Per I. si intende sia l’età della storia d’Europa compresa tra la conclusione delle guerre di religione del 17° sec. o la rivoluzione inglese del 1688 da un lato e la Rivoluzione francese del 1789 dall’altro, [...] , in virtù della quale è moralmente buono solo ciò che rende possibile il conseguimento dell’utile sociale. Gli illuministi non rinnegano la razionalità delle norme del diritto naturale, ma ritengono che queste ultime si possano realizzare solo nel ...
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Illuminista toscano (n. Pontremoli 1711 - m. 1782). Studiò diritto presso l'università di Pisa; nella sua formazione culturale risentì dell'influenza della scuola giusnaturalistica e dell'insegnamento [...] alle tendenze al latifondismo della nobiltà cittadina toscana. Chiamato a collaborare alla realizzazione della politica illuminata dei granduchi di Toscana, contribuì alla riforma dell'organizzazione giudiziaria secondo criterî di razionalità e ...
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Federico II il Grande
Antonio Menniti Ippolito
Il re illuminista fondatore della potenza prussiana
Grande sovrano, colto e raffinato, Federico II conquistò per la Prussia un ruolo di potenza emergente [...] nobiltà nei ruoli degli ufficiali era uno strumento efficace per garantire la sua fedeltà alla corona. Il marchese di Mirabeau, illuminista francese, definì la Prussia non come uno Stato dotato di un esercito, ma come un esercito che aveva uno Stato ...
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Rivoluzionario giacobino (Gnadenthal, Treviri, 1755 - Parigi 1794). Barone prussiano, nel 1776 si stabilì a Parigi. Illuminista, acceso polemista (Certitude des preuves du mahométisme, 1780, in risposta [...] alla Certitude des preuves du christianisme del Bergier), si legò durante la Rivoluzione del 1789 ai giacobini combattendo aspramente i girondini; predicò la repubblica universale (si autoproclamò "oratore ...
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antischiavismo
Complesso di movimenti riformatori per l’abolizione della schiavitù, intrisi di valori cristiani e spirito illuminista, sviluppatisi nei secc. 18° e 19°. Nella versione statunitense, derivò [...] da una matrice britannica. Promosso dai quaccheri, crebbe con la Rivoluzione americana. Si radicalizzò dal quarto decennio del sec. 19°, sotto la guida di W. Lloyd Garrison e dell’American anti-slavery ...
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FILANGIERI, Carlo
Renata De Lorenzo
Nacque il 10 maggio 1784 a Cava de' Tirreni (Salerno) da Gaetano, noto giurista illuminista, e da Caterina Frendel, nobile ungherese, chiamata a Napoli dalla regina [...] Maria Carolina per educare la figlia secondogenita.
Morto il padre nel 1788, la madre mantenne contatti con l'ambiente intellettuale e, assumendo ella stessa il ruolo di insegnante per le lettere latine, ...
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conservatorismo
Posizione culturale e politica di chi sottolinea il valore della continuità di fronte al cambiamento, contro le ideologie progressiste, difendendo l’ordinamento politico-sociale tradizionale [...] costituito, sorge nel 18° sec. per reazione al fallimento degli ideali di riforma e di progresso impliciti nella filosofia illuminista e nei movimenti rivoluzionari che a questa si ispiravano, in partic. la Rivoluzione francese. Esso si afferma, sul ...
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Robespierre, Maximilien de
Bruno Bongiovanni
L’emblema del terrore rivoluzionario
Robespierre fu una delle maggiori personalità della Rivoluzione francese. Divenuto capo del club dei giacobini, si oppose [...] e l’esordio politico
Nato ad Arras nel 1758, il giovane Maximilien de Robespierre era un avvocato di cultura illuminista. Nel 1789, anno d’inizio della Rivoluzione francese, fu rappresentante della provincia di Artois agli Stati generali (l’assemblea ...
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Figlio (Berlino 1744 - Potsdam 1797) del principe Augusto Guglielmo, fratello minore di re Federico II, e di Luisa Amalia di Brunswick-Lüneburg-Bevern, fu designato alla successione sul trono alla morte [...] a termine la progettata riforma giuridica) ridusse tuttavia il centralismo assolutista e contrastò nella politica ecclesiastica lo spirito illuminista e razionalista del padre, con due editti (1788) che regolavano la vita religiosa e la censura. Nel ...
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CUSTODI, Pietro
Livio Antonielli
Nacque il 29 nov. 1771 a Galliate, presso Novara, da Giuseppe, originario di Inveruno, e da Geltrude Milanesi. All'età di soli tre anni rimase orfano di padre, per cui [...] .
Fu nell'ambiente del collegio S. Alessandro, che dalla riforma del 1774 proponeva un insegnamento aperto alla cultura illuminista, e più ancora in quello dell'ateneo pavese, ove prevaleva l'influsso delle dottrine giurisdizionaliste, che il giovane ...
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illuminista
s. m. e f. e agg. [der. di illuminismo] (pl. m. -i). – Fautore o seguace dell’illuminismo; più propr., pensatore, scrittore che contribuì alla diffusione dell’illuminismo. Come agg., col sign. e gli usi di illuministico: teorie...