Il corpo umano dopo la morte.
Medicina
Caratteristiche del c. sono la rigidità, che interviene poche ore dopo la morte, e le macchie ipostatiche, che intervengono più tardi e sono determinate da stravasi [...] cadaverici, le modificazioni che progressivamente si sviluppano nel c. (raffreddamento, rigidità, comparsa di ipostasi, processi di autolisi, putrefazione e altre alterazioni trasformative, come macerazione, mummificazione, corificazione) costituisce ...
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MOLKOS (Μόλκος)
E. Paribeni
In un cratere a campana del Pittore di Kadmos (circa 420 a. C.) un tempo nella Collezione Hope, tale nome è apposto a un satiro musicista grave e barbato che siede nel consueto [...] che è tipico di Marsia, ai margini della grande prova con Apollo. Non è chiaro se si tratti di Marsia, di una sua ipostasi, o anche di un personaggio musicale astratto - il nome infatti è stato letto anche Molpos. È comunque da tener presente che la ...
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Filosofo neoplatonico (sec. 3º d. C.), discepolo di Ammonio Sacca. L'ipotesi secondo la quale sarebbe da identificarsi con l'O. padre della Chiesa è stata dimostrata priva di fondamento da K. O. Weber [...] opera ῎Οτι μόνος ποιητὴς ὁ βασιλεύς ("Che il solo facitore è il re"), egli, contro la tendenza a moltiplicare le ipostasi divine (suprema unità, pensiero, anima del mondo) via via discendenti verso il mondo sensibile, identificava Dio con il Demiurgo ...
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VIṢṆU
Luigi Suali
U Divinità indiana. Di scarsissimo rilievo nel Ṛgveda, V. acquista in seguito importanza sempre maggiore, fino a diventare, insieme con Śiva, una delle due figure dominanti dell'induismo. [...] processo di sincretismo fu facilitato dalla dottrina degli avatāra, per cui personaggi mitici o eroi popolari erano interpretati come ipostasi di V. È divinità benigna e misericordiosa, pronta a largire grazie ai fedeli. È raffigurato come un giovane ...
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persona
Dal lat. persona; voce prob. di origine etrusca, che propr. significava «maschera teatrale» e poi prese il valore di «individuo di sesso non specificato», «corpo», e fu usata come termine grammaticale [...] persona fu usato anzitutto nella teologia trinitaria e servì a designare quello che i Greci indicavano con i termini ὑπόστασις (➔ ipostasi) e πρόσωπον; sembra sia stato Tertulliano a usarlo per primo. Sono state formulate tre ipotesi a proposito dell ...
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Filosofo, teologo ed economista russo (Liven´, Orël, 1871 - Parigi 1944), amico di N. Berdjaev, fu dapprima marxista, e insegnò economia politica alle univ. di Kiev e Mosca. Ordinato sacerdote (1918), [...] di teologia ortodossa di Parigi. Come teologo ha elaborato una teoria di ispirazione neoplatonica circa il ruolo demiurgico di un'ipostasi divina, la Sofia, assimilabile all'anima del mondo. Questa teoria gli procurò l'accusa di eresia e la condanna ...
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PANDIE (τὰ Πάνδια)
Giulio Giannelli
Festa religiosa dell'antica Atene, che si celebrava alla fine delle Dionisie urbane (v.), e perciò nel mese di Elafebolione, probabilmente il giorno 14. In realtà [...] da quello di Pandia, figura mitica, ricordata come figlia di Selene e di Zeus, fanciulla di straordinaria bellezza: un'ipostasi, dunque, della luna piena. Sembra che, in origine, le Pandie siano state una festa di grande importanza, pertinente al ...
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Origene filosofo
Origene
Filosofo neoplatonico, discepolo di Ammonio Sacca. L’ipotesi secondo la quale sarebbe da identificarsi con l’O. padre della Chiesa è stata dimostrata priva di fondamento da [...] ὁ βασιλεύς («Che solo facitore [demiurgo] è il re [il Dio supremo]»), egli contrastava la tendenza a moltiplicare le ipostasi divine, negando l’esistenza di una suprema unità divina al di sopra di quel Dio che aristotelicamente è da concepirsi come ...
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SOGGETTO
Guido Calogero
. Termine filosofico di storia assai singolare, essendo giunto a possedere un significato per certi aspetti esattamente antitetico a quello che aveva in origine. Il latino subiectum [...] valido nella sua sfera) del subiectum si accompagna così quello per cui esso, al pari dei corrispondenti termini di "sostanza" e "ipostasi", serve a designare la realtà in ciò che ha di più reale e in sé consistente, dato che per il pensiero classico ...
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Filosofo (3º sec. d. C.), nato in Etruria, come si crede per il soprannome Tusco. Entrato (246) nella scuola di Plotino a Roma, vi rimase 24 anni. Si ricavano sue notizie dalla Vita di Plotino di Porfirio [...] è già evidente la tendenza, caratteristica nell'evoluzione del neoplatonismo plotiniano, a moltiplicare le ipostasi. Così il νοῦς è da lui diviso in tre ipostasi concepite come tre "demiurghi": l'Intelletto che è ("ente"), quello che ha ("possedente ...
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ipostasi1
ipòstaṡi1 s. f. [dal lat. tardo hypostăsis, gr. ὑπόστασις «sostanza», comp. di ὑπό «sotto» e στάσις «lo stare»]. – 1. Nella filosofia greca, sostanza, natura, ciò che resta fermo dietro il fluire dei fenomeni transeunti. Nel linguaggio...
ipostasi2
ipòstaṡi2 (o ipostàṡi) s. f. [dal gr. ὑπόστασις (v. la voce prec.), nel sign. di «sedimento, materia condensata»; la pronuncia piana della parola, che nell’uso medico è più frequente di quella sdrucciola, è dovuta al senso della...