Bizantina, Civiltà
Agostino Pertusi
Il primo problema che ci dobbiamo porre è se D. ebbe una conoscenza concreta e precisa della cultura greco-bizantina. La risposta è in gran parte negativa: D. non [...] ragione per attribuire ad esso ciò che in esso manca. Certi peccati contemplati da D., come la seduzione, il lenocinio, la simonia, la baratteria, ecc., non appaiono in nessuno degli elenchi di peccati offerti dal trattatello bizantino, mentre quella ...
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MACHIAVELLI, Niccolò
Federico CHABOD
Di media statura, magro, "bianco come la neve", ma col capo "che pare veluto nero"; "savio et prudente" nell'estimazione dei colleghi d'ufficio, commendato dai superiori [...] trattazione, tersa e nitida anche nel momento del finale, e il taglio secco e preciso della frase, priva di ogni lenocinio formale, constatazione di un modello trovato e riprodotto, così com'è, senza bisogno di aggiunte. Quello era lo stile politico ...
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BARTOLI, Daniello
Alberto Asor-Rosa
Nacque a Ferrara il 12 febbr. 1608, ultimo fra tre figliuoli di Tiburzio. Alle scuole del collegio della Compagnia di Gesù studiò grammatica, lettere umane e retorica. [...] , con la costante osservanza del principio che ad maiorem Dei gloriam possono essere impiegati anche gli strumenti di un lenocinio stilistico e rettorico giunto ormai alla sua estrema maturità. Il B. si distingue dagli altri suoi correligionari forse ...
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BUONAIUTI, Baldassarre, detto Marchionne (Marchionne di Coppo Stefani)
SSestan
Cronista fiorentino, nacque a Firenze nei primi mesi del 1336, figlio di Coppo Stefani de' Buonaiuti e della sua seconda [...] (rubr. 568, 581, 623, 665, 801).
Lo stile del B. è, conformemente alla sua modestissima cultura letteraria, privo di ogni lenocinio d'arte; è popolaresco, talvolta rozzo, ricco di anacoluti, ma vigoroso, pronto a cogliere le cose nel loro essenziale ...
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SISTO V, papa
Silvano Giordano
SISTO V, papa. – Felice di Peretto nacque venerdì 13 dicembre 1521 a Grottammare, castello del Comitato di Fermo, nella Marca di Ancona, da Piergentile di Giacomo, detto [...] festivo. Inflisse la pena di morte ai rei di adulterio, di immotivata separazione dei coniugi, di incesto e di aborto, di lenocinio, della diffusione di calunnie, che colpì in modo particolare gli scrittori di avvisi. Sisto V non si oppose alle feste ...
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Penombre femminili
Federica Ambrosini
Destini di donna
«Maritar o monacar». Con qualche altra alternativa
«Alle tre mie pute che sono in casa», disponeva per testamento, nell’agosto 1647, il patrizio [...] di Pellegrina Donà. Era abbastanza usuale, inoltre, che all’esercizio della magia si associasse quello della prostituzione o del lenocinio (38).
Oltre al licenzioso romanzo del Pallavicino, Anzola aveva avuto tra le mani, e scorso «per mia curiosità ...
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lenocinio
lenocìnio s. m. [dal lat. lenocinium, der. di leno -onis «lenone»]. – 1. L’attività di chi favorisce, soprattutto se a scopo di lucro o interesse, amori considerati illeciti facendosene intermediario; ruffianesimo. In diritto penale,...