In genere, delle Fiandre, ma con riferimenti geografici di varia estensione: a) delle Fiandre in senso stretto (la regione tra i fiumi Lys e Schelda e il Mare del Nord); b) di tutta la metà settentrionale [...] ceppo romanzo (valloni) e ha per lingua letteraria il francese; c) delle Fiandre nel senso più largo del termine (inteso come articolate; J. Després, che elaborò il già ricco linguaggio dei suoi predecessori, concentrandosi sulla forma della Messa e ...
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Filosofo e scrittore latino (n. Cordova 4 a. C. - m. 65 d. C.). Figlio di Seneca il Retore, compì i suoi studî a Roma, con Papirio Fabiano, retore e filosofo stoico, lo stoico Attalo, il cinico Demetrio [...] apice; il gusto per lo studio dei caratteri, per la vicenda truce, per l'espressione delirante, per il linguaggio liricizzante, le resero modello per la tragedia cinquecentesca italiana e per il dramma elisabettiano inglese.
Corrispondenza tra Seneca ...
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Il complesso di esperienze artistiche elaborate tra il secondo e l’ultimo decennio del 16° sec.; nato con particolare riferimento alle arti figurative e all’architettura, il termine è stato poi esteso [...]
Dal secondo dopoguerra e soprattutto dagli anni 1960 (G. Briganti; relazioni di C.H. Smyth e di J. Shearman al 20° Congresso di Storia dell’ e l’architettura di questo periodo con gli altri linguaggi espressivi, dalla poesia al teatro, alla musica e ...
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Termine usato per connotare la condizione antropologica e culturale conseguente alla crisi e all’asserito tramonto della modernità nelle società del capitalismo maturo, entrate circa dagli anni 1960 in [...] nelle arti, anche dello spettacolo, ed è entrato nel linguaggio filosofico.
Architettura e arte
Il postmodernismo è una tendenza si è imposta anche in campo critico in Europa e negli USA con J.-C. Ammann, B.H.D. Buchloch, H. Foster, T. McEvilley, A ...
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Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente.
La spiegazione classica
Il [...] natura o qualità morali. Con Evemero (4°-3° sec. a.C.) sorse un altro indirizzo: gli dei non sarebbero che illustri di certe parole, dovuta all’appercezione personificatrice (malattia del linguaggio): ciò che in origine era stato un aggettivo (per ...
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Poeta inglese (Londra 1688 - Twickenham, Middlesex, 1744). Poeta tra i maggiori del suo tempo, nelle opere di P. lo spirito classico della poesia inglese giunse all'apice. Della poesia, che ha per argomento [...] IV libro nell'edizione definitiva del poema (1743), nella quale C. Cibber aveva ormai preso il posto di Theobald come bersaglio principale Imitations of Horace (1733-38), che in un linguaggio semplice e in versi scorrevoli e naturali parafrasano temi ...
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Genere letterario sorto in Spagna nella seconda metà del 16° sec. e diffusosi poi nel resto d’Europa, caratterizzato dalla descrizione delle avventure dei picari (sp. pícaros), popolani furbi, imbroglioni [...] può ascriversi al genere, a esso si avvicinano per temi e linguaggio La hija de Celestina (1612; poi La ingeniosa Elena, 1614 V. Espinel, La desordenada codicia de los bienes agenos (1619) di C. García, nonché opere in versi, come, per es., la Vida ...
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Scrittore, drammaturgo e regista svizzero di lingua francese (n. Chêne-Bougeries, Ginevra, 1942). Le istanze di rinnovamento della concezione teatrale di N. si sono concretizzate in una serie di testi [...] testo scritto sia della messa in scena è il linguaggio, ricco di neologismi o di parole desuete, e Le babil des classes dangereuses (1978), un compendio di lingue minoritarie che ricorda C. E. Gadda e J. Joyce, in cui sembra voler indicare che è ...
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Sturm und Drang Movimento culturale e letterario tedesco della seconda metà del 18° sec. (1760-85 ca.) che, con il suo programma di un’integrale rivalutazione dell’irrazionale nella vita e nell’arte in [...] eppure tutte precipitanti verso la catastrofe; e il linguaggio si fa esclamazione, grido, imprecazione, o assume Goethe e di J.M.R. Lenz, alcune delle prime liriche filosofiche di J.C.F. Schiller, gli Idyllen di F. Müller e i Volkslieder di Herder, i ...
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Arte e uso di comporre versi all’improvviso, senza preparazione e meditazione, o di comporre musica nell’atto stesso di eseguirla. È detta i. l’opera stessa, letteraria o musicale che si compone improvvisando. [...] F. Händel, J.S. Bach, L. van Beethoven, F. Liszt, C. Franck. L’i. continuò a essere coltivata per tutto l’Ottocento da nell’esecuzione. L’i. costituisce un elemento strutturale del linguaggio jazzistico, che per gran parte del suo cammino storico ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
f. c.
– 1. Nel linguaggio sport., abbrev. di «fuori combattimento», espressione comunem. adoperata in luogo di quella originale inglese k.o. (knock out), per significare che in un incontro di pugilato uno dei contendenti è stato atterrato...