Complesso dei riti e delle cerimonie propri di un culto religioso. La formazione della l. è determinata da due motivi: la necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, [...] e delle formule si stabilizza dal 4° sec., quando Roma abbandona il greco per il latino. Si distingue il tipo liturgico romano, che conserva un nucleo invariato, ossia il canone, per contenuto e forma analogo all’anafora orientale e la cui redazione ...
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Riti e preghiere in uso fino a Carlomagno nelle Gallie, e, più o meno, in tutto l’Occidente. Non se ne conosce la paternità, ma l’origine è certamente orientale, come mostrano parecchi elementi, specialmente [...] esteriori, drammatici, simbolici. Le orazioni sono prolisse e dirette al Cristo (nella liturgia romana, al Padre). Decadde quando Carlomagno impose la liturgia di Roma, ma sono sopravvissute alcune parti del repertorio di canti (canto gallicano ...
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religione Nella liturgia cattolica, la seconda delle Ore cardine o principali dell’Ufficio quotidiano; è la preghiera serale della comunità cristiana, mentre le lodi sono la preghiera del mattino. L’Institutio [...] comune», e invita a recitarlo anche i «singoli fedeli che non possono partecipare alla celebrazione comune».
Vesperale
Libro liturgico in cui sono raccolti salmi, antifone, capitoli, inni e versetti che si recitano negli uffici pomeridiani della ...
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Festa mobile che la liturgia cristiana celebra di domenica, 49 giorni dopo la Pasqua, per ricordare la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, sugli Apostoli e la Vergine. È la solennità che corona il [...] , nella quale si commemorava la promulgazione della legge divina sul Sinai e l’offerta delle primizie delle messi.
Il colore liturgico del giorno è il rosso, chiaro accenno allo Spirito Santo posatosi sugli apostoli sotto forma di lingue di fuoco; e ...
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mūsāf Nella liturgia ebraica, la preghiera che si recita di sabato, nei capimese e in altri giorni festivi, a ricordo del sacrificio aggiuntivo prescritto per queste ricorrenze dalla Bibbia (Numeri 28,9-15). ...
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Nella liturgia latina, l’atto di intingere l’ostia nel calice del vino consacrato, per la comunione dei concelebranti nella messa concelebrata, o anche dei fedeli, nei casi in cui sia prevista. ...
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Nella liturgia cattolica, il santo (o la santa) che una regione, diocesi, città, comunità religiosa o altro gruppo di fedeli onora con speciale culto quale particolare intercessore e protettore presso [...] Dio ...
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Nella liturgia, la processione dei sacri ministri con il clero e la schola all’altare per la solenne celebrazione della messa; in forma ridotta, l’ingresso del sacerdote all’altare. ...
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triodio Nella liturgia bizantina, canone liturgico di tre odi o strofe.
Per estensione, il libro che contiene l’ufficiatura del tempo preparatorio alla Pasqua (dalla domenica del fariseo e del pubblicano [...] al Sabato Santo), così chiamato perché la maggior parte dei suoi canoni consta di tre odi ...
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sēder Nella liturgia ebraica, l’insieme delle parti che compongono un rito (propr. «ordine»). Il s. celebrato la prima sera di Pasqua (nella Diaspora anche la seconda sera) consiste in benedizioni, atti [...] e pasti simbolici, e nella lettura della Haggādāh, il racconto rabbinico dell’uscita dall’Egitto ...
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liturgia
liturgìa s. f. [dal gr λειτουργία, der. di λειτουργός, comp. di λήιτον «il luogo degli affari pubblici» (der. di λαός «popolo») e ἔργον «opera»]. – 1. Nell’antica Grecia, e soprattutto in Atene, servizio di utilità pubblica imposto...
liturgico
litùrgico agg. [dal gr. λειτουργικός] (pl. m. -ci). – Che appartiene o si riferisce alla liturgia (nel
sign. odierno della parola): cerimonie l., riti l.; atti l. (la messa, i sacramenti, l’ufficio divino ora detto liturgia delle...