La diversità intravista
"Due cose nell'universo non possono essere assolutamente uguali tra loro": così nel 1440 si esprimeva N. Cusano nel suo De docta ignorantia (ii, 11). All'inizio del 18° sec. G.W. [...] cui egli pone rimedio con la sua "industria" e la sua "attività", ovvero con la sua cultura.
La diversità governata
Da Leibniz si ricavano altre due indicazioni preziose. La prima concerne "l'ignoranza" e le "percezioni confuse" che si hanno delle d ...
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TRATTRICE
Gino Loria
. La trattrice ordinaria è la curva caratterizzata dalla proprietà che per essa è costante il segmento di una qualsiasi tangente compreso fra il punto di contatto e una data retta [...] (base). Essa - come fu riconosciuto dal Leibniz (1693) in risposta a un quesito proposto da C. Perrault (1613-1688) - è la traiettoria descritta, su un piano orizzontale liscio, da un punto pesante attaccato a un filo di data lunghezza, di cui l' ...
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Ploucquet, Godefroy (ted. Gottfried)
Ploucquet, Godefroy
(ted. Gottfried) Filosofo (Stoccarda 1716 - Tubinga 1790). Nato in Germania da una famiglia francese, dal 1750 insegnò logica e metafisica nell’univ. [...] di Tubinga. Con l’opera Primaria monadologiae capita (1748), sulla monadologia di Leibniz, vinse un premio dell’Accademia di Berlino; proseguì poi la sua interpretazione critica della dottrina leibniziana nei Principia de substantiis et phaenomenis ( ...
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Naturalista e filosofo olandese (Vilvoorde, Bruxelles, 1614 - Berlino 1699), figlio di Jan Baptiste, condusse vita avventurosa ed errabonda. Sviluppando la dottrina paterna dell'archeus, H. costruì un [...] sistema monadologico, che, sotto molti aspetti, costituisce una singolare anticipazione di quello di G. W. Leibniz (che pare abbia tratto da H. l'uso del termine monade). Opere principali: Alphabeti veri naturalis Hebraici brevissima delineatio (1667 ...
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Fatio de Duillier
Fatio de Duillier Nicolas, noto anche come Facio o Faccio (Basilea 1664 - Maddersfield, Worcester, 1753) matematico e astronomo svizzero. Nel 1687 si trasferì a Londra e divenne stretto [...] sulla priorità dell’invenzione del calcolo infinitesimale. In particolare, nel 1699 egli inviò una lettera a Leibniz accusandolo esplicitamente di aver plagiato l’opera di Newton. Fatio de Duillier è anche noto per aver proposto una originale teoria ...
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Matematico (Bologna 1681 - ivi 1761), fratello di Eustachio. Insegnò a Bologna, ove fu successore di B. Cavalieri e di P. Mengoli. Autore del trattato De constructione aequationum differentialium primi [...] gradus (1707), nel quale sono esposti i principali risultati raggiunti da Newton, da Leibniz, dai Bernoulli e dall'autore stesso nello studio delle equazioni differenziali e dei fondamenti del calcolo integrale. Nel 1742 succedette al fratello nella ...
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nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu
Locuz. lat. («niente è nell’intelletto, che prima non sia stato nei sensi»), usata come assioma nella filosofia scolastica. Accolta da Locke nella [...] sua teoria sull’origine delle idee, fu integrata da Leibniz con l’aggiunta nisi ipse intellectus («eccetto l’intelletto stesso»). ...
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Uomo di stato tedesco (Eisenach 1622 - Magonza 1672); rappresentò il langravio di Assia-Darmstadt alla corte di Cristina di Svezia (1644-1646). Fautore dell'elezione a imperatore di Ferdinando III, fu [...] creato cavaliere. Passato nel 1656 al cattolicesimo, si adoperò, come più tardi Leibniz di cui fu protettore e amico, per l'unione delle Chiese. Dopo una netta rottura con la corte di Magonza (1664), si diede a studî di erudizione. ...
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Matematico e filosofo (Saint-Malo 1698 - Basilea 1759), uno dei maggiori illuministi francesi. Presto famoso per i suoi studî matematici, fu accolto venticinquenne all'Académie des sciences di Parigi e [...] nel 1745 fu chiamato da Federico II a Berlino, per riorganizzarvi l'Accademia delle scienze fondata da G. W. Leibniz. Partendo dalle dottrine di I. Newton (Essai de cosmologie, 1750), M. ne difese la concezione gravitazionale contro l'antica ipotesi ...
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MAURO, Bartolomeo Ortensio
Angela Romagnoli
– Nacque a Verona, dove fu battezzato il 24 ag. 1634 (Böttcher). Oscuri rimangono i dettagli relativi a famiglia, infanzia e formazione; è noto solo che studiò [...] la permanenza in Italia del M., che ne approfittò per tornare nella città natale (lettera di G. Corfey a Leibniz, Venezia, 13-23 nov. 1685: Leibniz, I, 4, n. 178). Nello stesso periodo il M. frequentò anche Padova: nel 1723 Steffani gli scrisse da lì ...
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leibniziano
‹laib-› agg. e s. m. – 1. agg. Che si riferisce al filosofo e scienziato ted. G. W. von Leibniz (1646-1716), alle sue dottrine, ai suoi principî: il sistema monadologico l.; l’opera matematica leibniziana. 2. s. m. Fautore, seguace,...
monade
mònade s. f. [dal lat. tardo monas -ădis, gr. μονάς -άδος «unità», der. di μόνος «solo»]. – 1. In filosofia, termine usato per indicare l’unità in quanto principio di molteplicità o le unità costitutive del reale; in questo senso il...