PEVERELLI, Cesare
Francesca Franco
– Nacque a Milano il 30 maggio 1922 da Cesare e Maria Cepparo, ultimo di sette figli. Frequentò il ginnasio a Torino ma a causa della tubercolosi interruppe gli studi. [...] questa stessa manifestazione.
I segni automatici della sua pittura 1972, figg. 82-85), cui seguirono gli imbuti prospettici dei Campi di canne (ripr. ibid., figg. 89-92) del fantastico nella struttura stessa del linguaggio, sono alla base sia del ...
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Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803) è il maggior scrittore italiano di tragedie. Nacque nel Piemonte sabaudo, da nobile famiglia e studiò alla Reale Accademia di Torino, dove compì, come dice egli [...] 1), iniziò un lavoro di lettura dei grandi autori italiani di tutti i fortuna ad Alfieri).
Quanto al linguaggio della tragedia, esso è e , pp. 9-51.
Beccaria, Gian Luigi (1976), I segni senza ruggine. Alfieri e la volontà del verso tragico, «Sigma ...
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MAGNI, Giulio
Raffaella Catini
Nacque a Roma il 7 nov. 1859 da Basilio e da Margherita Targhini, nipote di Giuseppe Valadier.
Il padre Basilio, letterato, storico dell'arte e giurista, nacque a Velletri [...] i primi segni di crisi, con una serie di realizzazioni nelle quali si prefigura un linguaggio architettonico scultura decorativa (Roma-Torino), opera nella quale, rifacendosi agli studi dei tedeschi K. Escher, A. Riegl e H. Wölfflin e avvalendosi ...
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DE CANDIA, Giovanni Matteo, detto Mario
Raoul Meloncelli
Nacque a Cagliari il 17 ott. 1810 da nobile famiglia di origine napoletana stabilitasi ad Alghero. Il padre Stefano aiutante di campo di Carlo [...] la funzione educativa di un linguaggio musicale che non fosse più a Madrid, avvertì i segni del declino, particolarmente interpretando , V, Paris 1875, p. 458; C. Schmidl, Diz. univ. dei music., I,p. 151; Grove's Dict. of Music and Musicians, ...
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Altman, Robert
Simone Emiliani
Monica Trecca
Regista e produttore cinematografico statunitense, nato a Kansas City il 20 febbraio 1925. Raffinato sperimentatore di originali soluzioni narrative e tecniche, [...] sempre stato più attratto dalla ricchezza del linguaggio teatrale e dalle possibili contaminazioni con quello cinematografico nostalgia per un corpo divenuto segno emblematico e consegnato all'immortalità nella memoria dei singoli pervade quello che ...
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BUONARROTI, Michelangelo, il Giovane
Lovanio Rossi
Nacque a Firenze, ove fu battezzato il 4 nov. 1568, da Lionardo, nipote del grande Michelangelo, e da Cassandra Ridolfi, nella casa di famiglia di [...] arriva fino all'Aminta e al Pastor fido; il linguaggio è ricco e colorito, con accentuata intonazione idillico- sull'incostanza degli amici e dei signori (III-IV), al Giraldi, sull'esperienza della vita (V), al Segni, sulle fogge straniere e sui ...
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FORTUNY (Fortuny y Madrazo), Mariano
Federica Di Castro
Nacque a Granada, in Spagna, l'11 maggio 1871 da Mariano Fortuny y Marsal e da Cecilia de Madrazo.
Nel 1873 era a Roma dove il padre, pittore [...] creare una trama complessa di segni, ove il rapporto tra le luci e le ombre costituiva un linguaggio e nello stesso tempo una del F. forse fino a oggi più attentamente studiato. Modello dei suoi ritratti è Venezia con i suoi luoghi deputati, i suoi ...
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Bergman, Ingmar (propr. Ernst Ingmar)
Giuseppe Gariazzo
Regista cinematografico e teatrale svedese, nato a Uppsala il 14 luglio 1918. Autore fortemente radicato nella cultura teatrale e letteraria del [...] di un film di Georges Méliès), l'opera segna il superamento dei codici di un naturalismo ancora riferibile a modelli neorealistici grande spazio concesso alla sperimentazione del linguaggio cinematografico. Le invenzioni stilistiche, ispirate ...
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Benedetto Varchi (Firenze 1503 - ivi 1565), dopo la laurea in utroque iure a Pisa e un breve esercizio di professione notarile, si dedicò alla poesia e agli studi umanistici. Di sentimenti repubblicani, [...] sui generi letterari (analisi della Poetica e dei canti danteschi) e sulla lingua d’uso della moderna concezione del linguaggio. Uscito postumo nel 1570 (congiunzione e pronome) ed e / et; accenti segnati di norma sulla preposizione à e sulla è (di ...
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CALABRESI, Oreste
Sisto Sallusti
Nacque a Macerata il 7 maggio 1857 da famiglia borghese. Essendosi questa trasferita a Roma in condizioni economiche disagiate, il C. fece l'apprendista in una oreficeria [...] calore", nonostante le incertezze di linguaggio, e in quella della Vita gaia E. A. Butti, mostrando incipienti segni di decadenza fisica.
Nella quaresima del critica preferisse non coinvolgere nella severa condanna dei testi l'attore al tramonto. Nel ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...