Filosofia
Rapporto per il quale una conclusione deriva da una o più premesse. Nella storia della filosofia si distinguono tre principali interpretazioni di tale rapporto. Secondo la prima, esso è fondato [...] tratta dal linguaggio giuridico, nel quale significa la dimostrazione della ‘legittimità’ della pretesa che si avanza, usata da I. Kant per spiegare «il modo in cui i concetti a priori si possono riferire a oggetti». Uno sviluppo in senso idealistico ...
Leggi Tutto
PURO
Guido Calogero
. Aggettivo largamente usato nella terminologia filosofica, specie dall'età di Kant in poi. Già nel sec. XVII il termine era stato usato dagli gnoseologi per designare l'attività [...] pratica" o "ragion pratica") considerato come forma necessaria di ogni sua possibile concreta esperienza, conoscitiva e attiva. Che Kant desse all'apriori anche il nome di "puro" era del resto facilmente comprensibile, in quanto pensava che le forme ...
Leggi Tutto
La riforma della dialettica hegeliana
Biagio de Giovanni
Per La riforma della dialettica hegeliana si intende una serie di scritti compresi tra il 1904 e il 1912, raccolti da Giovanni Gentile, con quel [...] e il 1911, e la Teoria generale dello spirito, che è del 1916 e il cui compito, dice Gentile, «è fare l’opera di Kant nostro pensiero attuale» (Teoria generale dello spirito come atto puro, in Id., Opere filosofiche, a cura di E. Garin, 1991, p. 670 ...
Leggi Tutto
natura, filosofia della (ted. Naturphilosophie)
natura, filosofia della
(ted. Naturphilosophie) Espressione con cui Kant designa una delle due partizioni fondamentali della filosofia (l’altra è la filosofia [...] morale), ossia la disciplina che, studiando i principi a priori che fondano la conoscenza della natura, si distingue dalla fisica come scienza che ricerca nella natura le leggi. L’espressione fu ripresa ...
Leggi Tutto
Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento.
Definizioni
La [...] esperienza è il fondamento e l’origine di tutte le nostre conoscenze, e quindi la base metodica della filosofia.
L’Illuminismo e Kant
La lezione di Locke fu una lezione di cautela critica, e in questo senso la sua f. fu interpretata dall’Illuminismo ...
Leggi Tutto
Nel linguaggio filosofico, proposizione che esprime un comando o una norma di azione. I. Kant distingue tra i. categorico e i. ipotetico: il primo indica un comando assoluto e incondizionato, mentre nel [...] secondo il comando si fonda su un'ipotesi o condizione. 'Se vuoi essere promosso, allora devi studiare' è un i. ipotetico: esso ordina un'azione come mezzo in vista di un determinato fine; 'devi studiare ...
Leggi Tutto
Filosofia
Principio certo per immediata evidenza e costituente la base per l’ulteriore ricerca. Kant, nella Critica della ragion pura, chiama a. dell’intuizione alcuni giudizi a priori, di evidenza immediata, [...] che risultano dall’intuizione pura del tempo e dello spazio.
Nell’ambito della critica dei fondamenti delle scienze, e specialmente delle scienze matematiche, ha il nome di assiomatica la tendenza al ...
Leggi Tutto
categorico, giudizio e imperativo
Locuzioni, pertinenti alla logica e all’etica, particolarmente usate da Kant, il quale chiamò c. sia il giudizio che, asserendo senz’altro una verità, non è né ‘ipotetico’ [...] né ‘disgiuntivo’, sia, per analogia, l’imperativo etico (imperativo c.), in quanto comando morale proveniente dalla ragion pura pratica e non subordinato ad alcuna condizione (‘devi perché devi’) ...
Leggi Tutto
Beneke, Friedrich Eduard
Filosofo (Berlino 1798 - ivi 1854). Muovendo dalla critica del trascendentalismo di Kant e influenzato dall’empirismo, considerò come dottrina filosofica fondamentale la psicologia, [...] concepita come scienza dell’esperienza interna, pensando che solo attraverso il suo metodo si potesse giungere alla metafisica, alla morale, alla filosofia della religione, alla pedagogia. Tra le sue opere: ...
Leggi Tutto
Krug, Wilhelm Traugott
Filosofo tedesco (Radis, Wittenberg, 1770 - Lipsia 1842). Nel 1805 successe a Kant nell’univ. di Königsberg. Fu un divulgatore delle dottrine kantiane; tre dei suoi scritti (Briefe [...] über die Wissenschaftslehre, 1800; Briefe über den neuesten Idealism, 1801; Entwurf eines neuen Organons der Philosophie, 1801), i primi due diretti contro Fichte e Schelling, il terzo dedicato all’esposizione ...
Leggi Tutto
kantiano
agg. – 1. Relativo al filosofo ted. Immanuel Kant (1724-1804), alle sue dottrine, ai suoi principî e indirizzi: gli scritti k.; la morale k.; il metodo kantiano. 2. Fautore, seguace, continuatore o studioso di Kant e delle sue dottrine:...
postkantiano
agg. [comp. di post- e del nome del filosofo ted. I. Kant (v. kantiano)]. – Che è posteriore alla filosofia, alle dottrine e ai principî di Kant: filosofia, critica p.; come sost., filosofo che, venuto poco dopo Kant, ne continua...