Ventunesima lettera dell’alfabeto latino. linguistica Fino almeno al 16° sec. ha avuto una storia comune con la lettera U, di cui costituiva una variante di scrittura, e fino al 19° sec. ha conservato [...] nell’uso definitivamente solo dalla seconda metà del 17° sec., così per il latino come per l’italiano e per le altre lingue che si servono dell’alfabeto latino.
La lettera v rappresenta in italiano un unico fonema, cioè la consonante labiodentale ...
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Segno alfabetico (i lungo, raro iod, ant. iota) che non costituisce una lettera a sé dell’alfabeto latino, ma è una variante grafica della i, introdotta nella scrittura latina medievale come forma allungata [...] successo solo dal 17° sec. in poi e l’uso fu diverso da lingua a lingua, in rapporto ai vari sistemi fonologici. L’i semiconsonante iniziale del latino è continuato nelle lingue romanze da consonanti vere e proprie: it. giuoco, fr. jeu, sp. juego ...
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In grammatica, il modo corretto di scrivere, ossia l’impiego corretto dei segni grafici e d’interpunzione in una determinata lingua, e l’insieme delle norme che lo regolano.
Teoricamente l’o. di una lingua [...] i tentativi di riforma ortografica fatti per ciascuna delle maggiori lingue di cultura: riforme totali non hanno avuto fortuna in si scrivevano le vocali all’italiana e le consonanti alla latina: natione, huomo, tracto) e vi sostituirono il criterio ...
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Nella tradizione paleografica moderna, in campo greco genericamente la scrittura maiuscola libraria, in campo latino una particolare scrittura libraria di forme rotondeggianti, usata fra 4° e 9° secolo.
Nell’ambito [...] il Genesi e il Dioscuride di Vienna, e diffusa in tutto il mondo di lingua greca fra 3° e 7° sec.; un’o. copta, nata fra 5° biblica nell’uso ecclesiastico.
Per quanto riguarda le origini dell’o. latina, che compare, già perfetta, nel 4° sec., è quasi ...
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sigma Diciottesima lettera dell’alfabeto greco (maiuscolo Σ, minuscolo σ), corrispondente alla consonante latina s. fisica La lettera Σ indica la particella elementare, più specificamente iperone (barione [...] sigmatico indica la presenza, in una forma o in una categoria formale, della formante s. (s in altre lingue): aoristo sigmatico (es., gr. ἔ-λυ-σ-α da λύ-ειν «sciogliere»); nominativo sigmatico (es., gr. λύκος «lupo», lat. lup-u-s), contrapposto ...
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Famiglia ebraica di origine spagnola, cui appartengono diversi filosofi ed esegeti. Yōsēf Ben Yiṣḥāq, vissuto a Narbona (m. ivi 1170 circa), scrisse una grammatica ebraica (Sēfer ha-zikkārōn "Libro del [...] vie della conoscenza"), che, nell'originale e nella traduzione latina di S. Münster, ebbe larga diffusione tra i dotti doti di esposizione e di divulgazione. Il suo manuale di lingua ebraica, Miklōl ("Opera completa"), diviso in grammatica e lessico ...
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Glottologo (Treviri 1875 - Monaco di Baviera 1962), prof. a Lipsia (1899), a Basilea (1902), Rostock (1909), Jena (1913), Bonn (1924) e Monaco (1926). Dopo aver pubblicato un fondamentale manuale dedicato [...] e morfologia latina (Handbuch der lateinischen Laut-und Formenlehre, 1902), si occupò di fonetica greca (Griechische Lautstudien, 1905), di morfologia baltica (Die indogermanischen iā- und io-Stämme im Baltischen, 1914) e della lingua venetica (Zur ...
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Filologo classico e paleografo di origine scozzese (Pittenweem, Scozia, 1858 - St. Andrews 1937), prof. di latino all'università di Oxford (1884-1901), quindi all'univ. di St. Andrews, ove rimase sino [...] dei Lincei (1927). Profondo studioso del testo, della metrica e della lingua plautina, lessicografo e glossografo, curò numerose edizioni critiche di autori latini (Plauto, Captivi, 1900; Nonio Marcello, 1902; Marziale, 1903; Isidoro, 1911; Festo ...
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Latinista svedese (n. Strängnäs 1909 - m. 1996), prof. di lingua e letteratura latina nell'univ. di Stoccolma (1949-75), della quale fu anche rettore (1966-74). Al centro delle sue ricerche furono soprattutto [...] i problemi relativi al passaggio dalla tarda latinità classica a quella medievale nel campo sia della lingua volgare, sia della lingua colta e letteraria e della poesia, secondo l'indirizzo della scuola svedese che ha avuto come iniziatore H. E. ...
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Storico e filologo (Sad, Transilvania, 1745 - Budapest 1806), nipote del vescovo Ioan Inocenţiu. Studiò a Vienna e insegnò poi al seminario di Blaj. Sostenne l'origine latina del cristianesimo dei Romeni [...] e la riforma della lingua romena con l'eliminazione dei vocaboli di origine slava e la loro sostituzione con vocaboli tratti dal latino e dall. In collaborazione con Gh. Şincai scrisse gli Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (1780); ...
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latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe...
latinita
latinità s. f. [dal lat. latinĭtas -atis]. – 1. a. L’essere latino, cioè l’appartenenza (e il sentimento di appartenenza) alla nazione, alla tradizione, alla civiltà, alla cultura, alla lingua latina: l. di un popolo, di una regione;...