Categoria letteraria con cui la critica indica l’atteggiamento del gusto che si diffuse sullo scorcio del 19° sec., interessando innanzitutto la produzione letteraria ma anche il costume e gli orientamenti [...] poeti maledetti, G. D’Annunzio e T. Mann, S. Corazzini e M. Proust, e poi ancora I. Svevo, J. Joyce, L. Pirandello, R. Musil, G. Ungaretti, E. Montale, A. Moravia, tutte le avanguardie (futurismo, dadaismo, surrealismo, espressionismo).
La critica ...
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SMAREGLIA, Antonio
Juliana Licinic van Walstijn
– Nacque il 5 maggio 1854 a Pola (croato Pula), all’epoca territorio austro-ungarico, da padre italiano, Francesco, proprietario terriero di Dignano (croato [...] , A. S. nella storia del teatro melodrammatico italiano, Pola 1934; Ariberto Smareglia, Vita ed arte di A. S., Bellinzona 1936; J. Joyce, Letters, a cura di R. Ellmann, II, London 1966, p. 294; S. Benco, Ricordi di A. S., Duino 1968; Id., Scritti ...
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cafonal
, agg. (spreg. iron.) Che esibisce con spontanea ostentazione manifestazioni di pacchianeria e cattivo gusto.
• La foto segnala non il cattivo gusto «cafonal» di una certa Roma «godona», ma la [...] che avremmo chiamato «Cafonal» e che [Paolo] Sorrentino avrebbe messo a fuoco nella «Grande Bellezza»; lo studioso di Joyce che cita frasi di Enzensberger contro la televisione e però segue ossessivamente le vicende di «Beautiful». (Paolo Di Paolo ...
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Scrittore italiano (Santo Stefano Belbo 1908 - Torino 1950). P. ha svolto un ruolo essenziale nel passaggio tra la cultura degli anni Trenta e la nuova cultura democratica del dopoguerra. La sua partecipazione [...] e americani. Negli anni successivi svolse un intenso lavoro in questo campo traducendo, tra l'altro, opere di Defoe, Dickens, Melville, Joyce. Fra il 1935 e il 1936, per i suoi rapporti con i militanti del gruppo Giustizia e Libertà venne arrestato ...
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Narratrice neozelandese (Dunedin 1924 - ivi 2004). Dopo un'infanzia segnata da lutti e disgrazie familiari, si dedicò all'insegnamento ma, a causa di una crisi psichica, dovette subire l'internamento in [...] ), An angel at my table (1984) e The envoy from mirror city (1985). In uno stile che risente della lezione di Joyce, denso di metafore e di bagliori ironici, le sue storie, sospese tra incubo e sogno, rivelano una profonda sensibilità femminile e il ...
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Regista italiano (n. Roma 1932). Nel 1960 si trasferì a Stoccolma, per lavorare al Marionetteatern di Michael Meschke; influenzato dal lavoro sulle macchine cinetiche dello scultore Harry Kramer e dalle [...] viaggi di Gulliver (1966), in cui si servì fra l'altro di proiezioni di filmati; Edgar Allan Poe (1967); James Joyce (1968); Le tre melarance (1973); Barbablè (1975), in cui tornava progressivamente a rivalutare il discorso poetico. È considerato il ...
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SOLLERS, Philippe
Paola Ricciulli
SOLLERS, Philippe (pseud. di Joyaux, Philippe)
Romanziere francese, nato a Bordeaux il 28 novembre 1936. Compiuti gli studi presso i gesuiti e conseguita la laurea [...] " per porsi sempre al di là della scrittura stessa. La varietà dei testi ''interrogati'' è enorme, da M. Proust a J. Joyce, dalla Bibbia a Dante (Dante et la traversée de l'écriture, 1981). Un primo risultato è evidente in Paradis (1981; trad ...
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MURSIA, Ugo
Elisa Marazzi
– Nacque a Carini (Palermo) l’8 novembre 1916 da Natale e da Maria Trobia.
Laureato in giurisprudenza e scienze politiche presso l’Università di Padova, città in cui si era [...] nel 1947.
Negli anni Quaranta iniziò la sua attività di traduttore dall’inglese, con la pubblicazione di tre poesie di James Joyce (tratte da Chamber music e da Pomes Penyeach) e di un racconto di Robert Louis Stevenson (The pavilion on the links ...
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INGHILTERRA (XIX, p. 231; App. I, p. 728; II, 11, p. 36)
Marcello DELL'OMODARME
Ornella FRANCISCI OSTI
Fernando FERRARA
Per notizie geografiche, statistiche ed economiche, v. gran bretagna, in questa [...] che spesso tocca il limite estremo dell'abulia e dell'agnosticismo. Mancano le personalità prepotenti che - come al tempo di Joyce, di Yeats e del primo Eliot - possano costituire la guida verso una rinascita letteraria.
Le interferenze fra cultura e ...
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Scrittrice statunitense, nata a Cornwall-on-Hudson (New York) il 12 giugno 1892, morta a New York il 18 giugno 1982. Studia arte a New York ed esordisce giovanissima come giornalista. La sua prima opera, [...] a Parigi, dove diventa una delle più singolari protagoniste del movimento modernista promosso dagli espatriati inglesi e americani (E. Pound, J. Joyce, G. Stein, F. M. Ford, ecc.). Il suo primo romanzo, Ryder (1928 e 1972; trad. it., 1989), la storia ...
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joyciano
〈ǧoisi̯a-〉 (meno com. joiceiano) agg. e s. m. (f. -a). – Che si riferisce allo scrittore irland. James Joyce (1882-1941), alla sua opera e al suo stile: la tecnica narrativa j.; lo sperimentalismo j.; come sost., seguace, imitatore,...
quark
〈ku̯òok〉 s. ingl. [formato da qu[estion m]ark «punto interrogativo» e fig. «cosa ignota o inconoscibile», e usato come parola di significato indeterminato da J. Joyce nella frase three quarks for Muster Mark del romanzo (1939) Finnegans...