Filosofo (Borgonovo, Piacenza, 1784 - Piacenza 1860); studiò al collegio Alberoni, da cui uscì prete nel 1807. Rifiutata la cattedra universitaria a Pisa offertagli una prima volta da T. Mamiani e poi [...] della tradizione scettico-soggettivistica, approdò al criticismo di I. Kant. Di essa sono chiara testimonianza le sue opere più sull'origine delle idee dell'abate Rosmini esaminato (1837); Della critica della Ragion pura di Kant (3 voll., 1843-49). ...
Leggi Tutto
Filosofo italiano (Molfetta 1877 - Genova 1948). Prof. nelle univ. di Palermo (dal 1923) e Roma (dal 1930); socio nazionale dei Lincei (1935). In polemica con l'interpretazione soggettivistica del kantismo [...] stessa coscienza, a cui è "intrinseco". Scritti principali: Critica del concreto (1921), La filosofia di Kant (1927), Il problema della filosofia da Kant a Fichte (1929), Il problema teologico come filosofia (1931), L'idealismo italiano (1938; 2a ed ...
Leggi Tutto
Filosofo (Dessau 1729 - Berlino 1786). Di famiglia israelita molto povera, si recò ancora ragazzo a Berlino; ivi, formatosi una vasta cultura filosofica e letteraria, divenne amico dei giovani illuministi [...] (1783), in cui l'asserzione della propria fede era accompagnata da così energica rivendicazione della libertà di coscienza che Kant se ne entusiasmò fino a considerare l'opera come l'annuncio di una grande riforma che avrebbe conquistato tutte le ...
Leggi Tutto
comicità Attitudine a muovere il riso. Le spiegazioni proposte dai filosofi sulla natura e la genesi della c. possono approssimativamente ridursi a tre: a) per la prima (in cui rientrano già accenni di [...] propria superiorità, di fronte al difetto del personaggio contemplato; b) per la seconda (per la quale può essere citato Kant) esso nasce dall’improvviso risolversi in nulla di una aspettativa, per affrontare la quale era stata accumulata un’energia ...
Leggi Tutto
Filosofo ungherese (Paks 1859 - Darmstadt 1924). Insegnò prima al ginnasio, poi alle univ. di Kolozsvár e di Darmstadt, seguendo un indirizzo platonico-leibniziano. Tra i suoi scritti: Tér és idö új elmélete [...] ), in cui anticipò alcune idee della teoria relativistica; Der Streit der Psychologisten und Formalisten in der modernen Logik (1902); Kant und Bolzano (1902); Die Logik auf dem Scheidewege (1903); Locke (1904); Az ismerettan alapvetése ("Basi della ...
Leggi Tutto
Filosofo italiano (n. Buronzo, Vercelli, 1944). Discepolo di L. Pareyson, ha perfezionato i suoi studi all’Università di Heidelberg, rivestendo in seguito incarichi universitari a Perugia, Torino e Firenze, [...] . è fautore di un approccio ermeneutico all’esperienza estetica. Tra le sue opere: La storia della filosofia secondo Kant (1972), William Blake. Arte e religione (1978), Ermeneutica e romanticismo (1982); Disincanto del mondo e pensiero tragico (1988 ...
Leggi Tutto
Storico della filosofia (Reconquista, Argentina, 1895 - Torino 1971). Studiò all'univ. di Torino. Prof. univ. dal 1949, insegnò storia della filosofia nelle univ. di Genova e di Torino (dal 1959). La sua [...] immortalità (1923), La lotta per l'evidenza (1929), Il problema delle verità necessarie e la sintesi a priori del Kant (1935), Il tempo (1942), Filosofia perenne e personalità filosofiche (1942), La filosofia nel filosofare umano. Storia del pensiero ...
Leggi Tutto
Filosofo tedesco (Guhrau, Slesia, 1851 - Berlino 1921). Prof. nelle univ. di Kiel, Breslavia, Halle, Bonn, Berlino. Più della sua attività teoretica, è notevole quella di storico della filosofia tedesca [...] e critico delle opere kantiane: Kants Kritizismus (1878), Historische Untersuchungen über Kants Prolegomena (1904), ecc. Dopo la morte di W. Dilthey lo sostituì come direttore dell'edizione delle opere di Kant promossa dall'Accademia di Berlino. ...
Leggi Tutto
Filosofia
In generale, conoscenza diretta, personalmente acquisita, di una sfera particolare della realtà.
J. Locke e l’empirismo distinguono l’ e. esterna, o percezione dei fatti a noi esterni (sensazioni), [...] ). E. esterna ed e. interna costituiscono il presupposto di quell’ulteriore riflessione intellettuale che ne elabora i dati.
I. Kant accolse questo concetto dell’e., ma sostenne che l’e. presume necessariamente alcuni elementi ideali che non possono ...
Leggi Tutto
ZELLER, Eduard
Delio Cantimori
Filosofo e storico della filosofia, tedesco, nato a Kleinbottwar nel Württemberg il 22 gennaio 1814, morto a Stoccarda il 19 marzo 1908. Insegnò a Berna, Marburgo, Heidelberg [...] teologo, nella scia del pensiero hegeliano e della "scuola di Tubinga", che poi abbandonò per un ritorno a Kant e per un indirizzo gnoseologico ed empiristico (sostenendo la possibilità della metafisica come conoscenza empirico-ipotetica delle cose ...
Leggi Tutto
kantiano
agg. – 1. Relativo al filosofo ted. Immanuel Kant (1724-1804), alle sue dottrine, ai suoi principî e indirizzi: gli scritti k.; la morale k.; il metodo kantiano. 2. Fautore, seguace, continuatore o studioso di Kant e delle sue dottrine:...
postkantiano
agg. [comp. di post- e del nome del filosofo ted. I. Kant (v. kantiano)]. – Che è posteriore alla filosofia, alle dottrine e ai principî di Kant: filosofia, critica p.; come sost., filosofo che, venuto poco dopo Kant, ne continua...