell'emirato di al- ...
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Capitano e uomo di stato arabo del primo periodo dell'età musulmana. Nato alla Mecca e ostile dapprima all'Islām, si convertì nell'8 ègira (629-30 d. C.), quando Maometto aveva già assodato la propria [...] seguito e gli valse la fama del "più astuto tra gli Arabi" (dāhiyat al-‛Arab), se non pur quella di uomo fornito di scrupoli morali e testimonianze più attendibili, nel 43 ègira (663-4).
‛Amr ibn al-‛Āṣ è una tra le figure più caratteristiche di quei ...
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wahhabismo
〈vaa-〉 (o wahabismo) s. m. [dal nome del fondatore del movimento, Muhammad ibn ‘Abd al-Wahhāb (1703-1792)]. – Denominazione (originariamente polemica) di un indirizzo religioso musulmano di tipo dogmatico e radicale, fondato alla...
saudita
agg. e s. m. e f. (pl. m. -i). – 1. agg. Relativo alla dinastia di Ibn Sa’ūd (c. 1880-1953), al territorio e alla popolazione soggetti a tale dinastia, da cui ha avuto nome nel 1932 il regno dell’Arabia Saudita, che comprende la parte...