Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente [...] imperativi, funzionali e logici; possibili paradigmi sono la programmazione procedurale, quella strutturata e quella orientata agli oggetti.
I primi sviluppi dei linguaggi di programmazione
I primi ricercatori utilizzarono l. di programmazione molto ...
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Processo legato alla genesi di una modificazione (traccia mnestica) di un substrato, organico o non, attraverso il quale un determinato effetto persiste e diviene suscettibile di rimanifestarsi nel corso [...] termine è stata suddivisa in quattro sistemi: di rappresentazione percettiva; procedurale; semantico; episodico.
M. di lavoro e m. a lungo massa (500 GB - 1000 GB).
Letteratura
Nel linguaggio della critica letteraria si designa con le espressioni ...
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Progettazione
Livio Sacchi e Roberto de Rubertis
Parte introduttiva
di Livio Sacchi
Si intende per progettazione l'ideazione di qualcosa e lo studio delle effettive possibilità e modalità di realizzazione [...] research, 1948-49, 9° vol.
V. Ziino, Il linguaggio degli architetti, Palermo 1950.
J. Dewey, Teoria della valutazione, valutazione qualitativa, di innovazione metodologica, linguistica o procedurale, e ogni tipo di ricerca in ambito sperimentale ...
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INFORMAZIONE, SCIENZA DELLA
Roman Tirler
Pierluigi Ridolfi
Stefano Ceri e Alfonso Fuggetta
Tecnologie della comunicazione di Roman Tirler
Sommario: 1. Introduzione. 2. Tecniche di comunicazione dati: [...] viene rappresentato utilizzando i concetti della logica. In particolare, mentre nei linguaggi imperativi e funzionali (che possiamo complessivamente chiamare linguaggiprocedurali) il programmatore specifica i passi con i quali risolvere un problema ...
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L'Io cosciente: una visione neuroeuristica della mente
Alessandro E.P. Villa
(Laboratoire de Neuro-heuristique, Institut de Physiologie, Université de Lausanne, Losanna, Svizzera)
John G. Taylor
(Centre [...] A. Einstein, secondo il quale le parole e il linguaggio, parlato o scritto, contrariamente all'opinione comune non giocavano la conoscenza dichiarativa (conoscere cosa) dalla conoscenza procedurale (conoscere come). A questo proposito sono innegabili ...
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Intelligenza artificiale
Domenico Parisi
Due tipi di intelligenza artificiale
L'intelligenza artificiale rappresenta il tentativo di costruire artefatti che dimostrino di possedere intelligenza in modo [...] conducono al risultato voluto, e tradurre queste analisi procedurali in programmi di calcolatore. Il fatto che le abilità non è ristretta alle sole abilità astratte e legate al linguaggio, ma è estesa a tutti i comportamenti che in qualche ...
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programmazione
programmazióne [Der. di programmare "preparare un programma"] [LSF] (a) La formulazione di un programma. (b) Con signif. particolare nelle locuz. p. lineare e non lineare (v. oltre). ◆ [...] sull'identificazione di funzioni da assolvere; (d) p. logica: basata sull'uso di espressioni logiche (v. linguaggi di programmazione: III 428 e); (e) p. procedurale, o imperativa, in cui la p. consiste nella stesura della serie di istruzioni che il ...
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Sigla di for(mula) tran(slator), linguaggio di programmazione simbolico, procedurale e imperativo, indipendente dal calcolatore utilizzato. Realizzato tra il 1954 e il 1957 da un gruppo di esperti operanti [...] presso la IBM guidato da J.W. Backus, nel corso degli anni ne sono state rilasciate diverse versioni, tra le quali quella del 1966 standardizzata dall’ANSI (American National Standard Institute) e quella ...
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LINGUAGGI PROGRAMMATIVI
Carlo Ghezzi
I l. p. (o linguaggi di programmazione) costituiscono il mezzo linguistico tramite cui gli elaboratori possono essere programmati. Essi costituiscono pertanto lo [...] Z)
la valutazione di G ed H può avvenire in parallelo.
I linguaggi funzionali si distinguono gli uni dagli altri essenzialmente in base al dominio dei dati limitandosi ai soli sottoprogrammi di tipo procedurale) e la compilazione separata e ...
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preventivo
agg. e s. m. [der. del lat. praeventus, part. pass. di praevenire «prevenire»]. – 1. agg. Che previene, che serve a prevenire, che ha la capacità, lo scopo, la funzione di prevenire, di evitare qualche cosa, spec. con riferimento...
fin de non-recevoir
〈fẽ d nõ rësëvu̯àar〉 locuz. f., fr. (propr. «fine di non ricevere»; erroneo l’uso al masch. con cui è talvolta adoperata in Italia). – In senso proprio, nel linguaggio giur., mezzo procedurale tendente a stabilire che la...