La frase parentetica è un particolare tipo di frase incidentale (➔ incidentali, frasi), apparentemente coordinata o subordinata alla frase di cui è inserto (detta frase ospite), ma che, in realtà, non [...] ’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone (Manzoni 1997: 12)
(2) Quella giovanetta rispose finalmente alle mie lettere, mi promise amore e fedeltà, nell’istesso tenore, suppongo, in cui l’aveva promesso sei mesi prima ad un giovane che sposò ...
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Astronomia
Si chiama a. del moto di un astro il punto della volta celeste verso il quale l’astro, nel momento in cui lo si considera, è diretto. In particolare l’a. del moto terrestre è il punto della [...] per indicare i monosillabi lunghi, dagli amanuensi italiani, spagnoli e inglesi nei sec. 11° e 12°. Nella scrittura gotica servì a distinguere lettere di forma simile.
Segno simile all’apostrofo che in alcune lingue si pone sopra o accanto ad alcune ...
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Si assumono come riferimenti cronologici simbolici di questa voce il 1211, anno del primo documento fiorentino conservato, e il 1375, anno della morte di Boccaccio.
Il Duecento è il secolo nel quale il [...] nutrita dell’eredità retorica latina medievale sono le lettere in prosa di Guittone, raccolte minimizzando le poiana»],
che tolse lor intrambi nel suo intoppo
L’autore mostra d’aver letto l’Inferno già nel 1317, data di questo sonetto; cfr. Inf. ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] a Firenze, egli avvia la sua «verifica dell’uso toscano» (Manzoni 2000-2005: vol. 18/2, pp. 71-138), e in due lettere al purista Antonio Cesari fa riferimento all’uso vivo e parlato di Firenze e di Toscana. La concezione della lingua come uso vivente ...
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Il vocativo è un elemento nominale (1) o più raramente pronominale (2) che serve a richiamare l’attenzione di un destinatario rivolgendogli la parola, e a identificarlo selezionandolo fra diversi possibili [...] precedenti, può essere rivolto da un autore ai propri lettori (4), e compare poi di solito all’inizio delle lettere (➔ lettere e epistolografia), dove alla fine si trova normalmente anche l’auto-identificazione del mittente (5):
(4) Giovane lettore ...
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FAERNO, Gabriele
Simona Foà
Nacque a Cremona nel 1510 da Francesco, notaio e letterato. Nel 1528 fu iscritto al Collegium notariorum della città natale, ed entrò quindi al servizio di Ermete Stampa. [...] testuale a Terenzio in una lettera del F. a Paolo Manuzio, in Aevum, XXVIII (1954), pp. 522-551.
Fonti e Bibl.: D. Giannotti, Lettere a Piero Vettori, a cura di R. Ridolfi-C. Roth, Firenze 1932, ad Indicem; A. Saba, La biblioteca di s. Carlo Borromeo ...
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Il termine enumerazione (dal lat. enumeratio «enumerazione») fa riferimento a un procedimento discorsivo, comune in ogni tipo di testo, sia scritto che orale, che prevede che un concetto generale venga [...] (➔ coordinative, congiunzioni), e quindi attraverso segni interpuntivi (virgola, punto e virgola) o indicatori testuali (numeri progressivi, lettere dell’alfabeto, simboli che segnalano la presenza di un elenco puntato);
(b) per sindesi, cioè con ...
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Lo stile telegrafico nasce sul finire dell’Ottocento come risposta espressiva all’esigenza di scrivere messaggi brevi come telegrammi e telex, in cui ogni parola aveva un costo.
Tipica di questo stile [...] (➔ burocratese), in particolare in alcune formule (2) e nelle intestazioni (ad es., nell’oggetto di comunicazioni e lettere) (3-4) ma eventualmente anche nel corpo del testo:
(2) nel raccomandare [uno] scrupoloso adempimento […]
(3) dichiarazione ...
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Venticinquesima e ultima lettera dell’alfabeto latino. linguistica Nell’alfabeto greco primitivo la z aveva una forma simile a un I con i due tratti orizzontali piuttosto lunghi, ma prese per tempo la [...] . a.C. per trascrivere la sibilante sonora che ricorreva nei grecismi sempre più numerosi, ma per non turbare l’ordine delle altre lettere fu messa in fondo a tutte. Il suono che si voleva rendere, ʒ o ʃ, estraneo com’era al sistema fonematico latino ...
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Medico, naturalista e letterato (Riva del Garda 1484 - Agen 1558); il nome gli deriva dalla sua pretesa discendenza dai Della Scala di Verona. Studente di medicina e di storia naturale a Bologna (dal 1514 [...] libri septem (post., 1561), in cui S. sostiene la necessità di una norma razionale dell'arte: donde la proclamata superiorità di Virgilio su Omero. Sono idee che dal classicismo francese passeranno a dominare le lettere europee sino al Romanticismo. ...
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letta
lètta s. f. [der. di leggere, part. pass. letto]. – L’atto del leggere scorrendo rapidamente con l’occhio sullo scritto: aveva buona memoria, e gli bastava una l. per imparare la lezione; usato per lo più nell’espressione dare una l.,...
letto2
lètto2 s. m. [lat. lectus]. – 1. a. Mobile destinato al riposo e al sonno delle persone, formato in modo che vi si possa giacere comodamente distesi: il fusto (o intelaiatura, meno com. lettiera), le spalliere, i materassi del l.; coperta...