Sassofonista di jazz statunitense (Muskogee, Oklahoma, 1912 - Amsterdam 1972). Componente delle migliori formazioni jazzistiche degli anni Trenta, fece parte, dal 1941, della big band di Count Basie e [...] collaborò quindi con musicisti di stile bebop. Dopo la guerra mondiale si stabilì in Europa. Per fantasia improvvisativa, profondità d'espressione e abilità tecnica fu uno dei massimi specialisti di sax tenore della storia del jazz. ...
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Sassofonista e compositore di jazz statunitense (n. Chicago 1945). Utilizzando il linguaggio dell'improvvisazione jazzistica degli anni Cinquanta e Sessanta (C. Parker, J. W. Coltrane, E. Dolphy) e assumendo [...] talune tecniche compositive dell'avanguardia colta americana ed europea (K. Stockhausen, J. Cage), B. si è imposto come il più rappresentativo esponente di quel jazz noto, durante gli anni Settanta, come "musica creativa". ...
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Trombonista di jazz afroamericano (Xenia, Ohio, 1906 - New York 1984). La sua carriera artistica, nata nei primi anni Venti, conobbe il periodo più felice tra gli anni Sessanta e Settanta, allorché D. [...] fece parte di un quintetto col trombettista B. Hackett e della world's greatest jazz band. Fu solista dotato in notevole misura di swing, fantasia e senso del blues. ...
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Multistrumentista di jazz afroamericano (Los Angeles 1928 - Berlino 1964). Si mise in luce, sul finire degli anni Cinquanta, come componente (al sax contralto) del quintetto di C. Hamilton. Collaborò poi [...] ultimi anni della sua attività si dedicò prevalentemente al clarinetto basso e al flauto. Influenzato inizialmente da C. Parker, sviluppò in seguito un suo personale approccio all'improvvisazione. Fu tra i più significativi esponenti del free jazz. ...
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Contrabbassista di jazz afroamericano (Miami 1934 - New York 1976). Dopo aver suonato con L. Tristano, B. Evans e O. Coleman, dal 1961 al 1966 fece parte del quartetto di J. Coltrane, dando un contributo [...] decisivo alla musica del sassofonista di Hamlet. Militò poi nei gruppi di E. Jones e di A. Shepp. Fu uno dei più significativi contrabbassisti del periodo di transizione tra il tardo hard bop e il free jazz. ...
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Contrabbassista e violoncellista di jazz afroamericano (n. Ferndale, Michigan, 1937). Continuatore della tradizione esecutiva iniziata da J. Blanton e proseguita da O. Pettiford e R. Brown, C. si è messo [...] in luce negli anni Sessanta, quando entrò a far parte del complesso di M. Davis. Per la cavata ampia e profonda, lo swing poderoso e l'intelligenza musicale, C. è tra i più apprezzati contrabbassisti del jazz moderno. ...
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third stream Movimento jazz fiorito nel 1955-62, soprattutto per impulso del compositore e suonatore di corno Gunther Schuller (n. 1925), teso a far confluire jazz e musica europea colta in un linguaggio [...] di sintesi. Ha prodotto alcuni capolavori isolati (per opera dello stesso Schuller, di J. Lewis, J. Giuffre, M. Davis), ma non ebbe seguito e si estinse. Fu rilanciato negli anni 1970 dal pianista Ran ...
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Pianista e compositore di jazz statunitense (Norwalk 1928 - New York 2014) di origine afroamericana. Scoperto da Stan Getz nel 1950, esordì due anni dopo come leader e nel 1954, insieme ad A. Blakey, contribuì [...] al successo dei Jazz Messengers. Formò vari quintetti, allargatisi a partire dagli anni Settanta a formazioni più vaste. Il suo stile stringato e ritmicamente vivace si è arricchito anche di espressioni soul e funky. Nel 2006 ha pubblicato la sua ...
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Cantante di jazz statunitense (Newport News, Virginia, 1917 - Beverly Hills, California, 1996). Giunta al successo alla fine degli anni Trenta, si affermò nei decennî successivi come una delle più straordinarie [...] cantanti espresse dal jazz. Dotata di voce agilissima, di notevole swing, di grande comunicativa, di eccezionali capacità improvvisative, collaborò, tra gli altri, con L. Armstrong, D. Ellington, C. Basie, O. Peterson. Interprete di celebri brani ...
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Musicista jazz (Chicago 1919 - New York 1978). Di origini italiane, divenne cieco a nove anni. Studiò il pianoforte con la madre e numerosi altri strumenti in un istituto per non vedenti, diplomandosi [...] New York, dove si affermò come uno dei più originali jazzisti bianchi, anticipando di oltre dieci anni le soluzioni informali del free jazz. Maestro, tra gli altri, di L. Konitz, dal 1955 si dedicò alla sperimentazione di nuove tecniche d'incisione. ...
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jazz
‹ǧä∫› (in origine jass) s. ingl. [voce gergale di etimo incerto], usato in ital. al masch. – 1. Genere di musica sorto all’inizio del sec. 20° negli Stati Uniti d’America dall’incontro fra la sensibilità musicale della comunità negro-americana...
jazzare /dʒe'ts:are/ v. tr. [der. di jazz]
(mus.) Adattare o eseguire un brano musicale con le movenze e lo stile proprio del jazz. ◆ Part. pass. jazzato, anche agg. (v.).