Erudito e letterato (n. prob. Portogruaro 1485 circa - m. Milano 1544). Accanito difensore, contro Erasmo, dell'imitazione ciceroniana nel trattato Della imitazione, esperto di lingue e dottrine orientali, [...] diede alla luce, un Teatro retorico, in cui avrebbe dovuto sistemare tutto lo scibile: per la sostanza, a fondo astrologico e cabbalistico; per la forma, sulla base del lessico e della fraseologia ciceroniani. Famosissimo al suo tempo, fu da alcuni ...
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Letterato italiano (San Donà di Piave 1862 - Procaria, Ceres, 1951); prof. di letteratura italiana, dal 1896 al 1934, nelle univ. di Messina, Pisa, Pavia, e Torino; direttore (1918-37) del Giornale storico [...] -29), senatore del regno (1929). Fra i suoi studî di critica e storia letteraria, notevoli specialmente: Un decennio della vita di m. P. Bembo, 1521-1531 (1885); La satira italiana (2a ed., 2 voll., 1945); l'ediz. commentata del Cortegiano (1894). ...
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Poetessa inglese (Sidmonton 1661 circa - Eastwell, Kent, 1720). Fu dama d'onore di Maria di Modena e amica di A. Pope. I suoi Poems (1713) contengono la tragedia Aristomenes, versi di società nello stile [...] di M. Prior e favole imitate da La Fontaine. I suoi versi sono notevoli soprattutto per una vena di osservazione naturalistica, messa in rilievo da W. Wordsworth che ne curò (1812) una scelta. La sua poesia più nota è A nocturnal reverie. ...
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Poeta russo (n. Varsavia 1891 - m. 1938). Ha condensato la sua poesia, classica, erudita, mitica, antisentimentale, nelle raccolte Kamen´ ("La pietra", 1913) e Tristia (1922), in cui oscilla fra il patetico [...] e il grottesco, tra stile scultorio ed espressione ermetica. Nel 1934 fu arrestato per aver scritto versi contro Stalin. Arrestato una seconda volta, morì, sembra, in campo di concentramento. Una raccolta, ...
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Scrittore russo (n. Verkola, Archangel´sk, 1920 - m. 1983). Ha fatto oggetto della sua narrativa la campagna russa, da lui vista senza pregiudizî nella varietà e verità dei suoi aspetti: Bratja i sëstry [...] ("Fratelli e sorelle", 1958); Na severnoj zemle ("Nella terra del Nord", 1962); Dve zimy i tri leta ("Due inverni e tre estati", 1967); Izbrannoe ("Opere scelte", 1975) ...
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Umanista (n. Ferrara nei primi decennî del '400 - m. forse nel 1476), fratello di Francesco; ebbe dagli Estensi incarichi politici e uffici pubblici. Scrisse, oltre che versi latini, una rappresentazione [...] allegorica, in volgare, per festeggiare l'ingresso di Borso d'Este in Reggio (1453), notevole per la storia del teatro del Rinascimento. ...
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Letterato (n. Mantova 1536 circa - m. 1599). Rappresentò il ducato di Mantova nella pace di Cateau-Cambrésis, fu poi lungamente a Roma. È autore di Rime, di una commedia, Gli Inganni (1592), e di un poema [...] cavalleresco, Il Fidamante (1583), la sua opera principale. ...
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Letterato (n. Ferrara - m. ivi 1576). Compose una favola pastorale, Lo sfortunato, rappresentata a Ferrara nel 1567, presente il Tasso che la tenne presente componendo l'Aminta. ...
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Stato insulare dell’Estremo Oriente. Il nome in lingua locale (Nippon-koku nella forma classica; Nihon-koku nella parlata comune) deriva dalla lettura giapponese del nome cinese del G., Jih Pen Kuo («il [...] i cui bestseller superano senza difficoltà il milione di copie. È il caso di due scrittrici, M. Tawara e B. Yoshimoto (autrice la prima di poesie, la seconda di romanzi) e di uno scrittore, H. Murakami, che hanno suscitato enormi consensi di pubblico ...
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Stato dell’Africa nord-orientale, che si estende anche in territorio tradizionalmente considerato asiatico, a E dell’istmo di Suez (penisola del Sinai). Il nome deriva da quello dell’antica città di Menfi, [...] araba in generale ed egiziana in particolare. Ricordiamo qui gli scrittori Ǧ. al-Ġiṭānī, Ṣ. Ibrāhīm, M. al-Busātī, I. Arslān, B. Ṭāhir, noti come ‘la generazione degli anni 1960’, i quali, agli inizi del 21° sec., oltre a essere un costante punto ...
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m, M
(èmme) s. f. o m. – Dodicesima lettera dell’alfabeto latino, che rappresenta, in italiano come in altre lingue, un unico fonema, la nasale bilabiale sonora: una consonante cioè che si pronuncia con un’occlusione delle labbra (come p,...
la
là avv. [lat. ĭllāc ‹illàk›]. – 1. In quel luogo. Indica in genere luogo distante da chi parla e da chi ascolta (ma con minore determinatezza dell’avv. lì, con cui ha peraltro molti usi in comune), e si adopera con verbi di quiete e di...