Nome con il quale è noto in Occidente il filosofo, giurista, medico e astronomo arabo di Spagna Abū l- Walīd Muḥammad ibn Rushd (Cordova 1126 - Marrākesh 1198). Tra le sue numerosissime opere sono celebri [...] (extractio, non creatio) all'atto le forme. Ma la teoria averroistica che maggiormente attrasse l'interesse della cristianità fu quella dell'intelletto e del suo rapporto con l'anima umana. Contro la concezione dominante nella filosofia araba dell ...
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organico
Alessandro Niccoli
Ricorre solo in Cv III IV 9 nostro intelletto, per difetto de la vertù da la quale trae quello ch'el vede, che è virtù organica, cioè la fantasia, non puote a certe cose [...] salire.
Secondo il pensiero di D. la funzione della fantasia ha un'importanza determinante per il processo conoscitivo, giacché le spetta il compito di elaborare il materiale della conoscenza accogliendo ...
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estensione/intensione
Coppia di termini che compare nei Nuovi saggi sull’intelletto umano (1700-05) di Leibniz, dopo che era già stata impiegata, nella forma estensione/comprensione, nella Logica di [...] Port-Royal (1662). Ripreso successivamente, nella forma denotazione-connotazione, da J.S. Mill (Sistema di logica deduttiva e induttiva, 1843), il binomio costituisce il fondamento della teoria logica ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Circa il problema della conoscenza, il pensiero medievale ha elaborato vari modelli [...] seconda si riferisce a una similitudo della cosa. In altri termini, se con l’occhio si vede la mela davanti a me, con l’intelletto ci si forma e si contempla una similitudine della mela: in tal modo, si può pensare alla mela anche se la mela non c’è ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il pensiero di Kant si pone come cerniera tra due secoli, non solo nel senso che cerca [...] dal mio io invisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo, che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti i mondi visibili) io mi conosco in una connessione non ...
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intenzione
Dal lat. intentio «atto di tendere verso un oggetto», quindi l’atto dell’intelletto teso a comprendere l’oggetto o quello della volontà teso a ordinare l’azione a uno scopo; nelle traduzioni [...] e non id quod intelligitur) e cioè l’oggetto. In tal senso, l’oggetto conosciuto non è presente come tale all’intelletto, e lo è piuttosto intenzionalmente, attraverso la species. A costituire lo sfondo di tale concezione è la dottrina della verità ...
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schematismo
In Kant l’espressione s. trascendentale o s. dei concetti puri dell’intelletto, indica, nella Critica della ragion pura (➔), l’uso da parte dell’intelletto, ai fini della conoscenza, degli [...] schemi dell’immaginazione, cioè di rappresentazioni pure mediatrici tra sensibilità e intelletto, «omogenee da un lato con le categorie, dall’altro con i fenomeni». Essendo infatti le categorie del tutto eterogenee rispetto alle intuizioni sensibili, ...
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colcodea
Termine con cui, in alcuni testi filosofici e medici, è indicato l’intelletto agente (➔). La voce appare quale storpiatura, attraverso l’arabo e il successivo adattamento latino del sec. 12° [...] sec. 17°, designa nei libri di diversi autori europei (tra i quali Nifo, Zimara, Campanella) il dator formarum, l’intelletto agente quale è concepito nella filosofia di Avicenna (➔), vale a dire l’ultima delle ‘intelligenze separate’, che dona alla ...
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mente
Alfonso Maierù
Nell'uso dantesco il termine designa la somma delle capacità più alte dell'uomo e, di volta in volta, l'intelletto, la ragione, la memoria; è usato anche a designare l'intelletto [...] è luogo delle idee e nella sua totalità costituisce l'exemplum a somiglianza del quale è fatto il mondo. Lo stesso D. parla dell'Intelletto divino come di prima Mente, la quale li Greci dicono Protonoè (Cv II III 11), o divina mente (III VI 5 e 6, IV ...
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Giurista (Terlizzi 1832 - Napoli 1895), prof. di diritto romano nell'univ. di Napoli. Intelletto limpido e profondo, armonizzò i metodi critici e sistematici della pandettistica tedesca con le tradizioni [...] della scuola italiana. Tra le opere: Sistema del diritto civile romano (1883); Trattato delle obbligazioni (1887); Corso di diritto romano (1890) ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...