Guerra, film di
Mino Argentieri
Il f. di g. si configura come la messa in scena di un conflitto drammatico, storicamente identificato nei suoi riferimenti, in cui l'evento bellico non si limita a fare [...] movie, il f. di g. si è talvolta inoltrato nella metafora, nell'astrazione o nell'apologo (Skammen, 1968, La vergogna, di IngmarBergman; Johnny got his gun, 1971, E Johnny prese il fucile, di Dalton Trumbo). Le sue ramificazioni si sono estese alle ...
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New American Cinema
Franco La Polla
Se storicamente l'esperienza di Jonas Mekas e dei registi riuniti nel New American Cinema Group (NACG) viene identificata nell'etichetta di N. A. C., in un senso [...] The cool world (1963), sulle gang nere giovanili di Harlem, e il lungo monologo Portrait of Jason (1967), che IngmarBergman definì il film più affascinante che avesse mai visto, ma dirigendo anche un documentario commissionatole da J.F. Kennedy sul ...
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Operistico, film
Sergio Miceli
L'opera in film, o filmopera che dir si voglia, nacque con il cinema stesso, ma prima ancora di assumere i connotati di un genere ben delineato manifestò la tendenza costante, [...] punto di raro equilibrio fra le due tendenze si può riscontare in Trollflöjten (1975; Il flauto magico) di IngmarBergman, che opta per un racconto caldo e partecipe dell'allestimento mozartiano in un piccolo teatro, alternando e collegando tecniche ...
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Lang, Fritz (propr. Friedrich Christian Anton)
Alessandro Cappabianca
Regista cinematografico austriaco, naturalizzato statunitense nel 1935, nato a Vienna il 5 dicembre 1890 e morto a Los Angeles il [...] , che la figura della Morte (un'indimenticabile silhouette cerea in mantello scuro, interpretata da Bernhard Goetzke, ripresa poi da IngmarBergman in Det sjunde inseglet, 1957, Il settimo sigillo) sia stata suggerita a L. da un preciso ricordo d ...
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Drammatico, genere
Roberto Campari
Scrive G.W.F. Hegel nelle sue Vorlesungen über die Ästhetik (post. 1836-1838; trad. it. 1967, p. 1344): "Al centro fra la tragedia e la commedia si colloca un terzo [...] 1943; Dies irae), sulla caccia alle streghe e sul fanatismo religioso del Seicento. Anche la lunga carriera dello svedese IngmarBergman non è uscita quasi mai da scelte di tipo drammatico: così nel suo capolavoro degli anni Cinquanta Smultronstället ...
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Aristarco, Guido
Monica Trecca
Teorico, critico e storico del cinema, nato a Mantova il 17 ottobre 1918 e morto a Roma l'11 settembre 1996. Tra i principali esponenti della cultura cinematografica in [...] , delle intermittenze del cuore in registi come Charlie Chaplin, Pier Paolo Pasolini, Jean-Luc Godard, Glauber Rocha, IngmarBergman e altri, riflette sul passaggio, avvenuto anche nel cinema, dalle filosofie delle certezze a quelle del dubbio. Sino ...
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Gaumont
Francesco Zippel
Casa cinematografica francese di produzione, distribuzione ed esercizio, fondata il 10 agosto 1895 da Léon Gaumont (nato a Parigi il 10 maggio 1864 e morto a Sainte-Maxime, [...] di Alain Resnais, Danton (1982) di Andrzej Wajda, Ran (1983) di Kurosawa Akira, Fanny och Alexander (1984; Fanny e Alexander) di IngmarBergman, Je vous salue Marie (1984) di Jean-Luc Godard, Toscan du Plantier ha creato la serie dei Films-opéra, che ...
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Testimonianze - Luchino Visconti
Marco Tullio Giordana
Luchino Visconti
I suoi film li ho visti nell'adolescenza. Già sapevo qualcosa sul cinema, sullo star system, sulla celebrità del metteur en scène. [...] John M. Stahl, Douglas Sirk, John Ford, Max Ophuls, David Lean, Ozu Yasujirō, Vincente Minnelli, Pier Paolo Pasolini, IngmarBergman, Rainer Werner Fassbinder, e molti altri, anche se so benissimo che bisogna dichiararsi rosselliniani come quelli dei ...
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Jancsó, Miklós
Silvana Silvestri
Regista cinematografico ungherese, nato a Vác (Budapest) il 21 settembre 1921. Il suo nome è legato soprattutto ai film realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta, [...] 'altra lotta fratricida in Csend és kiáltás (1968; Silenzio e grido), titolo che assembla programmaticamente un film di IngmarBergman e uno di Antonioni: ambientato nel 1919, subito dopo la caduta della Repubblica dei consigli ungherese, descrive un ...
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Truffaut, François
Vittorio Giacci
Regista e critico cinematografico francese, nato a Parigi il 6 febbraio 1932 e morto a Neuilly-sur-Seine (Parigi) il 21 ottobre 1984. Cinema e vita furono per T. una [...] da slanci di totale ammirazione per taluni registi (Jean Renoir, Orson Welles, Jean Vigo, Roberto Rossellini, IngmarBergman, Charlie Chaplin, Ernst Lubitsch, Carl Theodor Dreyer, Max Ophuls, Jean Becker), come da odio altrettanto assoluto ...
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smucinare
v. intr. e tr. (region.) Frugare, armeggiare, rovistare; in senso estensivo, mettere le mani addosso. ♦ Tommasino allora fece bonaccione: "Che, te n'eri scordato, te n'eri?" "Zì," fece l'altro con una mossetta della testa, smuovendosi...