In linguistica, la coesistenza di significati diversi in una parola, che viene detta polisemica; la p. può sorgere come effetto di estensione semantica del vocabolo (per es., in lat. liber «corteccia», [...] vengono a contatto con lingue di cultura superiore o diversa, per cui si determinano, per es., fenomeni di calco linguistico.
Si dicono polisemici anche ideogrammi e segni sillabici di alcune scritture non alfabetiche, che possono essere letti in più ...
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semivocale Nella linguistica moderna, ogni articolazione di tipo non vocalico, caratterizzata da una stretta orale leggera, minore della stretta delle fricative, per cui si avverte un lieve sfregamento [...] senso stretto), oppure quando gli organi articolatori passano dalla stretta a un’apertura vocalica (come per i̯ nell’ingl. yes ‹i̯ès› e nell’it. ieri ‹i̯èri›). In questo secondo caso molti linguisti preferiscono usare il termine semiconsonante (➔). ...
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In linguistica, modo di arricchimento delle capacità espressive della lingua mediante la creazione di elementi lessicali che vogliono suggerire acusticamente, con l’imitazione fonetica, l’oggetto o l’azione [...] significata; può consistere in un gruppo o in una successione di gruppi fonici (brrr, crac, bau bau, tic tac), in una serie di sillabe in unità grafica (patapùm, chicchirichì), o anche in una successione ...
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In linguistica, pronuncia o forma errata che si sostituisce a una forma esatta creduta scorretta. Ne sono esempio i 36 i. di pronuncia riportati da G.G. Belli nei due sonetti Er zervitor-de-piazza ciovile [...] «locanda»), deselto per deserto (scerto «scelto») ecc.
In alcuni casi le forme ipercorrette si affermano stabilmente nell’ambiente linguistico. Per es., nella pronuncia del popolo parigino, tra il 13° e il 16° sec., è seguita da r + consonante ...
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semantema In linguistica, elemento della parola portatore del significato, in quanto separato dal morfema, cioè dal suffisso flessionale, che ne determina la funzione sintattica nella frase. Una volta [...] isolato il morfema, la parte residua di una parola può essere costituita da una sola radice o da una radice determinata da un suffisso di derivazione (tema derivato), o da due o più temi in composizione; ...
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In linguistica, alterazione di pronuncia che tocca sistematicamente intere classi di articolazioni (per es., tutte le consonanti sorde, tutte le consonanti sonore ecc., salvo eventualmente quelle che si [...] trovino in particolari posizioni). Il termine, variamente tradotto in italiano (mutazione, o rotazione consonantica), fu introdotto dai comparatisti tedeschi della prima metà del 19° sec. a indicare quei ...
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In linguistica strutturale, l’ analisi in c. immediati è la teoria secondo cui la frase non è una semplice successione di termini connessi l’uno all’altro, ma è formata da una combinazione di sintagmi, [...] a loro volta costituiti da unità più piccole, e così via sino a giungere agli elementi minimi indivisibili. L’analisi in c. immediati permette di mostrare come enunciati diversi per il loro aspetto esterno ...
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scissa, frase In linguistica, locuzione usata per indicare una costruzione caratterizzata dalla suddivisione dell’informazione in due nuclei frasali distinti, l’uno introdotto dal verbo essere e contenente [...] l’elemento nuovo che si vuole evidenziare, l’altro introdotto da un che con funzioni intermedie tra quelle del pronome relativo e quelle della congiunzione subordinante e contenente la parte restante della ...
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In linguistica, segno grafico consistente in un’immagine, il cui corrispondente valore fonologico è portatore di altri significati, uno dei quali è intenzionalmente scelto da chi scrive tale segno e assunto [...] da chi legge (per es., il disegno di un’imposta di finestra da leggersi come imposta nel sign. di tributo); oppure consistente in due o più immagini i cui rispettivi valori fonologici, pronunciati nell’ordine, ...
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In linguistica, detto di enunciazioni (e per estensione anche di enunciati e di verbi) che non descrivono un’azione né constatano un fatto, bensì coincidono, in determinati contesti, con l’azione stessa: [...] l’atto che descrivono, per es. battezzo, ordino, maledico. Il termine, diffuso dal linguista e filosofo J.L. Austin nell’ambito della teoria degli atti linguistici, è stato poi ripreso nel linguaggio giuridico per indicare enunciati costitutivi, nel ...
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linguistica
linguìstica s. f. [dal fr. linguistique, der. di linguiste «linguista»]. – Scienza che studia sistematicamente il linguaggio umano nella totalità delle sue manifestazioni, e quindi le lingue come istituti storici e sociali, la...
linguista
s. m. e f. [der. di lingua, sull’esempio del fr. linguiste] (pl. m. -i). – 1. Chi si dedica allo studio delle lingue (o anche soltanto, o in modo specifico, della propria lingua), soprattutto da un punto di vista teorico, sistematico...