Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] dal gesuita Dominique Bouhours, autore di Les Entretiens d’Ariste et d’Eugène, del 1671: il francese è come sua madre, il latino, con il quale l’italiano non ha più molto in comune, essendo una lingua «molle ed effeminata (molle et effeminée) secondo ...
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LINGUE, REGNO DI GERUSALEMME
LLaura Minervini
La situazione linguistica del Regno di Gerusalemme non si può isolare da quella degli altri stati crociati, cioè, all'epoca di Federico II, il Regno di [...] à l'époque des croisades: diffusion et création, in Essor et fortune de la Chanson de geste dans l'Europe et l'Orient latin, Modena 1984, pp. 617-646; Id., A Venetian Manual of Commercial Practice from Crusader Acre, in I comuni italiani nel Regno ...
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Il caso è una categoria linguistica che svolge essenzialmente due funzioni, una in prevalenza sintattica e l’altra in prevalenza semantica. Sul piano sintattico, segnala la funzione che un nome svolge [...] le stesse funzioni che il suo omologo copre in un’altra. Ad es., il genitivo del greco antico (3) e quello del latino (4) condividono la funzione di indicare il modificatore del nome (i denti del lupo), ma non quella di indicare il modificatore del ...
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BENEFICI O BENEFICI?
Si tratta di due ➔omografi il cui significato cambia a seconda di dove cade l’accento.
• Benèfici, con pronuncia ➔sdrucciola, è il maschile plurale dell’aggettivo benèfico (dal latino [...] benèfici, istituti benèfici
• Benefìci, con pronuncia ➔piana, è invece il plurale del sostantivo benefìcio (dal latino benefìcium), che significa ‘utilità, giovamento, sollievo’, ma anche ‘favore, vantaggio’
benefìci fiscali, benefìci di legge ...
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Lo studio dell’italiano a scuola si affermò tra la fine del Cinquecento e il Settecento (Manacorda 1980; Marazzini 1985; De Blasi 1993; Matarrese 1993: 21-40) con un processo che modificò l’iter della [...] principio didattico di autorità veicolato dalla scrittura, sia per gli autori del Trecento e del Cinquecento (come già per quelli latini), sia per l’uso contemporaneo o per lo stile esemplare, al quale offriranno poi un modello I promessi sposi. La ...
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Filologo romanzo (Cremona 1920 - Firenze 2002), prof. univ. dal 1962, prima a Torino, poi a Firenze; dal 1973 al 1977 direttore dell'"Opera del Vocabolario" dell'Accademia della Crusca. Si è occupato di [...] ed., in collab. con il musicologo R. Monterosso, dello Sponsus. Dramma delle vergini prudenti e delle vergini stolte, 1965; Latino "circa romançum" e "rustica romana lingua", 1965), di testi letterari provenzali antichi (ed. critica delle Poesie di P ...
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MEDIA
La pronuncia corretta del sostantivo media (o mass media), con il quale si indicano i mezzi di informazione (giornali, televisione, internet), è mèdia, perché la parola deriva dal latino mèdia [...] (plurale di medium ‘mezzo’). Sconsigliabile, anche se molto frequente, è la pronuncia mìdia, derivata da quella inglese.
Usi
La parola si usa solo al plurale maschile
la forza dei media, i media televisivi, ...
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Linguista italiano (Volosca, Fiume, 1868 - Bologna 1953); prof. nell'univ. di Bologna, condirettore dell'Archivio glottologico italiano. La sua attività si è svolta nel campo indoeuropeo, specialmente [...] italico (Studi di latino arcaico, 1902) e romanzo (L'origine e le forme della dittongazione romanza, 1907), e in quello della linguistica generale (Le alterazioni fonetiche del linguaggio e le loro cause, 1926). Saggi linguistici (1940) è una scelta ...
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lingue morte
Emanuele Lelli
La memoria di antiche civiltà
Quando una lingua non è più parlata e neanche impiegata per i documenti scritti, si definisce lingua morta. Le lingue morte sono spesso misteriose [...] e la propensione al ragionamento.
C’è chi pensa, d’altra parte, che sia improprio definire morte le lingue classiche. Il latino, soprattutto, che è stato la lingua dei cattolici fino alla metà degli anni Sessanta del Novecento, continua a essere la ...
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Betacismo (dal greco bētakusmós, all’incirca «il parlare usando il suono corrispondente alla lettera beta») è il processo fonetico in cui un suono fricativo labio-dentale sonoro /v/ o vocale alta posteriore [...] con [v] accanto a forme italiche con [b] (umbro benus, lat. veneris «sarai / sia venuto»).
Tagliavini (1949: 246-247) osserva che in latino esisteva un unico segno ‹v› sia per [u] che per [w] semivocale e di conseguenza per [v], sicché la lettera ‹v ...
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latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe...
latinismo
s. m. [der. di latino]. – 1. Elemento linguistico (parola o locuzione) adottato stabilmente o occasionalmente dal latino in una lingua diversa, sia nella sua forma originaria (iunior e senior, excursus, lapsus, raptus, ab origine,...