Letterato veneziano (Venezia 1720 - ivi 1806), fratello di Gasparo. Fu tra i fondatori dell'Accademia dei Granelleschi; avverso al rinnovamento scientifico e letterario del secolo, fu mosso a scrivere [...] soprattutto da questo bizzarro spirito di opposizione. La sua fama si deve alle dieci Fiabe (composte dal 1761 al 1766 per la compagnia dei Granelleschi, per difendere la purezza della lingua fiorentina. Rivoluzionario, sia pure con qualche incoerenza ...
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Scrittore, drammaturgo e saggista kenyota di lingua inglese (n. Limuru 1938); inizialmente si firmò James Ngugi. Direttore del Centro internazionale di scrittura e traduzione presso l'univ. della California [...] con simpatie marxiste, imprigionato (1977-78) e poi costretto all'esilio (nel 1982 si trasferì a Londra), ha ribadito l'impegno politico scegliendo di scrivere nella lingua della sua etnia, il kikuyu. In esilio, N. ha collaborato con il Comitato ...
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Scrittore argentino (Bruxelles 1914 - Parigi 1984). Antiperonista, visse dal 1951 in Francia. Ottenne notorietà con il romanzo Los premios (1960). Del 1963 è Rayuela, suo capolavoro. Frutto di una prepotente [...] ma nel 1951 lasciò l'Argentina perché avverso a Perón e si stabilì a Parigi, naturalizzandosi francese nel 1981. Dopo due volumi sua variegata produzione, tradotta quasi per intero in lingua italiana, va segnalata la raccolta di scritti inediti ...
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De Vita, Nino. - Scrittore e poeta dialettale italiano (n. Cutusio, Marsala, 1950). Tra le voci più originali della letteratura dialettale contemporanea, interessato dall'infanzia alla tradizionale orale [...] nella consapevolezza della progressiva scomparsa della sua lingua madre e nella volontà di conferire alle parole di un ubriaco diviso in venti capitoli. Tra le altre pubblicazioni si ricordano i libri per l'infanzia Il cacciatore (2006), Il ...
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Scrittore belga (Gand 1862 - Nizza 1949) di lingua francese. Esponente del simbolismo, nei suoi primi drammi, tra cui Pelléas et Mélisande (1892), diede vita a un mondo onirico e allusivo, dominato da [...] rivista La Pléiade (1886). Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferì (1939) negli Stati Uniti, per poi rientrare in giudizio entusiastico di O. Mirbeau. La sua arte si affermò soprattutto con varie opere drammatiche di carattere poetico ...
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Scrittore danese (Odense 1805 - Copenaghen 1875). Uno dei grandi autori di fiabe dell'Ottocento, riutilizzò in modo originale il grande patrimonio delle fiabe nordiche, infondendo in esso un caratteristico [...] Nel 1819 andò, in cerca di fortuna, a Copenaghen e si cimentò nel canto, nella recitazione e nella danza, ma senza leggendaria, è qui sollevata a dignità d'arte da una lingua viva parlata antiletteraria, vibrante d'immediatezza e d'intimità. ...
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Critico letterario italiano nato a Padova nel 1936, fu allievo a Napoli di Toffanin e di Battaglia; in quell'università insegnò e animò una numerosa scuola, sino a che si trasferì nell'università [...] come studioso dell'Umanesimo, dei suoi modelli, della sua eredità [si ricordino i saggi di esordio: La crisi della retorica umanistica questione del 'volgare', 1964; La questione della lingua dal Bembo all'Accademia Fiorentina, 1965; Letteratura ...
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Poeta e critico greco (Patrasso 1859 - Atene 1943). Movendo dalla cosiddetta Nuova scuola ateniese, sorta in opposizione alla poesia romantica, usò in prosa e in poesia la lingua popolare sull'esempio [...] canzoni della mia patria», 1886), nelle quali si avverte la volontà di opporsi alle banalizzazioni del romanticismo saggi critici e letterari (quasi tutti impegnati nella difesa della lingua volgare), gli scritti d'occasione sono riuniti in ῎Απαντα ...
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Saggista e semiologo (Cherbourg 1915 - Parigi 1980). Figura fondamentale nel panorama culturale francese del dopoguerra, le sue teorie sul linguaggio e la significazione non solo sono state un costante [...] letteraria. La critica letteraria è per B. una scienza che si avvale di altre scienze, tra cui la linguistica strutturale, la zéro de l'écriture (1953), in cui distinguendo "scrittura", "lingua" e "stile" studiava l'incidenza del "parlato" nella ...
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Letterato (Vicenza 1478 - Roma 1550). Il nome di T. è noto soprattutto per la Sofonisba (1514-15, pubbl. 1524), prima tragedia 'regolare', cioè composta secondo le regole di Aristotele, e per il Castellano [...] italiana non deve essere fiorentina né toscana, ma una lingua comune a tutta Italia, già esistente nel fondo dei vari (1548) è derivata da Plauto e da esempi ellenici, che T. si illuse di fondere tra loro. Ma tutte queste opere testimoniano che in ...
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lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo della masticazione e della deglutizione...
lingua-ponte
(lingua ponte), loc. s.le f. Lingua utilizzata come veicolo di comunicazione tra persone che parlano idiomi diversi. ◆ L’italiano, parlato da oltre 56 milioni di abitanti, lingua di uno dei Paesi fondatori dell’Unione, alquanto...