BOEZIO, Anicio Manlio Torquato Severino
Claudio Leonardi
Nacque a Roma verso il 480. Suo padre, Flavio Narsete Manlio Boezio, console nel 487, morì quando il figlio non aveva ancora compiuto la sua [...] aveva presentato in una lettera prefatoria al Tomus. Questa tematica riconduceva tra l'altro il problema dell'incarnazionedelVerbo nelle dispute trinitarie, dal momento che il termine stesso di Trinità, nella formula teopaschita, era suscettibile ...
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La Rivoluzione scientifica: modelli di conoscenza. Cosmologie
Antonella Del Prete
Cosmologie
Il Seicento si apre con il rogo di Giordano Bruno, accusato dal tribunale dell'Inquisizione di Roma di molti [...] e della Redenzione. La soluzione adottata nel trattato in questione è alquanto temeraria: l'IncarnazionedelVerbo si verifica in tutti i pianeti, anche in quelli in cui gli uomini non sono caduti nel peccato. Scatta subito il riferimento ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Marsilio da Padova
Gregorio Piaia
Sarebbe oggi ingenuo non riconoscere il sovraccarico teorico e ideologico cui le dottrine di Marsilio furono sottoposte nel secondo Ottocento e in buona parte del Novecento, [...] delle cose»; D.p., I, I, 3, pp. 6-9) induce a identificare con l’erronea dottrina teocratica, anziché con l’incarnazionedelVerbo, l’«effetto miracoloso prodotto dalla causa suprema», il che è l’opposto di ciò che intendeva dire Marsilio. Anche la ...
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Avanzamento in senso verticale, verso gradi o stadi superiori, con implicito quindi il concetto del perfezionamento, dell’evoluzione, di una trasformazione graduale e continua dal bene al meglio, sia in [...] ritorno degli eventi e prospetta una concezione lineare della storia tesa dalla creazione e dal peccato di Adamo verso l’incarnazionedelVerbo (momento centrale e irripetibile) e di qui verso la fine dei tempi. In questa concezione il p. può essere ...
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Filosofo (Mirandola 1463 - Firenze 1494). Si propose di raggiungere una sintesi tra le dottrine più diverse, non solo quelle di ispirazione cristiana e pagana, ma anche quelle di derivazione ebraica e [...] , alla congiunzione con Dio; tema questo, dell'ultimo fine e felicità dell'uomo (che si raccorda con quello dell'incarnazionedelVerbo come mediazione che ha reso possibile il recupero della dignità e dell'ultimo fine dell'uomo), in cui ancora una ...
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Filosofo e teologo (sec. 9º) di origine irlandese (donde i soprannomi Scotus e Eriugena che sono sinonimi). Già noto alla corte di Carlo il Calvo, nell'850-51 fu sollecitato a intervenire nella controversia [...] o adunatio naturarum in Christo, resa possibile dall'incarnazione. Col ritorno radicale e totale degli esseri molteplici una ratio e un intellectus, però, radicati nella luce delVerbo e pertanto non eterogenei alla rivelazione, e una philosophia ...
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Fenomenologia
Herman L. Van Breda
di Herman L. Van Breda
Fenomenologia
sommario: 1. Introduzione. 2. Itinerario fenomenologioo di Husserl. 3. La fenomenologia pura di Husserl. 4. La fenomenologia filosofica [...] ultimi anni di ricerche si serve inoltre continuamente delverbo ‛scorrere' (strömen) e dei suoi derivati ' (embriagado de esencias) - può essere considerato come l'incarnazione nel mondo contemporaneo della ‛ragione vitale'. Questo concetto di ‛ ...
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Autorita
Augusto Del Noce
di Augusto Del Noce
Autorità
sommario: 1. Eclissi dell'idea di autorità e crisi del mondo contemporaneo. 2. Autorità e potere. 3. Autorità e rivoluzione. 4. L'Occidente e il [...] significato la civiltà, sia nel definire l'idea delVerbo, come Maestro interiore e saggezza increata, partecipando alla era rivolto al nazismo, in cui era portato a vedere l'incarnazionedel male assoluto; poi gli appare un aspetto di una crisi ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Fausto Socini e i sociniani
Mario Biagioni
Nel corso del Cinquecento le controversie teologiche costituirono spesso il terreno di incontro tra le idee: un caso emblematico è quello di Fausto Socini, [...] nessun senso. Rimuovendo l’inganno ideologico dell’eternità delverbo, le parole di Giovanni diventavano chiare e scomparivano logos, ovvero il Cristo, efficace prima e dopo l’incarnazione, per quanto offuscata, riusciva ancora a indicare agli uomini ...
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Scienza greco-romana. Scienza e forme di sapere in Platone
Luc Brisson
Scienza e forme di sapere in Platone
L'atteggiamento di Platone nei confronti del sapere relativo al mondo sensibile è oggetto [...] sono nemmeno menzionati; d'altronde, l'intelletto è evocato soltanto mediante un verbo (noeĩn) che in Omero (Ilias, III, 374, 396; XV, stretto del termine, nel corso della sua esistenza corporea (Phaedrus, 245 d-249 d). E poiché l'anima, incarnata o ...
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incarnazione
incarnazióne s. f. [dal lat. tardo, eccles., incarnatio -onis; v. incarnare]. – 1. In genere, l’atto per cui un essere spirituale, per lo più divino, assume corpo fisico; in partic., nel cristianesimo, l’unione ipostatica, realizzata...
verbo
vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi negative...