BANDIERA, Alessandro
Claudio Mutini
Nacque a Siena nel 1699 da Giulio Girolamo, medico, e da Maria Vittoria Grilli: fratello minore di Francesco, sacerdote e giureconsulto, e di Giovanni Niccolò, accademico [...] dimostrare la necessità di unire allo studio della lingua latina l'apprendimento della migliore tradizione toscana. Seguirono la versione prassi umanistica, come l'idea che il parlar latino possa far conseguire l'assoluta padronanza e proprietà della ...
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DONATI, Alamanno
Paolo Viti
Nacque a Firenze il 20 maggio 1458 (Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 444 bis, f. 174r) dal notaio ser Marchionne. Fu scolaro di Giorgio Antonio Vespucci, che, apprezzato [...] è da trascurare, tra l'altro, il fatto che il Ficino (ibid., p. 848) abbia presentato, con un gustoso apologo latino rivolto a Lorenzo de'Medici, la traduzione volgare dell'Historiade duobus amantibus di Enea Silvio Piccolomini, compiuta dal D. e da ...
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PARTENIO, Bernardino
Matteo Venier
PARTENIO, Bernardino. – Nacque a Spilimbergo, in data incerta, collocabile tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento sulla base della data di morte. [...] ). Dal 1560 fino alla morte risiedette a Venezia, attivo come docente di greco presso la Biblioteca Marciana, e di latino presso il Collegio dei notai. Tra le opere pubblicate in questo periodo la principale è il dialogo Della imitatione poetica ...
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CALDANA, Marco Petronio
Amedeo Quondam
Nacque verso il 1645 da Petronio e da una Lucia a Pirano (Istria). Fu avviato agli studi letterari dal precettore, fra' Bartolomeo Grassi, e dal can. Domenico [...] che formano oggetto della narrazione.
Il C. fu consapevole di tentare una operazione insolita nel momento in cui adotta il latino come lingua letteraria e quindi costruisce il suo poema in esametri: in questa scelta si coglie con evidenza la volontà ...
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COLONNA, Mario
Nicola Longo
Nacque probabilmente a Roma nella prima metà del sec. XVI da Stefano di Francesco del ramo di Palestrina della famiglia, e da Elena di Niccolò Franciotti, signore di Basanello [...] de' Medici nel 1541, si trasferì con la famiglia a Firenze; morì nel 1548. Il C. fu educato allo studio delle lettere; apprese il latino e si dedicò al culto della poesia. Sappiamo che visse a lungo a Firenze e che, a partire dal '62, fu al servizio ...
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DENINA, Carlo Giovanni Maria (il cognome originario era De Nina)
Guido Fagioli Vercellone
Nacque a Revello presso Saluzzo (Cuneo) il 28 febbr. 1731, secondo di tre maschi e una femmina, da Giuseppe Maria [...] F. S. Roero, sposando la damigella di compagnia della contessa madre.
Il D. apprese a Revello i primi rudimenti del latino da un maestro nizzardo (che egli ricorda migliore come giardiniere che come grammatico) e poi dal curato del luogo, passando ...
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BRACCESI (Braccese, Bracci, Braccio, Braccia; Braccius, de Braccesis, Brachiensius), Alessandro
Alessandro Perosa
Nacque a Firenze il 10 dic. 1445 (Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 41, f. 217) da [...] ci sono prove che il B. seguisse i suoi corsi universitari, ma è certo che a lui egli si ispirò nella composizione delle sue poesie latine, e che da lui derivò, in egual misura, l'interesse per le lettere e la poesia degli antichi e il culto per la ...
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LASCARIS, Costantino
Massimo Ceresa
Nacque a Costantinopoli in una data collocabile tra il 14 giugno 1433 e lo stesso giorno dell'anno successivo. Poco si conosce dei diciannove anni che il L. trascorse [...] , per lo più opere religiose; inoltre si cimentò in una nuova versione in greco classico di testi già tradotti dal greco in latino, come i due trattati di Plutarco, i Parallela minora e il De mulierum virtutibus (Matr., 4621, cc. 12-21, 24-34).
Poco ...
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PACINI, Antonio
Francesco Lucioli
PACINI, Antonio. – Nacque nel primo ventennio del Quattrocento a Castelvecchio di Todi (od. frazione di Massa Martana), da cui il soprannome di «Tudertino».
Si trasferì [...] 143; Id., Serie d’autori di opere risguardanti la celebre famiglia Medici, Firenze 1826, pp. 243 s.; G.A. Fabricius, Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis, I, Firenze 1858, p. 124; L. Leônij, Vita di Bartolommeo di Alviano, Todi 1858, pp. 139 ...
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CORADO
Paolo Procaccioli
Vissuto a Padova nella seconda metà del Quattrocento, C. non è altrimenti conosciuto che per un poemetto macaronico in esametri, la Tosontea, dove si definisce "vir amaistratus".
L'opera [...] paterna, la abbandona alla morte del genitore per diventare sguattero di un medico (Mengo); ricevuti da questo i primi rudimenti di latino e di logica, e con ciò convinto di essere ormai padrone della materia ("quum vidisset logicam se scire", v. 94 ...
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latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe...
latinismo
s. m. [der. di latino]. – 1. Elemento linguistico (parola o locuzione) adottato stabilmente o occasionalmente dal latino in una lingua diversa, sia nella sua forma originaria (iunior e senior, excursus, lapsus, raptus, ab origine,...