CARAGLIO (Caralio, Caral, de Caraliis), Giovanni Iacopo
Fabia Borroni
Helena Kozakiewicz
Incisore, medaglista, intagliatore di gemme e orefice, nacque nella città di Verona verso l'anno 1505.
La città [...] Parmigianino e specialmente del Rosso Fiorentino, talora liberamente interpretato e contaminato (Barocchi) in circa trenta stampe ebbe la diffusione nei paesi dell'Europa orientale del linguaggio incisorio del Raimondi e di alcuni incisori a lui ...
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GUARNIERI, Romano
Sandra Covino
, Nacque ad Adria, in Polesine, il 20 febbr. 1883, da Francesco e Carolina Cordella, in una famiglia della piccola nobiltà terriera. Dal 1898 al 1900 frequentò il liceo [...] il principio della messa al bando della traduzione è interpretato in modo duttile, non escludendo del tutto il fuggevole L'idealismo del G. affondava invece profonde radici nella filosofia del linguaggio di G. Vico e B. Croce (cfr. la sua prefazione ...
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procedere
Alessandro Niccoll
Ricorre frequentemente nel Convivio e nella Commedia, ed è anzi uno dei vocaboli più significativi del lessico delle due opere, connesso com'è - per il suo valore fondamentale [...] buona voglia: / così di grado in grado si procede, generalmente interpretato: " dal grado della grazia e della buona voglia procede il e coerente, e altrettanto ricco e duttile il suo linguaggio.
Come calco immediato della formula del Credo, esprime ...
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Palestinese, cinema
Sergio Di Giorgi
Dopo i primi cortometraggi realizzati in maniera pionieristica tra il 1935 e l'inizio degli anni Quaranta dall'operatore Ibrahim Hasan Sarhan ‒ fondatore peraltro [...] sorta di scemo del villaggio depositario della verità (interpretato dal celebre attore e regista palestinese Mohammad Bakri descritti con ironico e surreale distacco e con un linguaggio modernissimo sul piano estetico e narrativo (nella seconda parte ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Da disciplina “tecnica” legata all’interpretazione dei testi della tradizione, l’ermeneutica [...] passato; 4) il sapere storico, basato sulla distanza temporale, è sempre di tipo interpretativo; 5) l’interpretazione è un’esperienza fondata sul linguaggio.
Secondo Wilhelm Dilthey (1833-1911), poi, l’ermeneutica deve essere considerata il cardine ...
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FRANCESCO di Ubertino, detto Bachiacca
Matteo Mancini
Figlio dell'orafo Ubertino di Bartolomeo (1450-1505) e di Francesca di Benedetto, nacque a Firenze il 1° marzo 1494.
Ebbe due fratelli entrambi [...] F.: in essi si può riscontrare l'uso di uno schema chiaramente derivato dai modelli perugineschi ma interpretato attraverso un linguaggio fiorentino che, passando per l'insegnamento del Franciabigio, già prefigurava il riferimento ad alcuni elementi ...
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SANTILLANA, Giorgio Diaz (de)
Michele Camerota
– Nacque a Roma il 30 maggio 1902 da David de Santillana, illustre arabista, ed Emilia Maggiorani, attiva nel movimento per l’emancipazione femminile come [...] . it. 1966, p. 17).
Espressione di un «linguaggio tecnico di tuttora ignoti astronomi arcaici» (p. 17), orologio che forma il cosmo arcaico» e che è stato appunto interpretato in diverse narrazioni mitologiche come «un mulino che macina il tempo» ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Cecilia Panti
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
A partire dai primi intermezzi comici inseriti tra gli atti dei drammi seri l’opera buffa [...] intermezzo, ovvero una rappresentazione comica breve, divisa in pochi episodi e interpretata da due o tre soli personaggi, che viene inserita fra gli Il genere mostra la propensione alla pluralità di linguaggi e di stili: i personaggi comici si ...
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MOLIN, Girolamo
Franco Tomasi
– Nacque a Venezia in un giorno non precisabile dell'anno 1500, da Pietro, di famiglia aristocratica e inserito nei quadri dell’amministrazione della Repubblica con incarichi [...] uso di un neofita che intenda apprendere i principî di tale linguaggio.
Benché il M. fosse tenacemente legato a Venezia e ai romane e al tema della gloria e della libertà, interpretato anche alla luce della contrapposizione tra l’attuale potenza ...
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patria
Jean-Louis Fournel
Jean-Claude Zancarini
Nella storia repubblicana fiorentina l’amore per la p. costituisce un elemento del discorso politico universalmente condiviso: è un segno dell’eredità [...] in una descrizione statica del mondo politico. La p. nel linguaggio di M. è lo spazio naturale dell’agire politico individuale nasce più sanza dubbio dalla viltà degli uomini, che hanno interpretato la nostra religione secondo l’ozio, e non secondo ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
interpretazione
interpretazióne (tosc. o letter. interpetrazióne) s. f. [dal lat. interpretatio -onis, lat. pop. interpetratio]. – 1. L’atto e, più spesso, il modo d’interpretare, cioè, in genere, di scoprire e spiegare quanto in uno scritto...