Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Angelo Rusconi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel jazz europeo dagli anni Sessanta a oggi si possono individuare la presenza e la rielaborazione [...] Quest’ultimo è stato tra i primi a incorporare nel proprio linguaggio elementi della musica classica indiana, nel trio (1967) con il (1957-); inoltre, vi è una persistenza di moduli formali degli anni Sessanta nelle prove di musicisti tedeschi più ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Elisabetta Bartoli
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La complessità della produzione di Giovanni Pascoli e la sua modernità di poeta [...] con poesie di altre raccolte e mostrano sia frequenti scambi formali da una raccolta all’altra, sia l’acquisizione alle e mitizzazione del poeta come traduttore in parole del linguaggio della natura si presentano tuttavia evidenti contatti tanto ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Ezio Raimondi e Giuseppe Ledda
Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
L’epoca drammatica e convulsa delle guerre d’Italia, inaugurata nel 1494 dalla spedizione di Carlo [...] un dialogo nuovo con la tradizione e i suoi canoni formali istituzionalizzati. In tutto questo ha forse anche parte il mentre già sta nascendo la nuova scienza di Galilei e il linguaggio non più magico della matematica. Le aspirazioni e le conquiste ...
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In linguistica, il termine collocazione indica la combinazione (tecnicamente co-occorrenza) di due o più parole, che tendono a presentarsi insieme (contigue o a distanza) più spesso di quanto si potrebbe [...] Tali rilievi nascevano dal fatto che le collocazioni non hanno equivalenti formali immediati nelle varie lingue (cfr., ad es., l’ingl. e registri della lingua, ad es., nei ➔ linguaggi settoriali.
È il caso dei cosiddetti tecnicismi collaterali ( ...
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Per variazione diamesica si intende la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico) (➔ lingua parlata; ➔ lingua [...] acustica assente nella comunicazione scritta. Pertanto la ➔ variazione diafasica (➔ registro formale/informale, e anche le differenze tra lingua comune e ➔ linguaggi settoriali) e la ➔ variazione diatopica interagiscono sempre con la variazione ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Carlo Schiavi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Icona della città del Novecento, il grattacielo costituisce una soluzione squisitamente [...] tutta l’America, impegnati nella ricerca di nuovi linguaggi e raccolti attorno a quella che poi diventerà la decisivo momento di riflessione sui suoi limiti sotto il profilo formale e funzionale va registrato in occasione dell’importante concorso per ...
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Ogni lingua ha al suo interno differenziazioni collegate con fattori sociali ed extralinguistici ed è articolata in varietà. Le varietà di lingua rappresentano le diverse attualizzazioni, ognuna distinta [...] ➔ dialetti, parlate locali, registri (➔ registro; ➔ linguaggi settoriali). L’articolazione di una lingua in varietà di i) ora / adesso / mo, dove si passa dallo standard formale ora al lievemente più colloquiale adesso e al mo marcato in diatopia ...
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Esistono in linguistica concezioni differenti di registro. Un aspetto centrale condiviso è la correlazione tra situazione comunicativa e registro come appare formulata nella seguente definizione lessicografica: [...] sono ampiamente predefiniti (cfr., ad es., ordini militari come segnare il passo!; ➔ militare, linguaggio).
Il grado di formalità è anche condizionato dalle intenzioni dei partecipanti alla comunicazione. Soprattutto in situazioni poco strutturate ...
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È difficile ricondurre la lingua dei mezzi di comunicazione di massa (o mass media) a un unico tipo, nonostante alcuni fenomeni comuni. Prendendo in prestito l’abitudine dell’Accademia della Crusca di [...] della lingua [...], nella totalità dei suoi usi, formali e informali, regionali e standard, parlati e perfino e i mass media, Roma, Carocci.
Dardano, Maurizio (1981), Il linguaggio dei giornali italiani. Con un saggio su “Le radici degli anni Ottanta ...
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Con modo di dire o, più tecnicamente, locuzione o espressione idiomatica si indica generalmente un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’abbinamento di un significante fisso (poco o niente affatto [...] frames con valore coesivo e chunks lessicali tipici del linguaggio parlato; Lewis 1997: 257), a cui le espressioni varianti, e il cui significato, «frutto di agglutinazioni formali e metaforizzazioni ormai perse nella storia [...] non è derivabile ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
formale1
formale1 agg. [dal lat. formalis]. – 1. Nel linguaggio filos., della forma, che concerne la forma o è inerente alla forma, in stretta connessione con il sign. e lo svolgimento di questo termine in filosofia. a. Nella distinzione aristotelica...