Poeta (Zante 1778 - Turnham Green, presso Londra, 1827). Tra i massimi esponenti della letteratura italiana del neoclassicismo e del primo romanticismo, nella sua produzione si distinguono due linee letterarie [...] consentire una vera autobiografia, pur di non rinunciare alle risorse della letteratura, al potere consolatorio della bellezza accompagnava la sua traduzione del Viaggio sentimentale di L. Sterne), e più in genere all'animosità estrosa e ironica che ...
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Scrittore, poeta, autore e regista cinematografico e teatrale italiano (Bologna 1922 - Ostia, Roma, 1975). Dopo aver seguito nell'infanzia gli spostamenti del padre, ufficiale di carriera, compì gli studî [...] ispirazione gramsciana, si esplicò in una serie di interventi sulla letteratura contemporanea, e soprattutto sulla poesia, che della neoavanguardia. Ma la vocazione di P., già insofferente dei limiti di un genere letterario, si era orientata verso ...
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Poeta latino (Venosa 65 a. C. - Roma 8 a. C.). Nacque da padre libertinus, come egli stesso dice, e fu educato a Roma, dove ebbe come primo maestro Orbilio; compiuti i vent'anni si recò ad Atene, a completare [...] composizioni in esametri, metro che rimarrà quello proprio del genere. O. F. tratta l'esametro con libertà, animo è pacificato dalla profonda amicizia di Mecenate, ed egli può darsi tutto alla letteratura e a quella meditazione sugli uomini ...
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Scrittore italiano (Milano 1851 - ivi 1901). Autore di racconti e romanzi, la sua narrativa, nella quale l'eredità manzoniana si mescola con i fermenti della Scapigliatura lombarda e con istanze del naturalismo, [...] con il proprio concetto della funzione sociale della letteratura e dello scrittore che è anche alla radice giornale milanese L'Italia e per il Corriere di Napoli allo scopo di nobilitare il genere dei romanzi d'appendice; Demetrio Pianelli, 1890 ...
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Favolista latino (sec. 1° d. C.). Poco sappiamo della sua vita. Originario della Macedonia, fu a Roma liberto di Augusto; poi sotto il regno di Tiberio, dopo aver composto i primi due libri di favole, [...] inoltre appesantisce la composizione dando troppa parte alla morale. Egli ha il merito di aver creato nella letteratura romana il genere della favolistica. La lingua di F. è semplice e corretta, il senario assai regolare. Della sua opera restano ...
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Critico letterario e scrittore italiano (Biella 1901 - Roma 1967). Tra i maggiori critici del Novecento, mise a punto, in un panorama dominato dal crocianesimo, un sistema interpretativo nuovo che si giovava [...] i problemi della migliore letteratura europea. Dal 1950 insegnò nella univ. di Messina, poi in quella di Roma. Collaborò a varî 1979), mostrano come D. abbia anche praticato il genere del saggio, riuscendo a coglierne le peculiari risorse conoscitive ...
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Scrittore statunitense (Saint Louis 1914 - Lawrence, Kansas, 1997); laureatosi alla Harvard University, è stato uno degli esponenti più noti della rivolta e della letteratura hipster, in contatto con A. [...] , in Europa, nel nord Africa, nel Perù, sperimentando ogni generedi droga; nel 1957 si sottopose a una cura di disintossicazione, di cui divenne poi strenuo sostenitore. Punto di riferimento obbligato per la cultura americana fin dagli anni Sessanta ...
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Scrittore statunitense (Chicago 1888 - La Jolla, Calif., 1959). Dopo aver fatto il giornalista e il dirigente d'industria, si dedicò alla letteratura poliziesca, dando vita al popolare personaggio dell'investigatore [...] privato Philip Marlowe, originale mescolanza di spregiudicatezza e moralismo, di cinismo e umanità (ne fu efficace 1953); Playback (1958). Fu anche sceneggiatore cinematografico e teorizzò sul genere poliziesco in The simple art of murder (1944). ...
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Il fondatore del cristianesimo e della Chiesa; secondo la fede cristiana, il Redentore del genere umano e, conforme alle definizioni dei primi quattro concilî ecumenici, il Figlio di Dio, Verbo incarnato, [...] può avere l'art.: un G. Bambino, il G. Crocifisso, così come in denominazioni di chiese dedicate al nome di G., e in genere officiate, almeno in origine, da gesuiti, cioè dalla Compagnia di G.: per es., la chiesa del G., o assol. il G., da cui anche ...
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Filosofo greco (Atene 428 o 427 a. C. - ivi 348 o 347). Era di famiglia agiata e nobile; la tradizione racconta che gli era stato inizialmente imposto il nome del nonno, Aristocle, e che quello di Πλάτων [...] un'educazione artistica, studiando musica, pittura e letteratura e segnalandosi in particolare nella composizione poetica e , da questo punto di vista, non tanto nella negazione ascetica delle passioni, e in generedi ogni attività non contemplativa ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante una nozione che comprende in sé più specie...
letteratura
s. f. [dal lat. litteratura, der. di littĕra e littĕrae, secondo il modello del gr. γραμματική (v. grammatica)]. – 1. In origine, l’arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi...